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Il Governo vara il decreto Terra dei fuochi
Istituito il reato penale di combustione illecita di rifiuti. Altri punti riguardano la mappatura delle aree e l’accelerazione delle bonifiche
Mappatura delle aree, accelerazione delle bonifiche e carcere per chi appicca roghi a cumuli di rifiuti tossici abbandonati. Sono alcune delle misure contenute nel decreto Terra dei Fuochi, approvato ieri dal Consiglio dei ministri che, in particolare, introduce sanzioni penali e il reato di combustione illecita di rifiuti con la reclusione da due a cinque anni. Secondo il presidente del Consiglio, Enrico Letta, si tratta di un decreto che rappresenta una “risposta forte all’emergenza perché senza intervento all’altezza della situazione, che in passato non c’è stato, lo Stato intende recuperare il tempo perduto”.
Quattro sono i punti del provvedimento: la prima e più significativa norma ha l’obiettivo di introdurre sanzioni penali per contrastare chi appicca i roghi tossici, oggi sanzionabili solo con contravvenzioni. “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni”, si legge nel testo del Decreto.
Il secondo articolo sulla Terra dei Fuochi estende “l’obbligo informativo previsto dall’art. 129 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale a fattispecie di reato in cui i fatti comportino delle conseguenze pregiudizievoli sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità dei prodotti agroalimentari al fine di favorire un corretto raccordo tra l’Autorità giudiziaria e le amministrazioni competenti ad adottare i provvedimenti eventualmente ritenuti opportuni e necessari”. In questo modo si dovrebbe rendere certa la classificazione dei suoli per sapere se sono coltivabili o meno. Così, si legge in una sintesi resa nota dal Ministero, “se durante un’inchiesta si viene a sapere di un interramento di veleni, di uno sversamento illegale, i magistrati informeranno direttamente le istituzioni locali di quello che accade in modo tale da provvedere immediatamente all’adozione delle iniziative di competenza (per esempio l’inibizione della distribuzione oppure le bonifiche)”.
L’articolo 3 del dl, si propone di “fare fronte al gravissimo allarme sociale (con pesanti ricadute economiche) provocato dalla diffusione di notizie sullo stato di contaminazione dei terreni agricoli campani e su eventuali pericoli per la salute umana di alcuni prodotti agroalimentari di quella regione”. A questo proposito, spiega la sintesi, “Il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’Istituto superiore di sanità e l’Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania (Arpa Campania) svolgono le indagini tecniche per la mappatura secondo gli indirizzi comuni e le priorità definiti con direttiva dei ministri delle Politiche agricole, dell’Ambiente e della Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Campania che sarà emanata entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto”. L’obiettivo finale è sfatare una volta per tutte “gli infondati timori” che tutti i prodotti della Campania siano contaminati.
L’articolo 4 è finalizzato alla costituzione di un Comitato Interministeriale e di una Commissione con il compito di individuare e potenziare azioni e interventi di monitoraggio e tutela da realizzarsi nell’area della regione Campania. Lo scopo è semplificare e accelerare le procedure per l’attuazione degli interventi di bonifica dei territorio.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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