Rimini Fiera 7-8 novembre
Verso gli Stati generali della green economy
A Ecomondo, le due giornate promosse dal Ministero dell’Ambiente per raccogliere la sfida dell’economia verde come delineato dalla roadmap europea
Photo: franzpc - Flickr
Articolo a firma di Edo Ronchi pubblicato sul Tekneco #9
Si sono incrociate due esigenze: quella di dare seguito alla Conferenza di Rio+20, raccogliendo le indicazioni della roadmap europea sulla green economy, quella di avanzare proposte per affrontare la recessione italiana in chiave green.
È nata così l’idea, subito raccolta e rilanciata dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, di realizzare gli Stati generali della green economy. È stato costituito un Comitato organizzatore formato da 39 organizzazioni di imprese particolarmente interessate alla green economy: la scelta di un particolare coinvolgimento delle imprese e delle loro organizzazione è in sintonia sia con le indicazioni di Rio + 20, sia con quelle,convergenti,europee che sollecitano di attivare con particolare attenzione, nel percorso di green economy,tale partecipazione. Con un accordo col Ministero dell’Ambiente,inoltre, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile è stata incaricata di fare da struttura di supporto tecnico per la preparazione e l’organizzazione di questi Stati generali. L’Unep ha raccomandato di focalizzare alcuni settori fondamentali e l’Unione europea di concretizzare il percorso verso una green economy indicando target, scegliendo obiettivi precisi, misure e politiche per realizzarli. Raccogliendo queste indicazioni gli Stati generali sono stati preparati attivando 8 gruppi di lavoro tematici,formati da esponenti delle imprese,delle organizzazioni che fanno parte del Comitato organizzatore e da esperti,che hanno, con riunioni,con assemblee nazionali plenarie e con un’ampia consultazione,elaborato documenti su otto temi scelti come strategici per lo sviluppo della green economy italiana: ecoinnovazione, servizi ambientali, efficienza e risparmio energetico, fonti energetiche rinnovabili, riciclo, filiere agricole di qualità ecologica,mobilità sostenibile e strumenti economici e finanziari.
I contributi istruiti dai gruppi di lavoro confluiranno in un documento programmatico che sarà proposto alla discussione il 7 e 8 novembre a Ecomondo di Rimini alla assemblea plenaria degli Stati generali .
Aprirà il Ministro dell’Ambiente, chiuderà quello dello Sviluppo economico e interverranno nel dibattito sul documento programmatico rappresentanti della Commissione europea e dell’OCSE, di forze politiche e parlamentari, degli enti locali e delle regioni, delle associazioni ambientaliste, dei sindacati e del mondo delle imprese. Il Comitato organizzatore raccoglierà e valuterà le osservazioni emerse durante questo ampio confronto e varerà, tenendone conto, il documento finale. Questo percorso verso gli Stati generali della green economy mi pare importante per almeno due ragioni: sta facendo emergere proposte, idee, progetti che sono in grado di contribuire ad affrontare la crisi italiana, sta contribuendo ad accrescere,negli stessi protagonisti, la convinzione di far parte di un comune importante processo di green economy.
Troppo spesso si sono visti solo gli aspetti conflittuali del rapporto fra economia ed ecologia; la green economy sta, invece, dimostrando che, puntando sull’elevata qualità ambientale, è possibile alimentare nuove possibilità di sviluppo. Del resto anche la recessione economica sollecita innovazioni, conversioni, differenziazioni di beni e servizi per trovare nuovi spazi di mercato sia interno,sia internazionale. E la green economy offre,come dimostrano sia esperienze sia indirizzi,europei e internazionali, ampie possibilità di innovare,convertire, differenziare,rispondendo sia a necessità di crescente importanza (si pensi anche solo alla conversione energetica necessaria per far fronte alla sempre più preoccupante crisi climatica),sia alla domanda di nuovi consumi e stili di vita proveniente da un numero,importante e crescente,di cittadini in tutto il mondo.
Il termine”stati generali” si riferisce ad un processo di tipo costituente di ampia portata. In Italia esistono ormai numerose imprese, numerose organizzazioni di riferimento di diversi settori produttivi con forte impronta e valenza anche ecologica . Hanno però, fino ad ora, operato solo in modo separato,come singola categoria, singolo settore o specifico gruppo,avendo,anche per questo,un peso,sociale,culturale ed anche politico, abbastanza modesto, di gran lunga inferiore di quello economico e del potenziale di sviluppo.
Se questo variegato mondo, anche grazie all’impulso degli Stati generali, dovesse cominciare ad agire un po’ più come squadra,con una visione e una prospettiva condivise, il suo peso e la sua incidenza in Italia cambierebbero.
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