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Calcestruzzo sotto la lente

La qualità del materiale edilizio rimane sempre una grande incognita. Ora arriva un sistema per la tracciabilità di uno dei materiali cruciali

Scritto da il 21 settembre 2012 alle 8:15 | 0 commenti

Calcestruzzo sotto la lente

Garantire che il calcestruzzo sia in regola, realizzato secondo i disciplinari e le norme tecniche, evitando la contraffazione ed impedendo così che la criminalità, organizzata e non, realizzi edifici dai piedi d’argilla. Questo è lo scopo del nuovo sistema di monitoraggio messo a punto da Colabeton, del Gruppo Colacem, chiamato C3 (Concrete Cube Certainty).

Si tratta di un sistema che è in grado di garantire la trasparenza dei controlli del calcestruzzo, fornendo al direttore dei lavori specifiche informazioni che gli consentano di ricostruire la filiera del materiale dal cantiere, dove avviene il campionamento, al laboratorio ufficiale dove si tiene il test di compressione.

C3 utilizza un sistema software e hardware fatto di palmari georeferenziati e da un’applicazione web, con particolari misure per garantire la sicurezza e la riservatezza delle informazioni: palmari chiusi e certificati, comunicazioni web crittografate, notifiche inviate tramite posta elettronica certificata ed archivi inaccessibili a chiunque, tranne che al direttore dei lavori, grazie alle sue credenziali certificate che avrá così la certezza del confezionamento del provino nel cantiere dove viene scaricato il calcestruzzo, la certezza che il provino sia portato presso il laboratorio ufficiale individuato e sottoposto a prova di compressione.

“Il software – spiega Paola Colaiacovo, amministratore delegato di Colabeton – sfrutta molto efficacemente le potenzialitá dell’informatica per migliorare la qualitá del costruito in Italia, modificando le metodologie di lavoro, creando maggiore fiducia nel sistema attraverso controlli efficaci sulla qualitá del calcestruzzo. Non vogliamo piú doverci accorgere sempre dopo le tragedie che un’opera non era stata costruita secondo gli standard previsti dalle normative. Bisogna investire in infrastrutture strategiche come quella nella quale oggi il sistema C3 viene sperimentato: la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocitá di Firenze”.

Sostenuto dall’Osservatorio del Calcestruzzo, che include istituzioni, associazioni e aziende del settore, il sistema C3 è stato suggerito dal Servizio Tecnico Centrale del Ministero dello Sviluppo Economico, per la sperimentazione nella nuova stazione ferroviaria dell’Alta Velocitá di Firenze, firmata dall’archistar Norman Foster, che prevede una costruzione di oltre 45.000 mq, formata da un solo volume lungo 454 metri e largo 52, organizzato su vari livelli e improntato all’efficienza energetica.

“Questo innovativo sistema è il frutto di ricerca e innovazione ed è uno strumento che avrá futuro perchè parla lo stesso linguaggio dei giovani professionisti del settore – afferma Francesco Karrer, presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici – È espressione di un pezzo d’Italia di cui possiamo essere molto orgogliosi”. Il sistema C3 potrebbe essere utile per diminuire quella area d’incertezza circa le realizzazioni edilizie di cui si accorge, come accadde con la Casa dello Studente a L’Aquila, solo a catastrofe avvenuta, facilitando i controlli specialmente per quanto riguarda le opere pubbliche, consentendo controlli più rigorosi e, cosa non secondaria, in corso d’opera.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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