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Rifiuti, Sistri ai nastri di partenza tra le polemiche | Tekneco

Rifiuti, Sistri ai nastri di partenza tra le polemiche

Gli operatori del settore condividono il provvedimento, ma contestano le modalità applicative

Scritto da il 18 marzo 2011 alle 10:43 | 2 Commenti

Rifiuti, Sistri ai nastri di partenza tra le polemiche

Si avvicina ai nastri di partenza l’applicazione del Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti), ma il malumore tra gli operatori del settore non si placa.

Posizioni distanti tra le parti

Il Ministero dell’Ambiente dichiara che il Sistri nonostante le difficoltà sarà operativo dal 1° giugno e prova a rassicurare il mercato con un messaggio che a grandi linee suona così: il sistema si potrà sempre migliorare adesso la sfida è farlo entrare in vigore, a regime. Tuttavia, le aziende del settore non sono d’accordo e denunciano le loro innumerevoli difficoltà tecniche, i costi eccessivi e la poca trasparenza del Sistema di controllo informatizzato di tracciabilità dei rifiuti, chiamato Sistri.

La vicenda in Tribunale

Un’azione di denuncia è stata formalizzata con il ricorso al Tar da parte di sette software house, a giugno dello scorso anno (atto n°2591/2010) in cui hanno richiesto l’annullamento del Sistri. Le sette aziende si sono viste tagliate fuori dalla possibilità di partecipare al progetto, non essendovi stata secondo loro una “regolare” gara di affidamento. Il Tar ha aperto un’istruttoria e l’udienza, dopo un primo rinvio, è stata fissata per il 5 maggio 2011. Si aspetta con trepidazione!

Salgono i costi

Le altre aziende operanti nel settore rifiuti sottolineano, invece, gli ingenti costi e gli innumerevoli malfunzionamenti che sono iniziati già dalla consegna, dietro pagamento, del Kit informatico; almeno per una parte delle 320.787 imprese iscritte che sono riuscite ad averlo! «Di fatto le aziende soggette a Sistri sono state obbligate a pagare per un servizio che ancora non esiste» afferma R. A. impiegato preso un impianto di recupero e smaltimento rifiuti.

Qual è dunque il costo complessivo dell’intera operazione?

Per lo Stato nessuno, ma per le aziende il nuovo sistema rappresenta una nuova tassa, piuttosto alta, soprattutto per le grandi imprese di trasporto, con numerosi camion, che possono arrivare a pagare oltre 20mila euro l’anno. L’informatizzato Sistri prevede un dispositivo elettronico Usb per accedere al sistema, trasmettere i dati, firmare elettronicamente le informazioni fornite e registrarle nella Black Box  tramite cui si monitora il percorso dell’intero ciclo dei rifiuti. Si inizia con il pagamento dei contribuiti di iscrizione del primo anno, con cui si ricevono i dispositivi elettronici. Ogni automezzo deve essere provvisto di una propria Black Box sulla motrice e di una specifica sim card necessaria per  trasmettere i dati nella “scatola”. Il contratto con l’operatore telefonico si paga da subito anche se l’utilizzo effettivo del sistema di trasmissione non  è ancora in funzione. Poi ci sono i seminari, i corsi di formazione e quelli di aggiornamento per gli operatori.

Il Sistri, inoltre, si sovrappone alle consuete procedure informatiche presenti in ogni azienda e rende necessario assumere nuovo personale per far fronte alla doppia attività di gestione delle informazioni. Ad esempio negli Impianti la gestione interna dei rifiuti non può essere amministrata tramite Sistri e quindi bisogna tenere ulteriori registri manuali oppure un software di registrazione informatica.

Inoltre il nuovo sistema obbliga i trasportatori al ritiro dei rifiuti solo durante le ore di lavoro diurno dei produttori e ciò comporterà la circolazione di migliaia di camion durante il giorno. Altro aspetto rilevante è il rallentamento dei tempi di lavoro con conseguente limitazione della propria produttività  perché il collegamento al sistema  è molto lento.

Il controsenso più clamoroso emerge tra il fine e mezzi utilizzati per raggiungerlo. Il Sistri nasce proprio con l’obiettivo di perfezionare la tracciabilità dei rifiuti facendo ricorso alla tecnologia informatica ma concretamente, con il nuovo sistema, non risulta possibile controllare l’intero ciclo. Il collegamento ADSL non copre tutto il territorio nazionale così se nelle zone a scarsa copertura un camion si fermasse per sostituire il rimorchio o il cassone con il carico rifiuti trasportato, nessuno se ne accorgerebbe. Non dimentichiamo che le “politiche” delle compagnie telefoniche sulla gestione della ADSL non dipendono dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, quindi non hanno sicuramente fretta di cambiarle prima del 1 giugno 2011!.


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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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