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Se il car sharing arriva in città

Ecco le modalità e i costi dell’auto in condivisione, nelle città italiane in cui è possibile aderire

Scritto da il 20 dicembre 2011 alle 9:00 | 2 Commenti

Se il car sharing arriva in città

Condivisione dell’auto per ridurre l’impatto ambientale e i costi fissi legati al possesso dell’automobile, sono queste le caratteristiche di base del car sharing. Il fenomeno, in continua evoluzione, vede coinvolte anche un buon numero di città italiane che hanno deciso di investire nella mobilità sostenibile. La maggior parte sono consorziate nel circuito nazionale Iniziativa Car Sharing (Ics), struttura di coordinamento sostenuta dal ministero dell’Ambiente, che garantisce uno standard nazionale operativo e tecnologico del servizio di mobilità.

Gli utenti accedono versando una quota associativa annuale che consente di pagare solo l’uso effettivo dell’auto, per tratte urbane ed extra urbane, invece dell’intero veicolo. Le vetture sono a disposizione 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno nei vari parcheggi per car sharing delle città aderenti. Bisogna prenotare il modello di auto desiderato, l’orario di presa in consegna e il tempo di utilizzo.

Premesso che i costi non sono standard, in generale le tariffe, comprensive del carburante, variano in base al modello di auto, alla fascia oraria e al numero di chilometri percorsi. Sui rispettivi siti internet del carsharing delle città dove è attivo il servizio, si trovano le informazioni relative alle tariffe e all’ubicazione dei parcheggi in cui prendere e restituire la vettura. A titolo di esempio a Roma il costo dell’abbonamento annuale familiare è pari a 151,03 euro. Utilizzare una Fiat Punto, dalle sette di mattina a mezzanotte, costa 2,01 euro l’ora. Fino a 150 km sono 0,34 centesimi di euro. A Palermo invece il costo dell’abbonamento family è di 100 euro l’anno, mentre utilizzare una Skoda Fabia ha un tariffa diurna (7.00-22.00) di 2,00 euro e una tariffa kilometrica di 0,40 centesimi di euro fino a 100 km, che scende con l’aumentare dei chilometri.

I risparmi sono presto detti: nessuna spesa per l’acquisto dell’automobile, niente assicurazione, bollo e costi di manutenzione legati alla meccanica, all’impianto elettrico o alla pulizia. E, cosa non indifferente, zero spese per il box auto.

 


Commenti

Ci sono 2 commenti.

  • cherie
    scrive il 22 dicembre 2011 alle ore 13:05

    Carsharing ma anche il carpooling, che fortunatamente si sta diffondendo nelle nostre città...io condivido la mia auto da un anno circa, organizzando i miei viaggi sul sito http://www.avacar.it Davvero una bella idea se si vuole aiutare l'ambiente!

  • Anna Simone
    scrive il 26 dicembre 2011 alle ore 19:52

    Salve Cherie, grazie per l'intervento. Certamente anche la diffusione del car pooling sta contribuendo allo sviluppo di una mobilità più sostenibile. Tuttavia il rapporto 2011 di Euromobility parla chiaro: in Italia ci sono molti progetti ancora in fase embrionale mentre il resto dell'Europa investe in modo deciso. Inoltre il problema della cattiva qualità dell'aria, un concentrato di particelle di Pm10, sta ancora aspettando una soluzione... Buona serata Anna Simone

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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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