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Consumo del suolo, entrano in gioco efficienza e rinnovabili

Nel ddl sul consumo del suolo, da poco approvato dalle commissioni Ambiente e Agricoltura della Camera, si parla di rigenerazione urbana e del ruolo di Regioni e Comuni

Scritto da il 02 novembre 2015 alle 10:00 | 4 Commenti

Consumo del suolo, entrano in gioco efficienza e rinnovabili

Promozione di strategie di rigenerazione urbana, ma anche maggiore ricorso a efficienza energetica ed energie rinnovabili. Nel disegno di legge sul consumo del suolo approvato dalle commissioni Ambiente e Agricoltura della Camera sono scritti concetti come questi, mirati a limitare il consumo del territorio italiano, che sia superficie agricola o naturale letteralmente divorata da asfalto o cemento al ritmo di circa 7 metri quadrati al secondo.

Per questo, nel ddl sono presenti misure atte a ridurre e arrivare progressivamente all’obiettivo di consumo zero entro il 2050.
Saranno le regioni, nell’ambito delle proprie competenze in materia di governo del territorio e nel termine di 180 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, a dettare disposizioni per incentivare i Comuni, singoli o associati, a promuovere strategie di rigenerazione urbana anche mediante l’individuazione negli strumenti di pianificazione degli ambiti urbanistici da sottoporre prioritariamente a interventi di ristrutturazione urbanistica e di rinnovo edilizio”. Non solo: è previsto il “perseguimento di elevate prestazioni in termini di efficienza energetica ed integrazione di fonti energetiche rinnovabili, accessibilità ciclabile e ai servizi di trasporto collettivo, miglioramento della gestione delle acque a fini di invarianza idraulica e riduzione dei deflussi”. Tra le misure approvate nel testo, ora sottoposto al parere delle altre commissioni competenti, si legge anche come al fine di orientare l’iniziativa dei comuni alle strategie di rigenerazione urbana, le regioni dettano disposizioni per la redazione di un “censimento comunale degli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati esistenti”, in cui specificare caratteristiche e dimensioni di tali immobili al fine di creare una banca dati del patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato, disponibile per il recupero o il riuso.

C’è soddisfazione tra gli addetti ai lavori, a cominciare dal presidente della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci:« Si tratta di un provvedimento molto atteso e il cui obiettivo è limitare il consumo del territorio».
Giunge apprezzamento anche dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori verso il testo del disegno di legge che, fanno sapere in una nota, «indirizzando l’edilizia verso interventi di riqualificazione urbana segna un cambio di paradigma ed un nuovo approccio al governo del territorio».
Anche l’Associazione nazionale Costruttori edili ha commentato il provvedimento, sottolineando in sintesi alcuni passaggi fondamentali del testo, che vedono l’obbligo per i Comuni di ridurre i valori del costo di costruzione per gli interventi di ristrutturazione edilizia, la nuova definizione di consumo di suolo netto e di superficie agricola e ridefinizione del periodo di blocco degli interventi privati in caso di mancata individuazione da parte dei Comuni degli ambiti di rigenerazione. «Il mercato è fortemente cambiato. La domanda si è dimezzata rispetto al 2006 e sugli attuali livelli si stabilizzerà nei prossimi anni: i permessi di costruire sono tornati ai livelli del 1936. Le imprese sono, dunque, consapevoli che si debba intervenire sul costruito, andando a intercettare una domanda che è sempre più selettiva ed esigente», ha affermato il presidente Ance, Claudio De Albertis, segnalando che il ddl approvato «contiene principi che sono coerenti con questi obiettivi, però deve avere più coraggio: ci vogliono strumenti operativi che consentano di realizzare interventi di vera rigenerazione urbana». In conclusione De Albertis, sottolinea che «si può e si deve fare molto più, non solo in termini di strumentazione urbanistica, ma anche predisponendo adeguate leve fiscali che promuovano la sostituzione edilizia e di conseguenza l’efficientamento energetico».
Anche l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura italiane aderente a Confindustria, si è espressa sul ddl segnalando che il ruolo dell’ingegneria nella rigenerazione urbana deve essere centrale per dare attuazione agli input contenuti nel disegno di legge sul consumo del suolo approvato oggi dalla Camera.


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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