Rifiuti speciali
Il Governo rinvia la scelta sul deposito delle scorie
Dietro la prudenza del Governo, c'è l'elevata impopolarità della decisione
La scelta dell’area che ospiterà il Deposito per i rifiuti radioattivi, come avevamo previsto alcuni mesi fa, richiederà più tempo del previsto. È quanto ha reso noto lo stesso Governo, smentendo così le indiscrezioni pubblicate da diversi organi di stampa, secondo cui tutto sarebbe stato deciso entro fine mese. Ma andiamo con ordine: il deposito ospiterà i rifiuti radioattivi, ossia le scorie delle ex centrali nucleari italiane ma anche i resti prodotti quotidianamente da attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Un’opera pubblica che, promette Sogin, dovrebbe assicurare investimenti per 1,5 miliardi in 4 anni, 1.500 posti di lavoro l’anno per la costruzione e 700 per la gestione.
Ma nessun Governatore o sindaco, nonostante questi presunti benefici economici, sembra disposto a sfidare la prevedibile opposizione popolare alle temutissime scorie, tanto che in Sardegna e Basilicata, le aree sulla carta più idonee, sono già sorti agguerriti comitati anti deposito che hanno raccolto il consenso trasversale di tutte le forze politiche. La novità di questi ultimi giorni è che la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (non più di qualche decina) alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi’ è ormai pronta, dopo il lavoro preliminare svolto da Ispra e Sogin, ed è stata consegnata al Governo.
Che però si è affrettato a buttare acqua sul fuoco: “A fine agosto non sarà deciso il sito che ospiterà il deposito dei rifiuti nucleari. Il percorso che deve portare all’individuazione dell’area è molto più articolato, ma allo stesso tempo aperto e trasparente”. Hanno scritto una nota i ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, guidati da Federica Guidi e Gian Luca Galletti. Fine agosto è invece il termine per il ‘nulla osta’ con eventuali osservazioni dei due dicasteri alla pubblicazione della Cnapi, contenente la lista di diverse decine di siti potenzialmente idonei.
“Il nulla osta dei Ministri – spiegano Ambiente e Sviluppo – sarà soltanto il momento d’avvio, e non di conclusione, di una lunga procedura caratterizzata da ampie fasi di consultazione pubblica, nella quale verranno coinvolti Regioni ed enti locali interessati, cittadini e comunità scientifica, che porterà prima ad individuare alcune aree concretamente idonee ad ospitare il deposito unico nazionale e poi stabilirà il sito”. Insomma per la scelta vera e propria si preannunciano tempi molto lunghi, che potrebbero anche andare oltre questa legislatura, data l’impopolarità della decisione.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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