EDILIZIA VERDE
Il futuro delle scuole italiane è nella bioarchitettura
Legambiente e Inbar hanno presentato un apposito protocollo per le scuole italiane. Possibili risparmi energetici per oltre il 70%
La situazione degli edifici scolastici in Italia la conosciamo tutti e, più volte, abbiamo dato conto su Tekneco dei ritardi nei programmi di riqualificazione avviati dai diversi Esecutivi. Eppure, anche in una situazione spesso ai confini con la vera e propria emergenza, è possibile guardare oltre l’immediato e pensare i grande, per rendere i luoghi dove studiano i nostri figli più sostenibili e meno costoso da un punto di vista energetico. Una soluzione può essere anche quella della Bioarchitettura, che potrebbe finalmente diffondersi negli istituti italiani grazie a un protocollo appena siglato da Legambiente e dall’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (Inbar), che stabilisce linee guida e criteri per la riqualificazione sostenibile degli edifici scolastici.
Il protocollo, fondato su un sistema di valutazione multicriterio, mette infatti a disposizione del progettista una griglia di riferimento mediante la quale può misurare l’ecosostenibilità e la biocompatibilità dell’intervento proposto. All’intero progetto viene associato un punteggio complessivo finale, consentendo in tal modo al progettista, fissato un budget per l’investimento, di misurare l’efficacia delle soluzioni proposte in termini di sostenibilità delle prestazioni dell’edificio una volta riqualificato. Una prima sperimentazione del protocollo è stata fatta nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di via Monte Ruggero 39, in collaborazione con il Municipio di Roma III. Secondo Legambiente e Inbar, interventi mirati di efficienza energetica dovrebbero permettere a questa scuola di arrivare a una riduzione della spesa del 73% per l’energia termica e del 37% per la parte elettrica, passando da una Classe G di prestazione energetica a una classe B.
Oltre all’aspetto energetico, la bioarchitettura può consentire il miglioramento del benessere e della qualità indoor, come ad esempio un nuovo “clima cromatico” degli spazi interni ottenuto con tinte che non emettono sostanze tossiche , l’installazione di semplici miscelatori aria-acqua o la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico generato dai sistemi wi-fi. Il tutto a fronte di un investimento non elevato: si parla di circa 400mila euro che possono essere recuperati attraverso la riduzione dei costi di gestione energetica in poco più di 8 anni (in realtà anche meno grazie alle detrazioni fiscali in vigore).
“Grazie a un’attenta analisi ambientale, funzionale, energetica e all’applicazione del Protocollo – ha dichiarato Carlo Patrizio, Inbar Lazio-Sezione Roma 3 – è possibile arrivare a ridurre i costi energetici complessivi (elettrici e termici) fino al 30% di quelli attuali (in valori assoluti, da 70mila a 20mila euro annui) attraverso interventi di efficienza energetica (isolamento delle murature, sostituzione degli infissi, di tre generatori con due a condensazione, degli apparecchi illuminanti con tecnologia LED), di installazione di fonti rinnovabili (solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria). Inoltre, grazie all’applicazione del protocollo di valutazione, è stato possibile integrare nel progetto anche altri interventi propri della bioarchitettura come ad esempio la partecipazione degli utenti (docenti, personale, alunni e famiglie), l’impiego di materiali naturali e la tutela della risorsa idrica. Il nostro interesse per questo progetto risiede nel fatto che si vuole riconoscere un valore educativo proprio alla stessa struttura edilizia che ospita una comunità in formazione”.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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