ACHITETTURA GREEN
Il Landscape design spiegato da Patrizia Pozzi
Quando architettura e spazi aperti si sposano, il costruito diviene armonico e si concretizza il contatto con il mondo della Natura
Photo: Concessione Patrizia Pozzi
Il fascino del landscape design è che si può attuare ovunque, dalle città alle zone degradate, passando per gli stabilimenti industriali, lasciandosi ispirare da ogni elemento naturale. Così il vento, la luce, la sabbia, il verde, o le forme delle conchiglie aiutano l’architettura a divenire un tutt’uno con l’ambiente circostante. Patrizia Pozzi, landascape design, ci spiega le caratteristiche di questo modo di progettare.
D: Che cos’è il landscape design?
R: Tutti gli inventi di Architettura per gli spazi aperti sono Landscape design. Dal balcone ai grandi interventi di riqualificazione urbana o territoriale, dalle scenografie per eventi temporanei alla mitigazione degli impianti industriali o delle autostrade. Alcuni progetti sono all’insegna della naturalità, magari creando laghi o portando alberi dove non c’è nemmeno terra in cui piantarli, altri possono essere completamente astratti. Degli interventi possono essere piccoli o nascosti, altri sono visibili da lontano e abbracciano l’orizzonte.
D: Dove si possono attuare gli interventi di landscape, potrebbe accennare a un paio di esempi più significativi contenuti nel suo volume Contemporary Landscape?
Gli interventi possono essere diversissimi, tra questi vorrei citare l’esperienza per l’inserimento paesaggistico di alcuni stabilimenti Ikea, quello realizzato a Catania e quello in progetto a Perugia, la realizzazione di un biolago per il Golf club di Bogogno, ma soprattutto il nuovo quartiere Citylife a Milano, dove mi sono occupata oltre che delle consulenze per il verde privato delle abitazioni di Libeskind e Hadid, anche di una serie di proposte progettuali per la piazza e il parco sotto le tre torri, e per i viali alberati che circondano il quartiere.
D: Quali sono i vantaggi nello sfruttare gli elementi naturali?
R: Il mio motto è osservare e ascoltare la Natura, perché è fonte di bellissimi spunti. Nel libro Contemporary Landscape edito da Skira è presente un capitolo dedicato ai progetti ispirati alle forme della natura che si chiama Orme e forme Vegetali. Nelle parole di Luca Molinari, il curatore, Le forme vegetali sono, per loro stessa natura, perfette, e racchiudono quella forza creatrice che ci meraviglia e che ci incanta da sempre.
Più concretamente usare gli elementi naturali del luogo dove si interviene, offre non solo il vantaggio economico di poter usare quanto è già presente, ma garantisce anche l’attinenza di una nuova proposta in un contesto già caratterizzato. Questo è vero soprattutto per la scelta delle piante.
In senso più astratto anche considerare nel progetto elementi immateriali, come la luce o il vento, contribuisce a legare un progetto ad un unico contesto. Nel caso del progetto per il nuovo porto in Albania, l’ispirazione per le forme dell’architettura è venuta dalle conchiglie trovate sulla riva del mare. Il colore della torre è stato scelto per essere visto da lontano insieme al passaggio delle nuvole. Mentre per il trattamento del suolo si è lasciato che il vento modellasse dune di sabbia.
D: Ci sono particolari problematiche da affrontare per questo tipo di interventi?
R: Ogni disciplina dell’architettura educa ad un particolare punto di vista, la caratteristica dei paesaggisti è quella di ragionare in termini sempre più ampi dell’area in cui si interviene. Lo sviluppo di questo concetto è l’attenzione al pianeta e alla sostenibilità ambientale dei progetti.
L’ecologia e la sensibilità verso l’ambiente stanno cambiando le modalità della progettazione. I professionisti devono tenersi al passo con le richieste di consumatori sempre più consapevoli. L’eco sostenibilità e il risparmio energetico ci fanno guardare con occhi nuovi anche gli alberi e i fiori: per amore del pianeta anche il giardino diventa tecnologico. Il progetto degli spazi esterni per il nuovo Vodafone Village è stato svolto secondo rigidi criteri di risparmio idrico e di manutenzione, per questo è il primo in Italia ad avere ottenuto il credito Leed per il landscape, il riconoscimento internazionale che certifica gli edifici ecologici.
D: Quali studi bisogna intraprendere per diventare landscape designer o lanscape architect?
R: Ci sono dei master specialistici accessibili dopo la laurea in architettura o agraria, o ci sono dei corsi di laurea specifici in architettura del paesaggio. Spero che il mio libro possa essere un motivo di ispirazione a quanti giovani si avvicinano a questa professione appassionante.
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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