Cambiamenti climatici
Dalle parole ai fatti, per salvare le foreste
Un importante rapporto illustra la posizione delle grandi aziende mondiali nelle cui forniture compaiono prodotti legati alla deforestazione
La deforestazione ha un peso importante nei cambiamenti climatici, con una percentuale di emissione di gas serra tra il 10 e il 15 per cento sul totale mondiale, equivalente alle emissioni generate dal settore dei trasporti. E il fattore principale che causa la deforestazione è legato alla produzione di quattro materie prime, critiche nelle catene di approvvigionamento di innumerevoli imprese operanti in un ampio ventaglio di settori, dall’alimentazione ai carburanti: olio di palma, soia, prodotti bovini e legname e derivati.
Con 13 milioni di ettari di foreste persi ogni anno negli ultimi dieci anni, è chiaramente imperativo da parte delle aziende agire subito per contribuire a spezzare il legame tra le materie prime, la deforestazione e il cambiamento climatico; in caso contrario sarà impossibile rimanere entro l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale entro i 2° C, la soglia fissata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). È quanto sostiene la Cdp – una Ong internazionale che si occupa di economia sostenibile – che nei giorni scorsi ha pubblicato il rapporto “Deforestation-free supply chains: From commitments to action”, che ha raccolto le risposte di 152 compagnie di tutto il mondo e rivela i progressi che le maggiori aziende a livello globale stanno facendo in tale ambito, indagando il livello di implicazione delle proprie catene di approvvigionamento nelle azioni di deforestazione e taglio illegale. “Le compagnie capiscono che impegnarsi per avere forniture non coinvolte nella deforestazione è il primo passo per assicurare i propri affari dai rischi rappresentati dai cambiamenti climatici – sottolinea la Cdp –. Tuttavia il rapporto mostra che c’è molto le compagnie devono fare per passare dalle dichiarazioni all’azione”.
Mentre molte compagnie devono ancora realizzare una strategia globale per combattere la deforestazione, circa il 90 per cento delle imprese identifica come un’opportunità l’approvvigionamento di almeno una merce da una fonte che non mette a rischio le foreste: “British Airways, ad esempio, ritiene che, considerata la crescente sensibilità dei consumatori verso le problematiche ambientali, agire per ridurre la deforestazione potrebbe offrire un vantaggio competitivo. Di conseguenza le aziende che non stanno affrontando direttamente il problema corrono il rischio di rimanere indietro rispetto ai concorrenti”.
Molte le compagnie che non hanno comunicato le proprie informazioni (c’è un lungo elenco alla fine del rapporto). Tra queste Ikea, Gucci, Tod’s, Geox, Renault, Bmw, diverse compagnie petrolifere e aeree.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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