Energia e Ambiente
Le alghe, alleato prezioso per l’ecosostenibilità
Questa pianta infestante è al centro di numerosi studi per le sue potenzialità: può diventare ad esempio una carta ecologica, un isolante ed energia
Sono sempre più numerose le ricerche e gli esperimenti in tutto il mondo per sviluppare le impressionanti potenzialità delle alghe. E in molti casi i progetti più promettenti sono già passati dalla teoria alla pratica. Da queste piante, la cui diffusione è spesso un problema, si ricavano energia, tessuti, isolanti per l’edilizia, carta e così via. Diversi progetti sono attivi anche in Italia.
Nel ferrarese, ad esempio, già dal 2014 dovrebbe entrare in esercizio un impianto per la produzione di biogas a partire dalle alghe, grazie ai finanziamenti europei per il progetto Sear – Energie sostenibili nelle regioni adriatiche. Partner dell’operazione il laboratorio di Analisi agroalimentare di Ferrara e l’Università di Parma, che hanno effettuato lo studio preliminare e messo a punto il procedimento: raccolta e stoccaggio delle alghe, poi una fase di desabbiatura e desalatura, e l’integrazione con altri scarti organici per abbassare il livello di zolfo presente nelle piante; nella in seguito, la sostanza organica ottenuta passa nei digestori anaerobici dove avviene l’idrolisi e la digestione, utilizzando la tecnologia della degradazione microbiologica che permette di utilizzare tali materie prime al fine di produrre biogas in una centrale di cogenerazione, da cui si ottiene energia elettrica e calore.
Lo scarto che rimane alla fine dell’intero processo può inoltre essere impiegato per la produzione di fertilizzanti. Il gruppo Cclg di Forlì, titolare del progetto, prevede che in futuro questo scarto possa essere direttamente utilizzato in un secondo impianto che potrebbe essere affiancato a quello principale con lo scopo di produrre le alghe nelle stagioni in cui la produzione naturale è più bassa; al momento la domanda di finanziamento per questa seconda tranche di lavori è al vaglio della Commissione europea.
L’installazione di questo tipo di impianto nel ferrarese non è casuale: la Sacca di Goro, infatti, è invasa dalle alghe, la cui produzione ormai supera le 60 tonnellate all’anno al punto da ostacolare la coltivazione delle vongole, attività molto importante per l’economia locale (vi si produce quasi la metà delle vongole italiane). Al momento questa vegetazione, che in alcuni casi impedisce la navigazione nella sacca, viene in parte rimossa dagli stessi pescatori i pescatori e la Provincia di Ferrara deve sobbarcarsi i costi per il trasporto verso il centro di compostaggio di Ostellato.
“I vantaggi di questa operazione industriale – piega Enzo Cortesi, presidente di Cclg – sono molteplici ed evidenti: innanzitutto l’impianto produrrà energia elettrica (che verrà immessa nella rete a seguito di contratto con il Gse) ed energia termica (produzione di acqua calda/fredda e calore per essicazione materie prime e processi di teleriscaldamento e teleraffrescamento). Ma il fatto più rilevante sarà la ricaduta benefica sull’economia locale, che vedrà risolta, una volta per tutte, la questione alghe, garantendo maggior slancio all’attività ittica, sollevando la Provincia di Ferrara da ingenti costi: tutto questo, per di più, a costo “zero”, in quanto l’ingente investimento complessivo è totalmente a carico del nostro gruppo industriale”.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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