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Mobilità verde

Idrometano: nuova frontiera della mobilità verde

Da La Sapienza il progetto per un impianto green di cogenerazione e per un nuovo tipo di mobilità pulita. E il futuro è l'auto alimentata ad idrogeno

Scritto da il 18 maggio 2012 alle 8:00 | 0 commenti

Idrometano: nuova frontiera della mobilità verde

Photo: La Sapienza


Un pò metano, un pò idrogeno. É la ricetta del primo impianto in Italia di cogenerazione e distribuzione di carburante per autoveicoli, alimentato a metano e idrogeno prodotto da fonti rinnovabili. Il prototipo è stato installato nella sede del centro sportivo universitario dell’Università La Sapienza in Viale Tor di Quinto a Roma.

Di cosa si tratta

L’impianto è realizzato grazie al Joint Lab di Sapienza, programma finanziato dalla Regione Lazio con l’obiettivo ultimo di sviluppare gli studi sull’idrometano. Si tratta dell’incentivo ad un tipo di mobilità sostenibile basata sull’impiego di una miscela di metano e idrogeno. Quest’ultimo è prodotto attraverso elettrolisi dell’acqua, ottenuta grazie all’energia proveniente da pannelli fotovoltaici e che può essere destinata al cogeneratore per produrre energia elettrica o a diventare semplice carburante per automobili.

Cronostoria

É a luglio 2011 che viene siglato il primo accordo atto a realizzare in via sperimentale un piccolo distributore per la miscela metano-idrogeno per autoveicoli. Il protocollo d’intesa ha così sancito la collaborazione tecnico-amministrativa e scientifica tra Roma Capitale e Università La Sapienza attraverso il suo Centro di Ricerca Citera.

Durante la prima fase della ricerca si è messo a punto il sistema di cogenerazione a idrometano, attraverso un piano di efficienza energetica destinato a produrre in maniera combinata energia elettrica – per i campi sportivi del Cus – e termica, per il riscaldamento della piscina.

A questo primo step è seguita la fase dedicata alla mobilità a idrometano, in collaborazione con il Comune di Roma, per la sperimentazione di veicoli  alimentati a miscele metano-idrogeno. «Per la prima volta in Italia – spiega il prof. Livio De Santoli, direttore del Centro di Ricerca Citera e responsabile dell’energia della Sapienza – sarà avviata una sperimentazione che prevede la realizzazione di un punto di distribuzione di metano e idrogeno per l’alimentazione di veicoli a bassissimo impatto ambientale. L’utilizzo di mezzi ad idrogeno, infatti, porterebbe ad abbassare l’inquinamento fino al 50%».

Passo successivo sarà la progettazione per una mobilità a idrogeno, con la messa a punto di soluzioni ad hoc per l’uso di veicoli elettrici o ibridi dotati di supporti a celle a combustibile per l’incremento dell’autonomia elettrica.

Il futuro

Ma come si comporteranno le auto a idrometano? In sostanza si tratta di veicoli con tradizionale motore a combustione interna alimentate con una miscela composta al 70% da metano e al 30% da idrogeno. Gli studi hanno segnalato come il motore a scoppio sia perfetto per un tipo di alimentazione con l’idrogeno. Infatti i normali veicoli bi-fuel benzina-metanosul mercato possono essere trasformati con facilità in veicoli a metano-idrogeno. un’evoluzione che non pensa di fermarsi qui: le auto a idrometano, o bifuel metano-idrogeno, rappresentano nella ricerca un veicolo “di transizione” verso la più verde auto a idrogeno.


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L'autore

Giovanna Lodato

Web editor. Formazione umanistica alle spalle, ha collaborato con diverse testate on line. Ha scritto di cultura, arte, musica ma anche di cronaca e politica, fino ad approdare all'ambiente. Da quasi due anni ecologia nonché i temi legati alla green economy e all'edilizia verde la fanno da padrone nella sua produzione giornalistica.


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