Scuola
Ingegneri, edilizia scolastica: il 65% dei fondi sono inutilizzati
In otto anni 2,25 miliardi di euro degli stanziamenti per mettere in sicurezza le scuole non sono stati spesi per questioni burocratiche
Dopo i dati che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, ecco che arrivano quelli degli ingegneri che dimostrano come, per quanto riguarda l’edilizia scolastica, il fenomeno dei fondi non spesi per questioni burocratiche assuma proporzioni più ampie.
«Gli ingegneri fanno notare – si legge in una nota del Consiglio nazionale degli ingegneri – come secondo l’Ance tra il 2004 e il 2012 siano stati attivati appena 1,2 dei 2,3 miliardi stanziati. Questi ultimi arrivano a 3,45 miliardi se si sommano gli 850 milioni stanziati dal governo Letta e i 300 milioni Inail. Delle risorse complessive previste, dunque, solo un terzo è stato effettivamente erogato. Il Consiglio nazionale degli ingegneri, pertanto, si augura che finalmente gli annunci vengano rispettati».
«Siamo favorevoli al piano di Renzi a patto che alle parole stavolta seguano effettivamente i fatti. Le priorità sono l’aggiornamento delle norme tecniche, il coinvolgimento delle importanti professionalità presenti nel paese, fare di questo programma un’occasione di innovazione e un’opportunità per i giovani. – afferma Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri – Ancora più urgente è il problema relativo all’aggiornamento delle norme tecniche per le costruzioni. Queste incidono pesantemente sul processo di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici nel nostro paese».
Secondo gli ultimi dati del Miur relativi all’anno 2012, spiegano gli ingegneri esistono circa 13.700 edifici in zona 1 e 2, quindi ad alto rischio sismico: solo una quota minoritaria è stata progettata rispettando la normativa antisismica e ancora più basso è il numero di edifici che possiedono il certificato di conformità.
Secondo gli ingegneri l’aggiornamento delle norme tecniche, giacenti presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici da oltre quattro anni, dopo infinite riunioni di commissioni di esperti e contributi di tutta la filiera delle costruzioni, nella versione completa esaminata dall’assemblea del Consiglio superiore dei lavori pubblici nella seduta dell’ottobre 2012, contiene gli strumenti per operare, in sicurezza, sugli edifici esistenti, con criteri avanzati che, supportati da concrete esperienze di ricerca e sul campo, possono generare un’economia di scala nel senso migliore del temine. Ma i professionisti hanno anche un’altra soluzione che potrebbe amplificare la portata e la leva degli interventi.
«A questo – conclude Zambrano – va aggiunto un altro aspetto che gli ingegneri da tempo propongono senza successo. Bisogna avviare progetti di adeguamento sismico generale dei singoli edifici, realizzabili attraverso le forme di interventi parziali di miglioramento sismico. In questo modo, il piano Renzi potrebbe riguardare un numero maggior di edifici producendo una piú estesa riduzione del rischio e favorendo un dosaggio delle risorse».
Dopo queste analisi è legittimo domandarsi quanti siano i fondi deliberati e non spesi in attività che potrebbero migliorare la vita dei cittadini. É probabile che altre categorie di professionisti conoscano la “loro parte”.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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