intervista
Legalità e ambiente, al via il progetto Civic
Il progetto mira a trovare le criticità in alcune filiere per verificare possibili infiltrazioni criminali e per tutelare produttori e consumatori
Photo: Wikimedia
Parmigiano Reggiano e olio extravergine di oliva, ma anche legna, pellami, materie plastiche e rifiuti elettronici (Raee). Su questi prodotti e relative filiere si concentreranno gli sforzi del Corpo forestale dello Stato, capofila del progetto Civic (Common Intervention on Vulnerabilities in Chains), al quale partecipano come partner Legambiente Onlus e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Un progetto di valore europeo (l’Ue lo co-finanzia al 90%, con 240 mila euro totali), appena avviato, della durata di 2 anni e che mirerà ad analizzare a fondo le filiere dei rifiuti, dell’agroalimentare e del commercio illegale delle specie in via d’estinzione per garantire la legalità ambientale con un lavoro d’equipe. L’obiettivo del progetto è proprio quello di raccogliere informazioni su queste filiere, fondamentali per la lotta alle agromafie ed ecomafie, e individuare grazie al confronto e alle differenti competenze degli interlocutori, le vulnerabilità nei tre processi criminali. Rossella Muroni, direttore generale Legambiente, ricorda l’entità del fenomeno: «sono 29.274 le infrazioni ambientali accertate dalle Forze dell’ordine nel 2013, più di 80 al giorno, più di 3 l’ora».
Per comprendere meglio la valenza di Civic più specificamente nel campo agroalimentare, ne parliamo con Lando Desiati, commissario capo del Corpo Forestale e product manager per il progetto
Come si attua il lavoro alla base del progetto Civic?
Si studiano le filiere in collaborazione con gli stakeholder: in questo senso si coinvolgeranno i consorzi specifici, oltre agli enti istituzionali, produttori e anche consumatori. Lo scopo è quello di individuare le eventuali criticità del sistema: per esempio, alti costi di sdoganamento per quanto riguarda specie C.I.T.E.S. (sigla che individua la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione – nda), problemi relativi alla tracciabilità di prodotti grattugiati – nel caso del Parmigiano Reggiano – oppure, nel caso dei rifiuti, il fenomeno che vede bypassare l’Italia nella esportazione dei rifiuti, portandoli direttamente all’estero. Alcune di queste criticità sono note, altre meno.
Quali sono stati i criteri sulla scelta delle filiere?
Per quanto riguarda il settore agroalimentare, di cui mi occupo in maniera specifica, quella del Parmigiano Reggiano è stata scelta perché, tra tutti i prodotti Dop e Igp, è quello col maggiore fatturato in Italia (con quasi 2 miliardi di giro d’affari alla produzione – dati Consorzio), il più diffuso e quello maggiormente contraffatto. E all’estero, i rischi fraudolenti aumentano, come pure per l’olio extravergine di oliva, altro prodotto e filiera sotto controllo. Stiamo parlando di autentiche eccellenze italiane che vanno tutelate al meglio.
Qual è l’entità del fenomeno su cui sta lavorando, ossia le agromafie?
Premesso che le agromafie sono direttamente collegate con le ecomafie, si è stimato che il fatturato della contraffazione ad essa legato nel mondo sia intorno ai 60 miliardi di euro l’anno. Si tratta di una realtà complessa, dove la criminalità organizzata (e le imprese illecite) opera in maniera non eclatante, ma in modo anche da truffare il consumatore con quelli che sono definiti “reati-spia”.
Quale sarà il ruolo del Corpo forestale e degli altri partecipanti?
Noi, insieme all’Agenzia delle dogane, contribuiremo col nostro know-how nel campo dei controlli, a livello nazionale e ai confini, per cercare di comprendere l’entità di questi traffici internazionali e dove la criminalità riesce a inserirsi nella singola filiera. Specificamente, il Corpo Forestale opererà con tre divisioni su ognuna delle filiere interessate e si lavorerà per comporre i vari tasselli e arrivare a individuare le criticità del sistema. Inoltre, il Corpo Forestale ha attivato una rete di contatti internazionali, per sensibilizzare produttori e consumatori ma anche altri operatori di sistema, per divulgare le conoscenze anche in ambito dell’Unione europea.
Per quanto riguarda Legambiente, ha sviluppato e curato alcuni aspetti dal punto di vista giornalistico, dando attenzione successivamente ai risultati, al termine del progetto, con la redazione di un manuale in cui si metteranno in risalto anche le buone pratiche delle azioni a contrasto dell’illegalità.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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