Siccità record: il Po è ancora senza acqua

Arrivato l’inverno il livello delle acque del fiume Po è ancora sotto i tre metri per effetto di una siccità record, verificatasi in un autunno del tutto anomalo dal punto di vista climatico. Alte temperature ma soprattutto scarse precipitazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ricordiamo che il bacino idrico del Po produce il 35 per cento della produzione agricola nazionale ed è fortemente dipendente dalla disponibilità di acqua. Coldiretti ha effettuato un monitoraggio delle acque a Pontelagoscuro, dove si è registrata la maggiore riduzione

“A causare la siccità nelle campagne e lo smog nelle città in Italia è stato- sottolinea la Coldiretti- un mese di dicembre senza vento in cui è caduto il 91% di acqua in meno rispetto alla media del periodo dopo un mese di novembre con piogge praticamente dimezzate (-49%) ma con punte di meno 80% al Nord.” L’anomalia è evidente anche nelle temperature che sono salite a dicembre di 2,3 gradi sopra la media del periodo dopo un novembre con temperature massime di 2,5 gradi in piu’ della media, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati Ucea nella prima decade. La temperatura combinata della terra e della superficie degli oceani superiori ha registrato una media di 0,96 gradi rispetto al totale del ventesimo secolo, questi sono i risultati di un’ulteriore analisi stimata da Coldiretti su dati del National oceanic and atmospheric administration (Noaa).

Dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia al Veneto la situazione è preoccupante. Nel triangolo d’oro del riso tra Vercelli, Pavia e Novara dove vi è la maggiore produzione d’Europa c’è apprensione e il problema, in prospettiva, riguarda anche la coltivazione del mais necessaria all’alimentazione degli animali.

“L’assenza di precipitazioni che ha caratterizzato l’autunno – continua la Coldiretti – ha creato diversi disagi: ha fatto aumentare la presenza di smog sopra i livelli di guardia poiché in alcune città, da Milano a Torino, da Como a Novara, non piove da quasi due mesi; sta provocando un allarme generalizzato sulla situazione dei principali bacini idrici e dei terreni, visto che sta mancando anche la neve che rappresenta una importante riserva; ha innalzato il rischio di incendi nelle zone boschive dell’Alto Adige con erba e arbusti rinsecchiti nella zona nord-orientale della Sardegna. Ma il problema riguarda l’Europa tutta dove – conclude la Coldiretti – si sono registrate punte fino a 25 gradi di temperatura nel nord della Spagna ma valori elevati sono stati toccati in molte località della Francia e dell’Inghilterra ed anche in Germania e Scandinavia.”