SOSTENIBILITA' AMBIENTALE
“Aria pulita” in Europa
L’Ue ha approvato un nuovo pacchetto di politiche per ridurre l’inquinamento atmosferico. Previsto un netto impatto positivo anche sull’economia
Il prezzo da pagare a causa della cattiva qualità dell’aria è superiore in termini di vite umane a quello dovuto agli incidenti stradali, ed è quindi la principale causa ambientale di decessi prematuri nell’Ue. La cattiva qualità dell’aria ha un impatto anche sulla qualità della vita, in quanto causa asma e problemi respiratori.
La Commissione europea ha preso atto del problema ed ha adottato, a metà dicembre, nuove misure per ridurre l’inquinamento atmosferico. Il pacchetto di politiche in materia di aria pulita rappresenta un aggiornamento della legislazione esistente e punta a ridurre ulteriormente le emissioni nocive.
In particolare, sono questi i tre filoni seguiti: l’istituzione di limiti nazionali di emissione più rigorosi per i sei inquinanti principali; una proposta per una nuova direttiva intesa a ridurre l’inquinamento da impianti di combustione di medie dimensioni, come quelli che forniscono energia a edifici appartenenti a uno stesso isolato o a edifici di grandi dimensioni, nonché piccoli impianti industriali; infine un nuovo programma “aria pulita” per l’Europa, con misure volte a garantire il conseguimento a breve termine degli obiettivi esistenti e, per il periodo fino al 2030, il raggiungimento di nuovi obiettivi per la qualità dell’aria; il pacchetto include anche misure di sostegno per ridurre l’inquinamento atmosferico, con particolare riguardo al miglioramento della qualità dell’aria in città, per sostenere la ricerca e l’innovazione e per promuovere la cooperazione internazionale.
Rispetto a uno scenario invariato da oggi al 2030, si stima che il pacchetto “aria pulita” possa evitare 58.000 decessi prematuri, salvare dall’inquinamento da azoto una superficie di ecosistemi pari a 123.000 km² (pari a oltre la metà della Romania) e una superficie di zone protette Natura 2000 pari a 56.000 km² (superiore a quella della Croazia), salvare dall’acidificazione 19.000 km2 di ecosistemi forestali.
I vantaggi per la salute, da soli, consentirebbero alla società di risparmiare dai 40 ai 140 miliardi di euro in esternalità e si otterrebbero benefici diretti nell’ordine di circa 3 miliardi di euro grazie all’incremento di produttività della manodopera, a minori costi sanitari, all’aumento delle rese agricole e a minori danni agli edifici.
Secondo le stime della Commissione europea, la proposta contribuirà anche a creare l’equivalente di circa 100.000 ulteriori posti di lavoro, perché grazie al minor numero di giorni lavorativi persi si registrerà un incremento in termini di produttività e competitività; si stima che la proposta avrà un impatto netto positivo sulla crescita economica.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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