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L’Europa volta le spalle agli Ogm

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L’Europa volta le spalle agli Ogm

Deciso cambio di rotta nelle nuove norme approvate in Commissione Ambiente: più facile per gli Stati vietare la coltivazione di Ogm nel proprio territorio

Scritto da il 13 novembre 2014 alle 9:15 | 0 commenti

L’Europa volta le spalle agli Ogm

Via libera della Commissione Ambiente dell’Europarlamento alla nuova normativa che prevede la possibilità per i 28 Stati membri di limitare o bandire la coltivazione di Organismi geneticamente modificati (Ogm) sul proprio territorio anche se autorizzata a livello Ue. La novità rispetto al testo iniziale è l’inserimento del criterio “ambientale” nell’elenco delle motivazioni alle quali possono ricorrere gli Stati membri per imporre lo stop agli Ogm; va ad aggiungersi a quelli socioeconomici, di uso dei terreni e pianificazione urbana già contemplati dalla norma.

Nel corso della procedura di autorizzazione di un Ogm ogni Stato potrà, dunque, pretendere di adeguare la portata geografica del divieto di coltivazione senza, tuttavia, dover trattare con l’impresa multinazionale titolare del brevetto, com’era previsto nella proposta iniziale. La richiesta dello Stato viene comunicata alla Commissione ed è automatica: questo significa il pieno recupero della sovranità allo Stato mentre, sulla base delle procedure europee in vigore, dovranno essere presi in considerazione anche effetti a lungo termine degli Ogm sulla salute umana e sull’ambiente, con un deciso rafforzamento del principio di precauzione.

Il voto degli eurodeputati «mostra un ampio consenso fra i partiti politici del Parlamento europeo su questo tema sensibile – ha commentato Frédérique Ries, la relatrice della proposta di direttiva sulla regolamentazione degli Ogm -. Le misure adottate assicureranno la flessibilità per gli Stati membri di limitare, vietare (oppure no), le coltivazioni di Ogm. Allo stesso tempo, abbiamo garantito un processo chiaro di autorizzazione degli Ogm a livello Ue, migliorando le tutele, con un ruolo chiave dell’Efsa». Fino ad ora le autorizzazioni vengono concesse da Bruxelles e avevano validità su tutto il territorio dell’Unione europea. Ora, invece, la proposta di nuova direttiva prevede un diverso iter autorizzativo a livello comunitario sulla base di un parere scientifico da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
Secondo Greenpeace, il voto della Commissione ambiente «fornisce agli Stati membri basi legali solide per bandire la coltivazione di Ogm dai propri territori, rendendo difficile per l’industria biotech contrastare i bandi nazionali nei tribunali». «I parlamentari hanno radicalmente migliorato il testo adottato dal Consiglio che era stato fortemente influenzato dalla linea pro Ogm del governo britannico», ha affermato Marco Contiero, direttore per le politiche agricole di Greenpeace Ue. «L’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi otto cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al biotech nei campi – ha commentato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo -. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione di Ogm a tutela della straordinaria biodiversità».
Ora il testo dovrà essere approvato dal Parlamento europeo in seduta plenaria. Secondo Matthias Groote, portavoce dei socialisti su salute e clima, il Parlamento europeo «si è dato un mandato forte nei prossimi negoziati. È un fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini europei non sia a favore della coltivazione degli Ogm».


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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