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Marine e porti che declinano la sostenibilità

Migliorando il profilo ambientale ed energetico dei porti, lo sviluppo si apre alla gestione integrata della sicurezza e dell’etica delle marine

Scritto da il 04 luglio 2012 alle 9:08 | 0 commenti

Marine e porti che declinano la sostenibilità

Photo: Particolare tipo di edificio, porto turistico di Formia. (Studio ZeroCinqueArchitetture)


Il mondo dei porti e delle marine sta diventando sostenibile su tutta la costa nazionale. Flotte, strutture e infrastrutture riducono l’impatto ambientale sfruttando le tecnologie e la bioedilizia, sia nei casi di riqualificazione che di costruzioni ex novo.

Green port

Tecnologie di risparmio energetico capaci di garantire standard illuminotecnici molto elevati, gestione sostenibile del parco mezzi, capacità di far fronte a una corretta gestione dei sedimenti contaminati, e sistemi di recupero energetico. Ecco le principali azioni da intraprendere per rendere green la logistica di un porto commerciale. A queste vanno aggiunte le iniziative legate alla risoluzione della problematica “qualità dell’aria e polveri nei porti”. Emanuele Zanotto di eAmbiente, società di consulenza e ingegneria ambientale, spiega che: «l’European Sea Ports Organisation individua ogni quattro anni le criticità ambientali per i porti, e negli ultimi anni la questione della qualità dell’aria e polveri è molto sentita. I grandi porti si stanno così organizzando per individuare “come” far arrivare energia elettrica alle navi. Per il momento il porto di Civitavecchia ha un’iniziativa molto avviata, il porto di Genova ne ha una in via di definizione, mentre il porto di Venezia ha un progetto di fattibilità piuttosto spinto». L’obiettivo è quello di riuscire a collegare le navi alla corrente elettrica e alimentarle da terra, annullando i problemi di inquinamento dell’aria per la cittadinanza.

Tra i green port nostrani in cima alla lista ci sono il porto di Venezia che sta investendo molto sulla sostenibilità ambientale, per costruire una matrice delle compatibilità tra il comparto marittimo, la laguna e la città di Venezia. Segue quello di Genova dove in accordo con la provincia si è messo a punto un piano strategico per la gestione dell’energia del porto, infine, green è quello di Livorno che ha investito nei sistemi di gestione ambientale, nelle situazioni legate al rumore, nelle questioni legate alla formazione dei propri terminalisti in campo ambientale.

Marine green

I tradizionali porti turistici, a cui sono collegati anche i cantieri navali, quando hanno una connotazione sostenibile? «Le marine – afferma Zanotto- sono strutture che nella parte dedicata ai servizi per le imbarcazioni per essere green, possono dotarsi ad esempio di tecnologie per il ritiro delle acque nere e di sentina, oppure torri a led per l’illuminazione e così via, mentre nell’area dedicata al servizio a terra per i passeggeri, tendono a investire in energie rinnovabili e, in generale, a utilizzare i criteri della bioedilizia. A riguardo cito un progetto, sviluppato nella tesi del master “Architettura della nave e dello yacht” dove sono stati definiti gli aspetti architettonici e tecnologici di un porto turistico eco-sostenibile, basato sui principi della bioarchitettura, del rispetto ambientale e dell’uso delle energie rinnovabili».

eNavis

All’interno dei porti turistici green si inserisce il progetto eNavis ideato dalla società eAmbiente. Come illustra Zanotto «due sono le questioni che stiamo portando avanti con questo progetto, pensato per aiutare le darsene a raggiungere una conformità legale nel campo ambientale e della sicurezza, e di conseguenza incrementare le stesse performance ambientali».

Una qualsiasi marina è un’attività industriale – commerciale che deve rispettare le norme sull’ambiente e sulla sicurezza.

Per ottemperare a ciò potrebbe dotarsi di sistemi di gestione ambientale o sistemi certificati, ma questo implicherebbe investimenti in personale o in competenze. «Senza tralasciare – spiega Zanotto- che spesso nelle marine lavorano solo pochi operai, quindi non si dispone di risorse finanziare o umane per investire. La nostra intenzione è andare verso tali realtà e fornire un prodotto di semplice utilizzo che si basa su delle check list, rese disponibili sul web, tramite cui la darsena turistica verifica la sua conformità legale (ad esempio autorizzazione agli scarichi, gestione dei rifiuti, gestione delle acque di lavaggio delle carene, impianti antincendio).

Garantendo obblighi legali le performance ambientali aumentano perché vengono anche restituite delle informazioni su come risolvere i problemi.».

