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Un antico monastero trasformato in hotel di lusso, la nuova case history di BTicino

Innovative soluzioni impiantistiche, facili da utilizzare, si integrano in un ambiente raffinato e solo apparentemente essenziale

Pubblicato da Tekneco Aziende il 14 settembre 2015 alle 9:30

La scelta di ristrutturare un antico monastero per trasformarlo in un albergo non è certamente originale. Soprattutto in un Paese, come l’Italia, in cui sono fioriti centinaia di conventi che, con il tempo, sono stati progressivamente abbandonati. Simili edifici sono sorti spesso in luoghi che all’epoca erano considerati spirituali, mentre oggi appaiono particolarmente apprezzati dai turisti alla ricerca di panorami ancora incontaminati. L’idea di ristrutturare un vecchio monastero del 1700, in costiera Amalfitana, poteva quindi portare a realizzare uno dei tanti luoghi di villeggiatura che, solitamente, cancellano lo spirito originale del luogo. Un errore che la proprietaria di Monastero Santa Rosa Hotel & Spa non ha voluto commettere. Al contrario, sin dalla concezione dei progetti originali, si è posta l’obiettivo di conservare l’anima dell’edificio, per permettere agli ospiti di vivere un’atmosfera spirituale unica. Da qui la scelta di realizzare solo 20 camere, ognuna delle quali occupa due o più celle dell’edificio originale, come per le suites , mantenendo intatta la struttura muraria e la sensazione di serenità che solo i monasteri sono in grado di trasmettere. Il lavoro di ristrutturazione è quindi stato particolarmente lungo e minuzioso per l’esistenza di strettissimi vincoli dal punto di vista architettonico, paesaggistico e storico. La proprietaria si è ispirata ad un concetto ben sintetizzato dal direttore dell’albergo Flavio Colantuoni: “Il lusso della semplicità”. Pur trattandosi di uno dei più esclusivi alberghi incastonati nella splendida costiera Amalfitana, il Monastero Santa Rosa si raggiunge attraverso una strada panoramica a picco sul mare, che attraverso una serie di strette curve consente di godere di paesaggi mozzafiato, che introduce lentamente in quella che sarà l’anima dell’hotel stesso: servizi e comfort al massimo livello, ma proposti in modo discreto. Così, benché la clientela sia relativamente giovane e quindi abituata alle più sofisticate innovazioni tecnologiche, la proprietà ha scelto di offrire la tecnologia in modo non ostentato, ma quasi nascondendola. Al contrario di altri hotel, dove le funzionalità tecnologiche vengono esaltate, in questo caso devono essere esclusivamente “a servizio” dell’ospite, con l’obiettivo di renderne l’impiego tanto gradevole quanto semplice.

Il ruolo della domotica

Introdurre tecnologie di controllo e gestione degli ambienti, in un tale contesto, rappresenta un equilibrio delicato. Un equilibrio con cui si è dovuto confrontare Gerardo Cardellicchio, titolare di Elettromeccanica Cuomo, che ha curato l’intera installazione. Il primo dilemma con cui si è misurato è stato quello di individuare un’interfaccia adeguata al contesto. All’interno delle camere, così come negli ambienti comuni, la scelta si è indirizzata sulla serie civile Axolute nella versione bianca, una soluzione capace di integrarsi perfettamente nel contesto di un antico monastero. In questo caso, infatti, è risultato vincente il design essenziale, unito alla linearità formale e non esibita. Del resto, come spiega Cardellicchio, “l’aspetto più difficile del lavoro è stato quello di far ‘scomparire’ l’impianto elettrico, che quasi non doveva essere percepito dagli ospiti”. Un obiettivo al quale ha contribuito anche il fatto che, avendo sopraelevato i pavimenti, è stato possibile far transitare i cavi sotto il piano di calpestio, riducendo al minimo gli interventi sulle pareti in sasso. Per facilitare l’utilizzo della tecnologia, gli ospiti interagiscono solamente attraverso una serie di tasti che, grazie a intuitive serigrafie, permettono di gestire agevolmente il comfort di ogni singola stanza. Questo significa che, all’atto pratico, il personale del piano uscendo dalla stanza preme un tasto per creare lo scenario adatto all’accoglienza dell’ospite. Quest’ultimo, al suo arrivo, decide invece quali sorgenti luminose attivare, scegliendo tra scenari differenti, in funzione dell’attività che vuole svolgere, delle esigenze del momento o della temperatura che ritiene più gradevole. La cura dei dettagli è arrivata al punto che, volendo alzarsi senza disturbare il proprio partner, un ospite può accendere solamente delle piccole luci discrete, che lo guidano sino al bagno. Una semplicità di impiego che “nasconde” la tecnologia SCS, grazie alla quale è possibile distribuire l’alimentazione, ma anche i segnali dati, video e audio all’intero complesso. Il tutto sfruttando la flessibilità del protocollo che ha consentito a Cardellicchio di aggiungere anche nuove funzionalità, che non erano state previste nel progetto iniziale.

