Edilizia e infrastrutture
Borghi, fari, ferrovie: una nuova vita è possibile
Diverse iniziative di riqualificazione confermano la tendenza a ridare vita a infrastrutture, offrendo nuove opportunità economiche
L’Italia riscopre la sua Grande Bellezza e le tante infrastrutture dismesse.
Da pochi giorni è attivo il bando di gara per mettere sul mercato, in regime di concessione, le prime 30 case cantoniere sulla rete stradale Anas. La collaborazione tra il gestore della rete stradale ed autostradale italiana, l’Agenzia del Demanio e i ministeri per i Beni Culturali e delle Infrastrutture e dei Trasporti ha portato come frutto questo progetto di riqualificazione immobiliare dopo che lo scorso dicembre era stato sottoscritto dalle parti un Protocollo d’intesa per la valorizzazione delle case cantoniere. Ma quali attività e finalità si aprono a chi decide di partecipare al bando (per tutte le informazioni sul progetto rimandiamo al sito web www.casecantoniere.it)?
Il turismo, innanzitutto, ma anche cultura, accoglienza, ristorazione, ospitalità: sono queste, infatti, le tipologie del servizio che le case cantoniere inserite nel progetto pilota dovranno offrire ai clienti su tutto il territorio.
Come specificato dal Ministero delle Infrastrutture e trasporti in una nota, ai fini dell’aggiudicazione conterà la capacità di sviluppare un progetto economicamente sostenibile e coerente con le finalità del modello proposto da Anas. Il bando di gara è rivolto a singoli imprenditori, consorzi, aziende, associazioni, cooperative e start-up.
DAGLI IMMOBILI PUBBLICI IN DEGRADO NUOVI SPAZI PER START-UP
Queste ultime sono interessate anche a un altro progetto, che vede sempre protagonista l’Agenzia del Demanio insieme a Fondazione ItaliaCamp, firmatari di un accordo di collaborazione per promuovere il riuso del patrimonio immobiliare pubblico per creare occupazione e contribuire allo sviluppo del territorio.
L’intesa tra i due soggetti nasce proprio per avviare progetti di recupero e valorizzazione di beni pubblici abbandonati, per restituirli alla collettività con nuove finalità economiche e sociali. In questo modo sarà possibile “da un lato annullare i costi generati dal “non-utilizzo” e promuovere la cura dei beni comuni, dall’altro favorire la nascita di start-up e nuove iniziative a sostegno del mercato del lavoro per le nuove generazioni”, specificano i due enti.
LA RINASCITA DEI FARI
A questa rinascita rientrano anche i fari: a questo riguardo c’è un progetto specifico, inserito nel circuito di Valore Paese, che vede ancora l’Agenzia del Demanio, in cooperazione con il Ministero della Difesa e con gli altri Enti territoriali interessati propone, per valorizzare la rete fari e sottrarli al degrado. “I fari sono beni di proprietà dello Stato situati in contesti di assoluta bellezza e carichi di suggestione – specifica l’Agenzia – Questi immobili possono essere recuperati e riutilizzati non solo a fini turistico-ricettivi, nel rispetto degli ecosistemi nei quali sono inseriti, ovvero alcuni tra i più straordinari territori costieri italiani. L’obiettivo è quello di valorizzare questi beni partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile a livello ambientale, come avviene già in Europa, negli USA, in Canada e in Australia”.
Proprio questa settimana avverrà la presentazione di nuovi bandi Valore Paese-Fari.
MOBILITA’ DOLCE, PASSI AVANTI SULLA LEGGE
Altro tema di cui Tekneco si era occupato erano state le ferrovie dimenticate e un progetto di legge che sembrava sopito. Invece è la stessa Confederazione Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.) a far sapere che il testo sulla mobilità dolce in discussione alla VIII commissione Ambiente della Camera dei Deputati “ha fatto un altro passo in avanti”. Infatti qualche settimana fa la Commissione ha votato tutti gli emendamenti da cui è scaturito un Testo Unificato le cui modifiche più rilevanti riguardano la competenza per la redazione della rete per la mobilità dolce a livello nazionale, che sarà del Ministero per le infrastrutture ed i trasporti e non del Mibact. “Saranno le Regioni sulla base delle linee guida nazionali ad attuarle” specifica Co.Mo.Do nel proprio sito web. Non solo: nascerà l’Osservatorio sulla mobilità dolce posizionato come gestione al Mibact e vi è un articolo sui vincoli paesaggistici per particolari ferrovie e strade storiche da identificare (prima era stato proposto un vincolo generalizzato su tutte le reti).
BORGHI, IN VENDITA E IN RISTRUTTURAZIONE
C’è poi la questione dei borghi, centinaia in Italia, che versano in situazioni di abbandono e degrado. Specie quelli alpini, alcuni dei quali sono stati addirittura messi in vendita su Ebay. È questa una delle possibilità per vederli rinascere e per puntare su una riqualificazione che ridia vita e sviluppo sostenibile. È bene ricordare, come ha fatto il 2° Rapporto Montagne Italia da poco presentato, che le montagne rappresentano il 54% del Belpaese e hanno pagato un prezzo molto alto all’abbandono agricolo: un terzo del territorio nazionale è uscito dal raggio d’azione degli agricoltori negli ultimi 50 anni.
C’è chi però si sta impegnando a far sì che il tessuto urbano dei borghi possa rigenerarsi grazie agli strumenti incentivanti offerti dalla legge: l’esempio è quello offerto nel Piceno, dove «il 20,5% degli edifici risultano costruiti prima del 1919» spiega Antonio Vinciguerra, responsabile Cna per le Costruzioni di Ascoli Piceno. Si tratta di immobili che necessitano di importanti lavori di ristrutturazione edilizia, adeguamento e ottimizzazione, interventi “pagati, in parte, cedendo il credito d’imposta alle banche che a loro volta avranno più liquidità da stornare alle piccole imprese” spiega la stessa Cna Costruzioni locale in una nota. Il Piceno, con il suo tessuto storico e di borghi antichi e con il suo assetto prevalente di piccola e micro impresa, si appresta a ricevere una davvero significativa boccata di ossigeno da una nuova norma allo studio a Roma. «Ci riferiamo all’Ecobonus previsto dalla Legge di Stabilità – precisa Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – ma con una variante molto significativa sia per i cittadini a reddito basso e pensionati, sia per le piccole imprese. Come Cna Picena siamo impegnati, con le nostre strutture nazionali, affinché questi aggiustamenti alla Legge siano reali. Se così fosse sarebbe una boccata di ossigeno veramente grande per il nostro tessuto economico e sociale».
Spiega la stessa confederazione che la modifica a cui sta lavorando il Parlamento, infatti, sarebbe la chiave di volta sia per le famiglie che per le piccole imprese. “Se la proposta diventerà legge, infatti, non saranno più le piccole imprese a dover fare da banca per i crediti d’imposta maturati dai cittadini perché questi stessi crediti potranno essere ceduti alle banche vere e proprie”.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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