RAEE
Cambiare il frigo? Meglio limitarsi alle lampadine
Gli effetti della crisi si notano anche nella raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici, in calo dal 2012. Cresce solo lo scarto di corpi illuminanti
Photo: LuckyLouie at the English language Wikipedia
Nei primi sei mesi circa del 2013 la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) ha subìto un calo medio del 5% (con punte dell’8%) rispetto al 2012, che già aveva fatto segnare una flessione dell’8,5%, con circa due milioni di chili in meno rispetto al 2011: una drastica inversione di tendenza da quando, nel novembre 2007, è entrato in vigore anche in Italia il sistema di gestione Raee (decreto legislativo 151 del 2005).
Secondo Ecolight – che con oltre 1.500 aziende è in Italia uno dei maggiori consorzi per la gestione dei Raee, delle pile e degli accumulatori – sono tre le motivazioni di questa flessione. In primo luogo il calo dei consumi, in seguito al quale hanno subìto una contrazione anche gli scarti: in un periodo di forte crisi economica come quello che stiamo vivendo, molti consumatori hanno rivisto le proprie abitudini di spesa ed è probabile che rispetto al passato sia stato dilazionato nel tempo il rinnovo degli elettrodomestici.
Una riprova di questo fenomeno si potrebbe leggere nel dato della raccolta relativo al comparto delle lampadine, l’unico in crescita sia nel 2012 (con quasi +30% rispetto al 2010) che nei primi mesi di quest’anno (+12%): con una spesa tutto sommato modesta, è possibile ricercare un risparmio energetico sostituendo le lampadine tradizionali con quelle a basso consumo, mentre effettuare la stessa operazione sui grandi elettrodomestici inciderebbe in misura consistente sul budget.
A questo si aggiunge un fenomeno in crescita, quello dei furti di Raee custoditi nei centri di raccolta. Alcune tipologie di rifiuti elettronici hanno infatti dei componenti con un non trascurabile valore economico; la loro sottrazione al sistema di riciclaggio che fa capo ai consorzi causa una dispersione non controllata di sostanze nocive che danneggiano l’ambiente, oltre al mancato riciclo di materie prime come ferro, rame, alluminio e plastica.
Una terza causa del calo delle quantità raccolte è legata – secondo Ecolight – dalla crescita del cosiddetto “circuito parallelo”, canali di raccolta e gestione dei rifiuti che non operano all’interno del sistema Raee gestito dal Centro di coordinamento cui fanno capo i consorzi.
Nonostante la flessione, comunque l’Italia anche nel 2012 ha rispettato l’obiettivo di raccolta di 4 kg pro capite imposto dalla legislazione europea. Nuovi obiettivi e strumenti per limitare l’export illegale sono stati intanto approvati nella nuova direttiva, che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 14 febbraio 2014; la soglia minima da rispettare non si baserà più sui chilogrammi di Raee raccolti per ogni abitante, ma sul rapporto tra i quantitativi raccolti e la media delle nuove apparecchiature immesse sul mercato nei tre anni precedenti.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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