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Il Senato approva la proroga al 2014 dell’Ecobonus
Le detrazioni sulla ristrutturazione edilizia e sulla riqualificazione energetica dovrebbero però diminuire già nel 2015, a meno di modifiche alla Camera
L’approvazione nei giorni scorsi della manovra Finanziaria da parte del Senato non ha portato a grandi novità dal punto dell’edilizia sostenibile: come da copione, nel maxiemendamento che ha superato il voto di fiducia, è stata inserita anche la norma che proroga per il 2014 gli sgravi fiscali Irpef per i lavori di riqualificazione energetica e di ristrutturazione edilizia; dunque, anche per tutto il 2014 le detrazioni rimarranno, rispettivamente, al 65% e al 50%.
Del provvedimento, tra l’altro, beneficeranno anche le fonti rinnovabili come fotovoltaico, solare termico, micro cogenerazione, ecc. Il problema è che dal primo gennaio 2015 gli sgravi dovrebbero nuovamente scendere al 50% (riqualificazione) e al 40% (ristrutturazione), per poi scendere definitivamente al 36% nel 2016, a meno di modifiche nel passaggio della Finanziaria alla Camera dei deputati.
Come ha spiegato il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, “Serve che nel passaggio alla Camera della Legge di stabilità 2014, vangano stabilizzate fino al 2016 le detrazioni del 65% per il risparmio energetico relative alle opere realizzate nelle abitazioni. Significherebbe che Governo e Parlamento sono sulla strada giusta, per il rilancio del Paese, nell’individuare strumenti come questi per agganciare la ripresa economica che passa necessariamente attraverso la ripresa dell’edilizia. Come dimostra uno studio presentato dal Cresme in Commissione Ambiente della Camera, le agevolazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni hanno garantito, solo quest’anno, ben 189.088 posti di lavoro diretti e 283.638 occupati, considerando l’indotto. È necessario chiudere definitivamente l’epoca delle proroghe non solo perché è ovvio che solo la stabilizzazione può produrre effetti più efficaci e duraturi, ma anche affinché gli investitori che vogliano avvalersi degli ecobonus debbono poter avere a disposizione il tempo necessario per pianificarne e realizzarne l’utilizzo, tenuto anche conto delle relative incombenze e lungaggini burocratiche”.
La possibilità di una modifica appaiono però concrete: lo scorso settembre le commissioni Ambiente e Finanze della Camera avevano approvato all’unanimità una mozione proposta da Realacci e Capezzone, che chiedeva la stabilizzazione dell’ecobonus del 65% e l’allargamento della platea degli interventi che possono godere di tale agevolazione.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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arch. Marco Casavecchia
scrive il 03 dicembre 2013 alle ore 17:54
Quanto funzionano realmente gli ecobonus? Poco, se si considera che li finanziamo tutti noi (sotto forma di accise varie) mentre ne possono usufruire soltanto alcuni (chi ha i mezzi per finanziare gli interventi). Così milioni di edifici che andrebbero risanati energeticamente continuano a consumare ed inquinare uno sproposito. La politica dovrebbe capire che se un intervento di riqualificazione energetica è stato ben progettato, sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello economico, esso si ripaga da solo in pochi anni. Pertanto, non si richiederebbero più sgravi fiscali, ma un efficiente accesso al credito. Cosa che oggi manca. arch. Marco Casavecchia