Mobilità elettrica
Parla italiano Sonita, veicolo “verde” riciclabile
Il prototipo per trasportare persone e merci è pensato per avere impatto ambientale quasi nullo e per produrre parte dell’energia che gli serve
Photo: SONITA srl
Nel mercato dei veicoli elettrici è in arrivo un’idea tutta italiana. Si chiama Sonita e già dal nome (acronimo di “Sono Italiano”) promette di essere 100% made in Italy. Per ora è solo un prototipo, presentato ufficialmente a Monaco al salone Ever (dedicato alla mobilità sostenibile e all’energia rinnovabile) e presente anche a Ecomondo.
L’obiettivo, naturalmente, è di commercializzare e mettere su strada quello che è, per i suoi ideatori, “il primo veicolo elettrico economico, ecologico, elettrocar per il trasporto di persone, piccoli animali e prodotti”. Come segnalato da Alessia Bertolotto, amministratore unico di Sonita, «l’intenzione è di commercializzare entro il secondo semestre del 2014 il veicolo nelle versioni city car, van e taxi».
Nata dall’idea imprenditoriale di Antonio Bertolotto, ricercatore, inventore, fondatore e ad del Marcopolo Environmental Group, realtà specializzata nella produzione di energia verde di filiera, Sonita è concepita non solo come utilitaria, ma si presenta in nove versioni, spaziando appunto da city car al van comprendendo perfino il tir.
Il veicolo fa della sostenibilità il suo dogma imprescindibile: innanzitutto nella fase costruttiva non deve inquinare poiché si utilizzano come avvii del progetto tutti materiali riciclabili, soprattutto leggeri e resistenti e tutti assemblati con la logica del componente di facile montaggio nella fase costruttiva, eccettuato il telaio, senza saldature e senza verniciature e di facile smontaggio e riciclaggio alla fine del ciclo di vita del veicolo.
È favorevole all’ambiente come miglior impiego delle risorse ai fini costruttivi e di impiego, in quanto ogni veicolo Sonita è facilmente trasformabile in più soluzioni di impiego.
Una volta avviato il progetto e con gli attesi sviluppi dell’industria dei polimeri plastici “verdi” ottenuti dai cereali, canne ed erbaccee, il veicolo sarà costruito anche con materiali ottenuti dal mondo vegetale.
Non solo: Sonita viene consegnato all’acquirente con una dotazione di humus prodotto dalla Marcopolo Environmental pari all’equilibrio della CO2 prodotta per costruirlo, di cui il 50% viene donato a un progetto Orti in Paesi in via di sviluppo.
Sonita non inquina nella fase di utilizzo poiché consuma energia elettrica, in parte anche autoprodotta. Infatti, ha tre sistemi di produzione di energia, quando è in movimento e quando è ferma:
- produce energia elettrica fotovoltaica da appositi pannelli disposti sulle superfici più esposte al sole;
- produce energia quando si azionano i freni, sistema già in uso da primarie case automobilistiche;
- produce energia eolica attraverso particolari ventole/microturbine (la cui applicazione è un brevetto SONITA EVP – “Energia dal Vento Positivo”) che si azionano anche soltanto quando si stacca il piede dall’acceleratore quando il veicolo è in movimento e quando il veicolo è fermo.
Infine, non inquina neppure quando finisce il ciclo di vita poiché è tutto riciclabile.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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