L’innovazione dell’analisi ambientale è made in Italy
Nuove tecnologie di cromatografia liquida, disponibili da poche settimane, ci vedono all’avanguardia al mondo
L’innovazione tecnologica è alla base dei nuovi sistemi di analisi ambientale che sono oggi una sfida di cre scente complessità. Ci sono più di 700 pesticidi impiegati a livello mondiale, ma il numero è in costante aumento. A questo si aggiungono nuovi regolamenti e le nuove generazioni di inquinanti. La risposta è in tecnologie come la Ultra High Performance Liquid Chromatography o UHPLC, arrivata in Italia a fine 2010. È nota anche come Cromatografia liquida ad alte prestazioni, che permette di identificare composti in matrici complesse riducendo tempi e costi d’analisi. Da questa tecnologia deriva il sistema Infinity, creato dall’americana Agilent. È stato progettato per offrire massima potenza, velocità e sensibilità: ha infatti il più alto Power Range attualmente disponibile (l’indicatore per valutare le prestazioni strumentali). Significa che può analizzare qualsiasi tipologia di particelle in qualunque fase mobile, fornendo infinite capacità di risolvere le sfide analitiche con la cromatografia liquida. Inoltre, integra un dispositivo con tecnologia microfluidica per la miscelazione delle fasi mobili- il Jet Weaver- e il rivelatore DAD con cella a Riflessione Interna Totale (Tir) capace di acquisire i campioni ad elevata sensibilità. Infine, ci sono le colonne Zorbax Rapid Resolution High Definition che, grazie alla maggiore pressione, aumentano la risoluzione per la massima definizione cromatografica permettendo di analizzare più di 2000 campioni al giorno. Il sistema, abbinato con gli spettrometri di massa a triplo quadrupolo (tre serie di quattro colonne), copre tutti gli inquinanti polari o moderatamente polari. Molti nuovi inquinanti sono, infatti, per loro natura solubili in acqua e pertanto più polari: si degradano facilmente ad alta temperatura, rendendo l’analisi tramite altre tecnologie complessa e laboriosa. I sistemi LC, invece, possono identificare e quantificare facilmente i composti polari: Infinity, ad esempio, può effettuare lo screening di più di 500 analisi in soli tre minuti. Questo soddisfa le esigenze delle aziende private che, sempre più spesso, richiedono controlli superiori alle norme di legge per la necessità di controllare la filiera, snodo nevralgico della produzione su larga scala. In questo modo i produttori garantiscono la propria qualità che è parte integrante della scelta del consumatore, molto attento al “basso impatto ambientale” e all’alto livello di sicurezza (particolarmente nel settore alimentare dove le analisi sono continue e accuratissime).
La tecnogia è americana, ma è progettata in Italia: la Divisione Bioscienza Europea di Agilent ha sede a Cernusco sul Naviglio (alle porte di Milano, nel mezzo della terza area più inquinata al mondo), è composta da italiani e ha reso lo Stivale il terzo paese in Europa per diffusione di strumentazione di analisi all’avanguardia. Anche tra i laboratori di analisi ci sono in Italia esempi di eccellenza, che adottano questa tecnologia: in Veneto, ad esempio, c’è Chelab, laboratorio privato da migliaia di analisi all’anno, con oltre 500 addetti, strumentazione avanzatissima e certificazioni che lo rendono protagonista nel panorama europeo. A Napoli, invece, c’è il Centro interdipartimentale di Metodologie Chimico Fisiche dell’Università Federico II la cui sezione Spettrometria di Massa diretta da Angela Amoresano con soli tre addetti e otto borsisti analizza ambiente, suolo, acque e sicurezza alimentare della maggior parte delle aziende del Sud.
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L'autore
Liliana Bossi
Liliana è giornalista pubblicista alla fine degli anni 90. Dal 2002 è iscritta all’Albo dei Giornalisti della Lombardia e collaboratrice de Il Sole24ore.com/job24. Si interessa di problematiche legate all’ambiente sociale e lavorativo oltre ad avere una passione per la tecnologia industriale e i suoi sviluppi ecocompatibili.
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