I costruttori, il Governo e le banche alla sfida della bioedilizia
Anche senza soldi si può svoltare, a patto che ciascuno faccia il proprio mestiere
L’assemblea annuale dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) con ogni probabilità passerà alla storia per la dura contestazione riservata da una parte dei presenti al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. A lui, in quanto rappresentante del Governo, sono state imputate le promesse non mantenute di investimenti pubblici per rilanciare il settore.
Il messaggio dell’Ance
“Ben vengano interventi normativi capaci di rendere più efficienti e solleciti gli investimenti in infrastrutture, ma sarebbero assolutamente privi di stimolo allo sviluppo se non si sbloccassero contemporaneamente e sollecitamente le risorse che lo stesso Governo ha stanziato allo scopo di tutelare e rendere più efficiente il territorio”, è stato il messaggio di apertura del presidente dell’associazione, Paolo Buzzetti. Concetti che lo stesso Buzzetti aveva già esplicitato in passato, comprese le riflessioni condivise con Tekneco: “Fatichiamo a scorgere provvedimenti che favoriscano lo sviluppo. Il rischio è che questa si tramuti in una manovra esclusivamente recessiva“, aveva commentato senza mezzi termini dopo la misura di Ferragosto. Per poi ribadire il concetto in un’altra conversazione con il nostro giornale, quando ha parlato di “grandi incertezze nella politica economica” (l’intervento completo è disponibile nella rivista in uscita nei prossimi giorni)
Nuove costruzioni, si vende solo il “green”
La risposta di Matteoli non ha lasciato spazi a ripensamenti: “Soldi non ce ne sono. Il finanziamento per le infrastrutture avverrà attraverso la defiscalizzazione”. Stando così le cose, non resta che rimboccarsi le maniche e puntare a valorizzare le risorse esistenti, che in questo momento non corrispondono certamente a un’abbondante liquidità in circolazione. La base importante su cui puntare per la ripresa è la grande capacità innovativa mostrata dal settore negli ultimi anni. Nel 2010 ben il 20% dei nuovi edifici è stato classificato in classe A e un altro 36,5% in classe B. Ciò che spinge le aziende a innovare il prodotto in chiave ecologica, spiegano i costruttori (anche a questo tema è dedicato un articolo ad hoc sulla rivista in uscita), è in primo luogo la riconoscibilità sul mercato.
Banche e istituzioni chiamate a una risposta…a costo zero
Quello che manca in Italia - e si tratta di un’anomalia rispetto agli altri paesi europei – è un canale diretto con il mondo bancario, che si traduca in finanziamenti ad hoc per le costruzioni sostenibili. Così come manca la necessaria chiarezza normativa, tra incentivi che periodicamente vengono rimessi in discussione e contrasti tra livello statale, regionale e comunale. Così, in un settore variegato come l’edilizia, diventa complicato mettere a punto progetti con i relativi capitolati. Banche e istituzioni battano un colpo: la svolta è possibile, se ciascuno fa il proprio mestiere.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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