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edilizia e mercato

Costruzioni, latita la crescita

L’Osservatorio Ance sull’industria delle costruzioni stima segnali “trascurabili” di ripresa. Prosegue il calo di occupati. Bene, invece, riqualificazioni e mercato casa

Scritto da il 10 luglio 2016 alle 9:00 | 0 commenti

Costruzioni, latita la crescita

Photo: Pixabay.com


Prosegue il momento no del settore costruzioni: l’Ance, attraverso il proprio Osservatorio Congiunturale dedicato parla apertamente di “occasione mancata” per il 2016.
L’analisi non lascia spazio a dubbi: « l’aspettativa di ripresa del settore delle costruzioni motivata dal cambio di segno di alcuni indicatori e dalla fiducia in un effettivo rilancio degli investimenti pubblici in infrastrutture, emersa a fine 2015, non ha trovato piena conferma nella prima parte dell’anno in corso».
«A fine 2015 le previsioni per l’anno in corso erano di un aumento dell’1% degli investimenti. Oggi questo risultato non sembra più raggiungibile», segnala Ance in una nota. L’analisi assume toni amari: malgrado lo scenario formulato dall’Associazione nazionale costruttori edili per l’anno in corso sia di un aumento tendenziale degli investimenti in costruzioni dello 0,3% in termini reali (+1,3% in valori correnti): «si tratta di un aumento trascurabile, del tutto insufficiente a creare condizioni di effettiva ripresa per un settore stremato da una crisi senza fine», constata ancora.

Occupazione sempre in calo

Questo scenario a tinte fosche si riflette sull’occupazione, in calo: è lecito parlare di una vera e propria emorragia, leggendo i dati dell’Osservatorio: nel primo trimestre 2016 sono sempre meno gli occupati nel settore edile, ridotti del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Continua quindi ad aumentare il bilancio complessivo dei posti di lavoro persi nelle costruzioni dall’inizio della crisi: segnalano gli analisti Ance che dal quarto trimestre 2008 al primo trimestre 2016 dal settore sono usciti 580.000 occupati, con una flessione in termini percentuali del 29,3%. «Tenendo conto anche dei settori collegati alle costruzioni si stima una perdita complessiva di circa 800.000 unità».
Al calo degli occupati corrisponde il calo delle imprese edili: tra il 2008 e il 2014, quelle “micro e mini”, ossia con un numero di addetti compreso tra 2 e i 9 si sono ridotte di oltre un quarto (-26,9%). Decisamente peggiore – è la constatazione dell’Osservatorio – l’andamento delle medie imprese, quelle cioè che contano fino a 49 addetti: qui si registra la cessazione dell’attività del 40% delle imprese.
Non va molto meglio alle realtà più grandi, ossia quelle con più di 50 addetti: qui quasi un terzo (-31%) sono “scomparse dall’attività”.

Le buone notizie: riqualificazioni, non residenziale e immobiliare

Qualche buona notizia c’è. La prima riguarda gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo, che rappresentano nel 2016 il 37% del valore degli investimenti in costruzioni: è l’unico comparto che continua a mostrare una tenuta dei livelli produttivi.
Rispetto al 2015 per gli investimenti in tale comparto si stima una crescita dell’1,9% in termini reali. L’aumento stimato per l’anno in corso, pari a circa 1,3 miliardi di euro, è imputabile al potenziamento fino a dicembre 2016 degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per gli interventi di riqualificazione energetica, previsti dalla Legge di Stabilità per il 2016.
Anche gli investimenti privati in costruzioni non residenziali, segnano nel 2016 un lieve aumento dello 0,2% in termini reali.
Ma è il mercato immobiliare a offrire gli spunti più interessanti di crescita. Al 2015 conclusosi con un aumento del 6,5% delle compravendite, quindi riguardante il mercato dell’usato (pari a 445mila abitazioni), sempre l’Ance segnala la conferma nel primo trimestre 2016 del trend positivo, con una crescita del 20,6% degli alloggi acquistati e venduti.

Problemi, prospettive e soluzioni

Nell’esame delle difficoltà che scontano le imprese del settore si evidenzia la mancanza di accesso al credito. Nel report dell’Osservatorio congiunturale è scritto che nel settore abitativo, il primo trimestre 2016 ha visto una riduzione dei finanziamenti per investimenti dell’11,1%, che si va ad aggiungere al -10,6% del 2015. Nel confronto pluriennale il dato assume contorni ancor più preoccupanti: complessivamente, si legge, si è passati dai 31,5 miliardi di euro erogati nel 2007 ad appena 8 miliardi erogati nel 2015, una diminuzione che supera il 70%.
Alla diminuzione si registra, invece, un aumento della domanda di credito: più di un terzo delle imprese Ance ha registrato un aumento del fabbisogno finanziario di investimenti.
Il problema della mancanza di liquidità è ancora più grave se ci si riferisce alle imprese che operano con l’amministrazione pubblica: mediamente i tempi di pagamento superano i 168 giorni, contro i 60 previsti per legge.
Veniamo alle prospettive, ossia a quanto si intravede per il 2017, anche questo in calo in termini produttivi, che tocca non solo le costruzioni, ma prevede in calo anche le ristrutturazioni.
Da qui le soluzioni proposte dall’Ance, che riportiamo integralmente:

  • un periodo transitorio del nuovo codice degli appalti;
  • la rapida approvazione della modifica della legge sul pareggio di bilancio (L. 243/2012), in corso di esame al Parlamento, che attraverso la stabilizzazione del Patto di stabilità interno permetta agli enti locali di programmare i loro investimenti;
  • la messa a regime degli incentivi potenziati per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, rimodulati, questi ultimi, in modo da premiare gli interventi che consentano di ottenere i migliori risultati in termini di risparmio energetico;
  • norme finalizzate a favorire interventi di “sostituzione edilizia”, che implicano la demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche con incrementi volumetrici, le agevolazioni per la permuta tra vecchi edifici e immobili con caratteristiche energetiche completamente rinnovate;
  • la proroga, per un ulteriore triennio, della detrazione Irpef pari al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, introdotta dalle legge di Stabilità 2016 ed in scadenza al 31 dicembre 2016.

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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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