Quando l’ambiente fa notizia
L’osservatorio Eco-media pubblica il 1° rapporto sull’informazione ambientale. Oltre ai disastri, si scrive di buone pratiche e innovazioni, ma ancora troppo poco
Qualcosa sta cambiando nel modo in cui la stampa guarda ai temi ambientali. È quanto emerge dai dati del 1° rapporto dell’Ossevatorio Eco-media, nato dalla collaborazione tra la Onlus Pentapolis e il Dipartimento Scienze umane, Comunicazione, Formazione e Psicologia dell’Università Lumsa di Roma. L’obiettivo dell’Osservatorio è promuovere e svolgere attività di studio, analisi e monitoraggio dell’informazione ambientale in Italia, anche con lo scopo di stimolare i grandi editori a guardare a questo importante settore con occhi diversi, dando una continuità al flusso informativo invece di aspettare il disastro o l’emergenza per dedicare all’ambiente titoloni in prima pagina.
È infatti questo uno dei dati più significativi emersi dal rapporto: solo il 9 per cento degli articoli ha conquistato la prima pagina. L’altro dato, di non poco rilievo, sembra voler scardinare uno dei princìpi del giornalismo, ossia che la cattiva notizia “fa notizia”, quella buona no: anche se infatti al primo posto ci sono articoli su fatti di cronaca relativi a incidenti, disastri o calamità (22% del campione), nella classifica seguono notizie legate alle buone pratiche (15%) e articoli divulgativi (14%); se a questo 29 per cento si somma anche la percentuale dedicata a scoperte e innovazioni legate a energie sostenibili o rinnovabili, si raggiunge un inatteso 36 per cento che, più che dare risalto alle “cattive notizie”, enfatizza i segnali di cambiamento in positivo e cerca di costruire cultura.
Il rapporto, presentato ieri alla Lumsa nell’ambito della sesta edizione del Sif – Sustainability International Forum, in realtà ha preso in esame un campione molto limitato: per tre mesi sono stati monitorati i tre maggiori quotidiani generalisti (Repubblica, Corriere della Sera e La stampa) più il Sole24Ore, scelto per via degli approfondimenti tematici che lo caratterizzano. Proprio quest’ultimo è quello che ha pubblicato il numero maggiore di articoli a tematica ambientale (35%), la testata meno attenta a queste tematiche è Repubblica (18%), mentre La stampa e il Corriere raggiungono rispettivamente il 25 e il 22 per cento. In totale, nel periodo di controllo sono stati pubblicati 626 articoli a vario titolo classificabili a tema ambientale.
Nelle intenzioni dell’Osservatorio, l’area di monitoraggio verrà gradualmente estesa sia ad altre testate della carta stampata che ad altri mezzi ci comunicazione, ha sottolineato Massimiliano Pontillo, Presidente di Pentapolis. «L’informazione ambientale può essere un elemento determinante per incidere sulla coscienza collettiva e sui decisori pubblici – ha commentato -: ma i media mainstream ancora non brillano per particolare attivismo».
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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