climate change
Clima in affanno, inverno secco anche nel Bel Paese
Quello 2015-16 è stato l'inverno più secco degli ultimi anni. Potremmo avere una siccità estiva e un calo della produzione idroelettrica
Dopo le avvisaglie dell’anomalia meteorologica di febbraio, che è stato il mese più caldo di sempre allarmando tutti i climatologi del mondo che hanno rotto il silenzio commentando dei dati mensili, arrivano i dati dell’inverno italiano e nemmeno questi sono positivi. Il centro ISAC-CNR, infatti, ha valutato le anomalie medie delle precipitazioni e delle temperature nell’inverno 2015-16 e ha tratto delle conclusioni nette: è stato un inverno caldo, molto caldo. I dati sono impietosi. Le precipitazioni nel Bel Paese quest’inverno sono diminuite del 22%, cosa che porterà ad avere problemi di fornitura idrica per l’agricoltura quest’estate e diminuzione nella produzione d’energia idroelettrica ma, è sul fronte delle temperature medie che c’è da preoccuparsi. Il termometro, infatti, ha registrato un più 1,76 °C di temperatura media in generale con tutte le conseguenze del caso. La stagione invernale, infatti, è stata una delle meno innevate degli ultimi quindici anni con serie conseguenze sull’industria del turismo invernale.
Il fenomeno si è fatto particolarmente sentire sulle Alpi dove lo zero termico spesso lo si è trovato intorno ai 3000 metri, un fatto decisamente insolito. Drammatico anche il dato delle precipitazioni al sud dove si è registrata una siccità praticamente invernale. In Puglia e in Sicilia, infatti, si è registrata una diminuzione della piovosità del 70%, cosa che avrà di sicuro dei riflessi negativi per l’agricoltura di quelle zone. Di fronte a una simile situazione le cose possibili sono poche perché l’opera di mitigazione (la riduzione delle emissioni di CO2) opererà nell’arco di anni, per cui l”unica cosa possibile ora è una politica d’adattamento ai cambiamenti climatici che nella sostanza si traduce nell’utilizzo migliore delle risorse residue e, soprattutto, a una gestione degli eventi estremi che potrebbero presentarsi e ledere ancora di più il quadro. Inondazioni repentine, alluvioni e frane, infatti, non aumenterebbero la disponibilità idrica, ma potrebbero distruggere strutture importanti per la gestione del territorio aggiungendo danni su danni. Peccato che l’Italia sia l’unico paese europeo che oltre ad avere adottato per ultimo una Strategia d’adattamento ai cambiamenti climatici, non la abbia applicata per niente, lasciando così il territorio in balia del clima.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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