Darsene turistiche sostenibili

Un esempio di marina green è quella di Riva Imperiale, porto turistico per 650 posti barca a Fiumicino (attualmente in corso l’iter approvativo), progettato secondo le linee guida della sostenibilità. “Sul versante eco sistemico – spiega lo studio Ragazzi and Partners – non sono compromessi i beni primari come il suolo, l’acqua, l’aria, la flora, la fauna, il patrimonio storico-naturalistico e la zona costiera. Il verde ossigenante è pensato come elemento connotativo e connettivo tra il vicino Parco del litorale e il nuovo porto”. Il verde è previsto lungo i moli principali, nelle zone di connessione tra le tre piazze dei servizi a terra, sui tetti a terrazza, lungo la riva del canale di separazione del porto turistico dal Parco del litorale, nel viale d’accesso al porto, nei parcheggi pubblici adiacenti agli edifici del water-front. Saranno adottati sistemi costruttivi a basso impatto energetico e gestionale, e sistemi energetici tecnologicamente evoluti per minimizzare l’uso di energia non rinnovabile. Nello specifico, illustrano dallo Studio di architettura “produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici e micro turbine eoliche, tetti verdi, reti duali con utilizzo di acqua del bacino naturale esistente per i wc, riscaldamento e raffrescamento con pompe di calore (zero emissione CO₂ in loco), raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione, raccolta dei rifiuti centralizzata con sistema di aspirazione meccanico, rete fognaria con sistema a depressione per la raccolta dei liquami provenienti dalle imbarcazioni (acque nere e di sentina) e dai locali servizi a terra, recupero dei grassi, degli oli, dei carburanti e sostanze varie provenienti dalle attività cantieristiche”. L’interazione , tra il tessuto sociale e il porto turistico, secondo il progetto, è garantita dall’attività cantieristica, per l’aspetto occupazionale, e dall’attrazione che svolgeranno le funzioni innestate nel water-front per il territorio del Comune di Fiumicino, e per gli utenti del vicino aeroporto, dei cittadini romani e dei turisti delle navi da crociera del porto commerciale. Tra i materiali eco sostenibili previsti “il progetto mira non solo a realizzare edifici con materiali ecolabel – sottolineano dallo studio Ragazzi and Partners- a basso consumo energetico (classe A) ma si pone l’obiettivo di ottenere la certificazione ambientale Leed Silver dell’intero intervento”

Marina di Cicerone

Sempre al centro Italia, a Formia, è in fase di realizzazione un altro porto turistico green, Marina di Cicerone, progettato dallo studio Zero Cinque Architetture.
Offre ormeggio a una flotta di circa 600 imbarcazioni di dimensioni medio grandi, inclusi i posti di transito. Tutti gli edifici, le strutture del porto, gli impianti, sono progettati per avere un ridotto consumo energetico. La coibentazione termica delle strutture edilizie, l’eliminazione dei ponti termici, i fattori solari ottimizzati per la gestione del flusso solare dai vetri, sono alcuni degli interventi previsti sugli involucri degli edifici. Nell’ambito del risparmio delle risorse idriche viene limitato il fabbisogno di acqua potabile, attraverso un impianto di dissalazione marina e utilizzando, per l’innaffiamento delle aree verdi e per gli scarichi dei water dei servizi igienici, acqua non potabile recuperata dalle acque meteoriche integrate dalla rete comunale di acqua industriale presente in zona. Uno dei cassoni frangiflutti della diga sud è attrezzato con un sistema brevettato di sfruttamento dell’energia del moto ondoso (Rewec3). Il layout della configurazione degli edifici a terra ha una serie di interruzioni e tagli fisici, che permettono la valorizzazione delle visuali libere dalla città verso il mare. Le strutture hanno delle altezze medie per ridurre gli ingombri e favorire gli effetti positivi dell’orientamento solare e delle ventilazioni naturali. Il porto Marina di Cicerone include la bonifica di un attiguo piazzale e la sua parziale riconversione a spazio pubblico, in modo tale da fungere di elemento di collegamento tra il tessuto urbano e il nuovo porto.

Perché investire in una marina green

«La darsena sostenibile rappresenta un valore aggiunto che viene dato a chi fruisce della struttura, che diventa qualitativamente superiore per l’elemento verde, a differenza dei green port, invece, dove la sostenibilità è legata all’immagine che vuole crearsi (attenzione alla sicurezza, all’ambiente, all’inserimento nel territorio)», spiega Zanotto. Per le darsene non esistono certificazioni di struttura green, vi è la Bandiera blu rilasciata da un organismo indipendente norvegese con la quale le marine si possono fregiarsi di una gestione dell’attività compatibile con l’ambiente. « La base è la conformità legale della bandiera blu – aggiunge Zanotto- il passo successivo è il riutilizzo delle tecnologie o la riprogettazione della darsena con la forte attenzione legata alla riduzione degli impatti».

Ostacoli alle marine green

Secondo Zanotto «il maggior ostacolo è legato agli investimenti. Se si realizza una marina ex novo, non si può trascendere da una progettazione attenta all’ambiente e questo va a incidere un 15-20 % per cento in più per la progettazione e realizzazione. Ma i costi sono diversi se si deve affrontare un revamping». Per il futuro Zanotto non intravede miglioramenti, anzi un calo delle entrate e di conseguenza una mancanza di fondi per investimenti strutturali nelle marine.

«Ad esempio con il decreto Salva Italia è stata introdotta una nuova tassa governativa che ha aumentato la quota di stazionamento delle barche, così si stanno registrando delle tendenze di migrazione verso i porti che offrono dei grossi risparmi. Sul fronte dell’alto adriatico, stanno andando verso la Croazia, la Slovenia, mentre nel sud Italia ci si sposta verso i porti del nord Africa».


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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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