Risorse dimenticate: l’Italia sperimenta le pompe di calore geotermiche
Sono tecnologie da tempo utilizzate in modo diffuso in Svezia, Svizzera e Germania. A Milano e Bologna i primi impianti all'avanguardia
Photo: Impianto islandese
Riprendono le sperimentazioni italiane per sfruttare l’energia che viene dal sottosuolo. L’Italia è già quinta al mondo per capacità installata di impianti geotermici: 843 megawatt, secondo un’analisi della Geothermal energy association, ma si tratta di strutture concentrate soprattutto in Toscana. Questa regione che ricava il 25% del proprio fabbisogno energetico dalle centrali in grado di utilizzare le fonti di calore del sottosuolo, anche se di recente ha negato ulteriori autorizzazioni per nuove installazioni. Le nuove esperienze apripista arrivano da altre regioni.
A Milano, per esempio, Ikea ha attivato di recente un megaimpinato con 304 sonde geotermiche che arrivano a 125 metri sotto la superficie del suolo: evitano la produzione di 800 tonnellate l’anno di anidride carbonica. A Bologna, invece, il Centro Cisa ha progettato un impianto che integra pompe di calore geotermiche con pannelli solari termici e fotovoltaici, in collaborazione con il Politecnico di Milano e Franco Cipriani, fondatore di Areatech. In particolare, l’abbinamento al fotovoltaico elimina anche le residue emissioni equivalenti di anidride carbonica.
L’idea per il rilancio della geotermia è che non è necessario avere a disposizione aree come il Larderello, in Toscana, per sfruttare le risorse energetiche del sottosuolo. Altre nazioni europee da tempo utilizzano, per esempio, pompe di calore a bassa entalpia: possono essere installate praticamente dovunque e sono in grado di fornire raffreddamento d’estate e riscaldamento d’inverno. E hanno applicazioni per la bioedilizia in edifici di grandi dimensioni (come palazzi, villette, aziende): possono sostituire condizionatori e i tradizionali impianti per il riscaldamento in inverno.
Svezia, Germania e Svizzera sono paesi all’avanguardia nello sviluppo di queste tecnologie. A pochi pochi passi dal confine elvetico, per esempio, è in costruzione un progetto che prevede di scavare fino a 4500 metri di profondità per fornire calore a metà del centro abitato di San Gallo. Ma si tratta di installazioni che hanno raggiunto una profondità eccezionale.
In Italia ogni anno si vendono un milione di pompe di calore: è una filiera industriale con una lunga tradizione sul territorio. Ma le applicazioni per la geotermia muovono ancora i primi passi. “Pesano i costi per gli scavi e per le tecnologie, ma è un settore promettente”, osserva Fernando Pettorossi, presidente di Coaer, l’Associazione costruttori di apparecchiature ed impianti aeraulici. Per esempio, un edificio che ospita venti famiglie per garantire interamente il suo fabbisogno energetico necessiterebbe di circa 20 sonde che arrivano a 150 metri di profondità, distanziate tra di loro otto metri. Sono necessarie, dunque, ampie superfici. Che, di fatto, impediscono l’utilizzo di pompe di calore geotermiche nelle città. Inoltre, finora ha influito un’incertezza normativa. Soltanto la Lombardia ha una legislazione in merito.
“Il Piemonte ha incentivato a fondo perduto 20 impianti” aggiunge Pettorossi. Eppure le potenzialità sono state riconosciute dal Piano di azione nazionale presentato la scorsa estate: per il 2020 sono previste installazioni per 522mila toe (tonnellate di petrolio equivalente) di pompe di calore, a partire da 4mila toe nel 2005. “È una crescita notevole”, osserva Andrea Barbarella del Comitato scientifico della Fondazione sviluppo sostenibile. E aggiunge: “In prospettiva sono da tenere in considerazione anche le tecnologie che sfruttano la media entalpia, come gli impianti di cogenerazione su piccola scala”.
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L'autore
Luca Dello Iacovo
Giornalista freelance, collabora con "Nòva-Il Sole 24 Ore". Segue l'evoluzione del mondo di internet e le frontiere della sostenibilità.
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Ai@ce
scrive il 08 novembre 2010 alle ore 14:15
aggiungerei a Milano anche l'uso di PdC per il riscaldamento della nuova sede della regione: il più grande progetto di pompe di calore dell'intera città.