Canapa in edilizia, un altro passo in avanti
Inaugurato in Puglia il secondo impianto italiano di trasformazione della paglia di canapa, per trasformare sul posto la materia prima
Photo: South Hemp Techno
La canapa dimostra di attecchire bene in Puglia. Ne avevamo parlato già sui progetti recenti e i promettenti sviluppi in bioedilizia. Torniamo a rivolgerle attenzione in occasione dell’inaugurazione, proprio in questi giorni, in provincia di Taranto (a Crispano) del secondo impianto italiano per la trasformazione della paglia di canapa.
È un evento particolarmente importante in quanto grazie a tale impianto che è possibile trasformare sul posto la materia prima e attivare un circuito virtuoso che porta «a un’edilizia a costo zero e a chilometro zero», afferma Olver Zaccanti, esperto e referente Anab (Associazione nazionale architettura bioecologica) che sostiene l’iniziativa voluta da Assocanapa. «L’auspicio è che impianti come questo ne sorgano almeno uno in ogni regione» prosegue Zaccanti; Felice Giraudo, presidente Assocanapa, si spinge ancora più avanti: «dovremo arrivare a un impianto per provincia e puntare ad arrivare nel futuro a una coltivazione di 55mila ettari». Non è un’utopia se pensiamo che l’Italia storicamente aveva un ruolo di primo piano mondiale nella produzione, con 100mila ettari coltivati alla fine del XIX secolo.
Per ora i numeri sono ancora di nicchia: 1400-1500 ettari, «ma con una crescita del 200% rispetto allo scorso anno», ricorda ancora l’esperto Anab.
La canapa è una coltura in crescita costante e, come pensano gli esperti Assocanapa (e alle stesse conclusioni sono arrivati gli esperti in Francia e in Germania), “nel tempo sarà comunque la più importante coltura da rotazione impiegabile in agricoltura con l’entrata in vigore della nuova PAC”, ricorda nel proprio sito web l’associazione nata proprio per promuovere, tutelare e diffondere la coltivazione della canapa e il suo impiego nei vari settori produttivi.
Tale coltivazione, però, non può essere disgiunta dalla realizzazione di impianti di prima trasformazione ai quali le balle di steli possano essere portate con i mezzi agricoli. E qui ritorniamo all’importanza dell’impianto di Crispiano, costruito dalla start-up South Hemp Techno, il cui funzionamento ci viene spiegato dal presidente Assocanapa: «innanzitutto la macchina taglia le rotoballe di canapa che provengono dai campi: le fette, di varia dimensione, vengono poi trasportate e condotte nella parte centrale dell’impianto dove comincia il processo di sminuzzamento». Progressivamente il materiale viene disgregato e setacciato in modo che dalla materia prima si arrivi alla separazione netta tra fibra e canapulo (la parte legnosa). L’impianto fornirà materiali in differenti granulometrie, utilizzabili come inerti nel processo di costruzione per la realizzazione in opera di sottofondi, cappotti isolanti, intonaci.
La canapa in edilizia ha il suo perché: i pannelli isolanti in fibra di canapa hanno ottime proprietà termiche e fonoassorbenti, i pannelli in calce e canapulo oltre a essere più leggeri del calcestruzzo evitano la dispersione del calore e la formazione di muffe e umidità.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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Paolo
scrive il 04 settembre 2014 alle ore 11:42
Olver Zaccanti presidente dell'Anab è socio fondatore dell'Azienda Assocanapa srl. Saranno sicuramente daccordo. La Start Up invece è sempre fondata da un socio fondatore di Assocanapa srl.