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Clima-energia 2030, la vigilia tra ottimismo e pessimismo
Renzi conferma l'impegno italiano, la Ue prospetta segnali d'intesa incoraggianti ma dall'IPCC giungono pareri molto critici ai target UE
Photo: Bull3t / Flickr
Alla vigilia della due giorni che vedrà il Consiglio europeo, sotto la presidenza di turno italiana, dibattere sul pacchetto clima-energia 2030 e anche sul tema dell’efficienza energetica, emergono i primi pareri e previsioni autorevoli sull’andamento dell’incontro. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in queste ore al Senato, ribadisce il massimo impegno dell’Italia al Consiglio europeo sui temi del clima, dell’energia e dell’ecosostenibilità, garantendo che il nostro Paese sosterrà fino in fondo il tema degli investimenti per quanto riguarda green jobs e sostenibilità ambientale.
Dall’Unione Europea i segnali che arrivano sono incoraggianti circa il buon andamento del dibatito. Lo prevede il sottosegretario per gli Affari europei Sandro Gozi, al termine del Consiglio Affari generali, valutando «a portata di mano» un accordo fra i 28 Paesi UE sui target di risparmio energetico e di riduzione di emissioni nei prossimi anni e probabilmente sarà raggiunto dai capi di Stato e di governo al vertice di Bruxelles nei prossimi due giorni. «Il tono della discussione è molto incoraggiante e dimostra la volontà di raggiungere un accordo ambizioso a livello Ue», ha affermato Gozi. Sulla stessa linea d’onda il commissario Ue alle relazioni interistituzionali, Maros Sefcovic: «Ci sono tutte le condizioni perché si raggiunga un accordo ambizioso giovedì. È fondamentale per poter dire ai cittadini che l’Europa si occupa del loro ambiente ed è il leader mondiale della lotta al cambiamento climatico». Sefcovic ha anche aggiunto che l’UE «dovrà avere un ruolo chiave nel negoziato globale che culminerà nella conferenza di Parigi del 2015». Sui target europei, tra i quali l’obiettivo vincolante comunitario ricordato dal sottosegretario per gli Affari europei, che passa dalla riduzione delle emissioni inquinanti del 40% nel 2030 rispetto al 1990, ci sono pareri discordi. La critica più sonora è quella di Jim Skea, vice presidente dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), organo intergovernativo delle Nazioni Unite che recita lapidario: «I leader europei stanno per consegnare la Terra al rischio di un pericoloso cambiamento climatico», affermando anche: «Non credo che molte persone abbiano capito quanto sia enorme il compito (intrapreso su questi temi – nda). È assolutamente straordinario e senza precedenti. La mia ipotesi è che il 40% per il 2030 sia troppo poco e giunge troppo tardi». Non solo: esso «impegnerà i governi futuri tagli delle emissioni straordinari e senza precedenti».
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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