Fotovoltaico integrato, l’Ue detta le regole
I criteri di redazione dei lavori spiegati dai membri del comitato. Ritorni dell'investimento previsti al massimo in dodici anni
Come garantire che un sistema fotovoltaico integrato risponda effettivamente ai principi della sostenibilità ambientale, dell’isolamento termico e della funzionalità architettonica? Sono alcuni dei quesiti più interessanti tra gli addetti del settore, come generalmente avviene quando si sviluppa un nuovo segmento di mercato. Domande alle quali cercheranno di rispondere i tecnici impegnati nella redazione di uno standard europeo del fotovoltaico integrato.
Lavori allo stadio iniziale
Tekneco ha raggiunto Stefano Prosseda del Tis (parco tecnologico dell’innovazione, della Provincia Autonoma di Bolzano) e Matteo Del Buono dell’Eurac Accademia Euopea (istituto di ricerca applicata ), tragli esperti tecnici nominati dal Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) in rappresentanza del nostro paese presso il CENELEC (Comitato europeo di normazione elettrotecnica), gruppo che lavora alla stesura della norma. “Il gruppo di lavoro è attualmente impegnato nella definizione della normativa e al momento è prematuro indicare quali saranno gli elementi principali della normativa. Occorrerà un lungo lavoro di discussione fino alla redazione di una bozza”, spiega Del Buono. “La procedura prevede di definire un testo che poi andrà in inchiesta pubblica tra gli attori del settore, che potranno esprimere il loro parere tecnico. Il passo successivo è quello della vera e propria pubblicazione”.
Le caratteristiche del fotovoltaico integrato
La redazione della bozza dovrà concludersi entro il 2011, per poi essere consultabile pubblicamente. Intanto può essere utile dare qualche elemento ai non addetti ai lavori sulle caratteristiche di un impianto integrato architettonicamente, che si può definire in questo modo: quando i moduli sostituiscono i materiali di rivestimento di tetti, le coperture o le facciate degli edifici, avendo quindi la stessa funzionalità del prodotto da costruzione che sostituiscono, come definito dal conto energia attualmente in via di ridefinizione, possono considerarsi integrati In sostanza, quando i moduli sono interni alla struttura sostituendo i pannelli.
Gli incentivi previsti
La superficie occupata dai pannelli dipende dalla potenza finale che si desidera ottenere. In media, un impianto con una potenza nominale di un chilowatt di picco occupa circa otto metri quadrati sul tetto, in tecnologia cristallina e circa il doppio in tecnologia a film sottile. Il sistema può arrivare a produrre – in condizioni ottimali di orientamento ed inclinazione – fino a 1800 kWh/anno. Il tutto con la possibilità di ottenere – a legislazione vigente – incentivi per 49 centesimi di euro per ogni kW prodotto per impianti fino a 3 kWp. Poiché il sistema integrato in architettura ha costi molto variabili, è difficile preventivarne un ritorno economico, che, a spanne, non supera i 12 anni.
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