***ATTENZIONE***
VERSIONE OLD DI TEKNECO AGGIORNATA SINO A GENNAIO 2017
Clicca qui per visualizzare il nuovo sito
Fosforo e plastiche minacciano le acque | Tekneco

Fosforo e plastiche minacciano le acque

Un problema che riguarda il settore agricolo e quello forestale, imponendo un cambio di rotta agli operatori

Scritto da il 05 aprile 2011 alle 10:30 | 1 commento

Fosforo e plastiche minacciano le acque

L’elevata presenza di fosforo e plastica nelle acque dolci e salate è un’urgenza da affrontare subito e di petto, secondo quanto indicato dall’Unep Year book 2011, redatto dal programma dell’Onu per l’ambiente. A livello internazionale i governi e le organizzazioni si preparano con la raccolta di dati, informazioni, riflessioni, innovazioni, prospettive su Sostenibilità Globale e Green Economy, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite denominata United Nations Conference on Sustainable Development  (Uncsd) che avrà luogo a Rio de Janeiro nel maggio 2012. E’ in questo clima che si inserisce il contributo del Libro dell’Anno 2011 del Programma Onu per l’Ambiente, istantanea del Mondo 15 mesi prima la Conferenza Rio + 20.

Inquinamento in forte crescita

Nell’ultimo mezzo secolo il tasso di fosforo nel terreno e nell’acqua dolce è aumentato di circa il 75%, mentre quello che finisce in mare ha raggiunto i 22 milioni di tonnellate. Il fosforo, risorsa minerale non rinnovabile, diminuisce in disponibilità perché la sprechiamo, e gestendola in maniera sciagurata provochiamo rilevanti tassi di inquinamento acquatico. Ad oggi non sono state sviluppate tecniche per recuperarlo in acqua, quindi le ingenti quantità incrementeranno il fenomeno di eutrofizzazione: aumenteranno alghe e macrofite acquatiche con conseguente impoverimento di ossigeno ed estinzione di alcuni organismi ossigeno-dipendenti. La stima del costo annuo di eutrofizzazione solo negli Stati Uniti è di  2,2 miliardi di dollari.

Il ruolo delle colture intensive

In campo agricolo l’introduzione delle colture intensive ha portato a un utilizzo maggiore di concimi e fertilizzanti. Questi ultimi che contengono principalmente fosforo, azoto e potassio, hanno subito dal 1950 al 2000 un aumento del 600% a livello globale. A questo fenomeno bisogna aggiungere quello dei centri urbani dove le acque reflue, ricche di azoto ed altri nutrienti provenienti da escrementi e detergenti, non subiscono adeguati trattamenti di rimozione delle sostanze nutritive. Nelle grandi città dei paesi in Via di Sviluppo più del 70% delle acque di scarico non viene depurata.

In Europa alcuni paesi hanno formulato degli obiettivi specifici per il riciclaggio del fosforo. La Svezia, ad esempio, punta a riciclare il 60% del fosforo presente nelle acque reflue comunali entro il 2015.  La deforestazione e il pascolo eccessivo, inoltre, accelerano il processo di erosione del suolo da cui la poggia trascina via gli elementi nutritivi. Le regioni tropicali e sub tropicali, con precipitazioni abbondanti ed intense, hanno alti tassi di erosione del suolo. In Africa la perdita annuale di fosforo totale è di 2,5 Kg per ettaro mentre la perdita di fosforo a causa di erosione e dilavamento è di circa 1 Kg per ettaro. La resa delle colture è più bassa di un quarto rispetto alla media mondiale. Lo studio dell’Onu evidenzia che il fosforo ha ricevuto poca importanza sia per la funzione che svolge nella crescita delle colture, sia per la sua portata inquinante se eccessivamente presente in acqua. La soluzione da attuare immediatamente appare quella del recupero e del riutilizzo per ridurre gli sprechi e l’inquinamento acquatico.

L’inquinamento dei mari

Quanto alla plastica, le zone degli oceani note come zone di convergenza o spirali dell’oceano sono esemplificative dello status quo delle acque divenute ricettacolo di immondizia. Infinite zuppe di plastica partono dalla superficie marina e scendono giù fino ai fondali dove entrano in contatto con la flora, con gli altri organismi per poi passare nella catena alimentare. Gli esperti iniziano a definire il danno ambientale da plastica come mortale per la biodiversità e la salute umana. I composti utilizzati per la fabbricazione di sostanze plastiche quali nonilfenolo, ftalati, monomero bisfenolo A, e stirene, possono avere effetti negativi sulla salute se in concentrazioni elevate. Le particelle di plastica vaganti nelle acque, inoltre, assorbono ed accumulano le sostanze PBTs già presenti nell’acqua di mare e nei sedimenti. Molti di questi inquinanti potrebbero provocare malformazioni genetiche, cancro e danni alla riproduzione. Le plastiche marine rappresentano anche un pericolo per la navigazione quando si incastrano tra le maglie delle reti, o quando finiscono nelle eliche. Nel 2008, ad esempio, nelle acque britanniche i salvataggi di 266 navi sono costati 2,8 milioni di dollari.

Occorrono programmi specifici dei governi

Per l’Unep le soluzioni devono essere parte di programmi politici specifici volti a raggiungere modelli di sviluppo sostenibile ossia a basso impatto ambientale. I governi devono partire da dati scientifici per investire nella Green Economy che salvaguarderà l’ambiente e creerà nuovi tipi di business e di occupazione.


Commenti

È stato inserito 1 commento.

Rispondi

Nome (richiesto)

Email (richiesta, non verrà pubblicata)

Sito web (opzionale)


Condividi


Tag


L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


Il solare termico, corso online
Focus, la rivoluzione della domotica
Klimahouse 2017
RUBNER
AQUAFARM
BANCA ETICA
SIFET
BUILDING INNOVATION

ANICA
tekneco è anche una rivista
la tua azienda su google maps

Più letti della settimana



Continua a seguire Tekneco anche su Facebook:

Altri articoli in Ecologia
Fitodepurazione
La risposta all’inquinamento delle acque arriva dalla natura

I vantaggi della fitodepurazione e le sue applicazioni

verdura_cibi_contaminati
Cibo dal Giappone: fino a che punto è sicuro?

Le parole rassicuranti valgono fino a che si riesce a garantire l'impermeabilità assoluta delle frontiere

Close