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Alimentazione: cosa mangiano i cittadini europei?

sicurezza alimentare

Cosa mangiano i cittadini europei?

Quattordici Paesi coinvolti nella creazione di una banca dati con lo scopo di valutare la probabilità di esposizione a sostanze pericolose negli alimenti

Scritto da il 30 gennaio 2015 alle 8:00 | 0 commenti

Cosa mangiano i cittadini europei?

Altre nove indagini alimentari a livello nazionale saranno finanziate dall’Efsa (l’agenzia europea per la sicurezza alimentare) nell’ambito del suo progetto di raccolta dati chiamato “Eu Menu”. In base agli esiti di una recente gara di appalto sale infatti a 14 il numero complessivo di Paesi che ora partecipano al progetto. Romania e Austria si sono aggiudicate contratti per la raccolta di dati sugli adulti, la Grecia per quella sui bambini, mentre Slovenia, Ungheria e Italia hanno ottenuto contratti che coinvolgono entrambe le fasce d’età.

Eu Menu mira ad armonizzare la raccolta di dati sul consumo di alimenti in tutta Europa. Coordinato dall’Efsa, consentirà, grazie a una stretta collaborazione con gli Stati membri, di raccogliere dati confrontabili sui consumi in tutta Europa e riguarda tutte le fasce di età, dai 3 mesi ai 74 anni. Ogni anno l’Efsa assegna nuovi contratti finalizzati alla raccolta di dati per il progetto.
Benché già in molti Paesi europei vengano condotte indagini a livello nazionale sulla dieta della popolazione, attualmente non è possibile effettuare un’analisi a livello trans-europeo o tra Paese e Paese a causa di differenze nelle modalità di raccolta delle informazioni. Eu Menu intende fornire informazioni standardizzate su cosa mangiano i cittadini in tutta l’Unione europea. La disponibilità di dati particolareggiati e confrontabili permetterà ai valutatori del rischio di calcolare con maggiore precisione la probabilità di esposizione a sostanze pericolose negli alimenti nei vari Paesi europei.
I partecipanti al progetto raccolgono dati utilizzando la metodologia armonizzata dell’Efsa, le cui linee guida sono state ora aggiornate a seguito dell’analisi dei risultati dei programmi pilota Eu Menu e dei relativi progetti metodologici. Le linee guida aggiornate – che includono materiale supplementare su temi quali l’organizzazione e la pianificazione dei sondaggi, i metodi di campionamento, le migliori prassi per individuare i soggetti ideali da intervistare e per riferire i dati- sono state approvate nel corso della riunione annuale della rete Efsa sul consumo di alimenti, tenutasi il mese scorso.
«È particolarmente gratificante che un numero sempre maggiore di Stati membri apprezzi l’importanza di Eu Menu e decida di aderirvi – ha dichiarato la dottoressa Liisa Valsta, responsabile del progetto negli ultimi cinque anni -. Abbiamo rilevato anche molta più attenzione ai particolari e una qualità generalmente più alta delle offerte in risposta alle gare d’appalto, il che indica che tutto il lavoro che abbiamo fatto per far capire il processo ci sta ripagando».
Eu Menu rappresenta l’ultima fase evolutiva di un processo avviato dal comitato scientifico dell’Efsa nel 2005. Nel 2007 fu avviata la raccolta di dati provenienti da indagini alimentari nazionali da includere nella sua banca dati sintetica sui consumi di alimenti in Europa, cui fece seguito il lancio della banca dati particolareggiata, che fornisce informazioni più ampie e dettagliate per la maggioranza dei Paesi dell’Ue, suddivise per categorie affinate di alimenti e specifiche fasce della popolazione.


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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