Il cuore oltre… la porta

Per garantire tutte queste funzionalità, ogni singola stanza deve essere dotata di un proprio quadro elettrico. Apparecchi che, però, striderebbero dal punto di vista estetico. Stupisce così constatare come all’interno delle camere, ma anche attraversando i lunghi corridoi del convento, sia impossibile vedere le installazioni “tecnologiche” che gestiscono la “spiritualità” dell’ex monastero. Il segreto, come spiega il direttore, è in un artificio architettonico che, in fase di progettazione, ha permesso di ricavare delle piccole nicchie, accessibili dal corridoio esterno, nelle quali i quadri sono celati dietro le pesanti porte in legno delle ex celle delle monache. Questo significa che, percorrendo i corridoi, gli ospiti vedono solamente una serie di porte, ma non posso immaginare che nascondano il cuore tecnologico della propria stanza. Solo aprendo una di queste pesanti porte appaiono i quadri Ldx800, equipaggiati con tutte le apparecchiature necessarie al sistema domotico e alla distribuzione di energia. Tutta la componentistica, anche in questo caso, è firmata da BTicino. Una scelta non casuale, come spiega Cardellicchio, ma dettata dall’esperienza maturata sul campo e dal rapporto di fiducia creatosi nel tempo: “Per affrontare un impianto di queste dimensioni è stato importante poter contare, oltre che su prodotti affidabili, sul supporto tecnico dell’azienda e sulla rapida disponibilità dei componenti a magazzino. Caratteristiche che solo una realtà italiana, ma inserita in un contesto internazionale, con un’efficiente filiale locale e una capillare distribuzione sul territorio, mi ha potuto garantire”.

La libertà della Spa

All’interno delle ex-celle, trasformate in comode stanze, la tecnologia non deve essere percepita. Nella Spa, al contrario, Cardellicchio è stato libero di esaltare le soluzioni tecnologicamente più innovative. In questi ambienti, infatti, l’hotel offre una completa serie di trattamenti estetici e rilassanti, attraverso percorsi benessere studiati sulle singole esigenze degli ospiti. Da qui la libertà, per gli ospiti e per il personale, di scegliere la musica, ma anche la temperatura e l’illuminazione adatte al particolare trattamento o allo stato d’animo dei singoli. Una scelta che può essere personalizzata attraverso una serie di pannelli touch screen MyHome da 3,5”, che permettono di attivare gli scenari più svariati. Anche in questo caso, benché la tecnologia sia percepita, l’impiego di touch screen ne rende l’impiego semplice e immediato. Ogni desiderio dell’ospite, anche dal punto di vista ambientale, viene così soddisfatto senza fatica. Il tutto reso ancor più gradevole dal sistema di diffusione sonora che aggiunge l’elevata qualità delle melodie musicali alla professionalità del personale di servizio.

Relax e… stress

La clientela internazionale, quando arriva in Italia, non può rinunciare alla qualità del cibo. Una qualità che, all’interno di questo prestigioso Hotel, viene esaltata anche dal fatto di servire frutta e verdura a “centimetri zero”, come dice lo stesso direttore. Sono stati infatti ricreati sia l’orto sia l’antico frutteto delle monache, che permettono di portare in tavola frutti e verdure colte pochi minuti prima di essere cucinati. L’impianto elettrico di una cucina, seppur di altissima qualità e guidata da uno chef stellato, non può però essere realizzato con gli stessi criteri della zona ospiti. Efficienza, sicurezza elettrica e alimentare, infatti, sono molto più importanti dell’estetica in ambienti che risultano necessariamente aggressivi per la presenza di oli, vapori e acqua e dove i cuochi sono chiamati a rispettare gli standard più elevati, oltre a soddisfare i desideri di ogni singolo ospite. Così, per gestire al meglio il processo di preparazione delle pietanze, garantendo elevati standard di sicurezza, è stata evitata la presenza di fiamme libere. Tutto il calore necessario viene fornito attraverso la rete elettrica, sfruttando piastre ad induzione per la cottura. Una scelta che ha comportato la necessità di installare prese e componenti in grado di tollerare un ambiente particolarmente aggressivo, oltre a potenze anche elevate. Caratteristiche che hanno suggerito di installare gli apparecchi della serie industriale Tiplug di BTicino, conformi alla CEI EN 60309. Soluzioni interbloccate che, anche grazie al design essenziale, offrono un’elevata resistenza agli aggressivi presenti nelle cucine, permettendo allo staff di lavorare in condizioni di assoluta sicurezza e igiene. L’affidabilità, del resto, rappresenta un elemento fondamentale nell’impianto elettrico di un hotel esclusivo. Gli ospiti, desiderosi di vivere un’esperienza unica, esigono infatti che tutto funzioni alla perfezione. Un’esigenza che si riflette anche nel quadro elettrico. In cucina il quadro elettrico non deve essere nascosto, anzi facilmente ispezionabile per capire subito l’eventuale dispositivo in default, per poter riprendere l’attività in tempi rapidi ed evitare il rischio di incidenti in locali umidi. Da qui la scelta di utilizzare porte con la chiusura in cristallo, attraverso le quali anche al personale di cucina può identificare immediatamente situazioni anomale.

La potenza dentro un armadio

I limiti dell’approvvigionamento attraverso la rete di gas pubblica hanno suggerito di utilizzare l’energia elettrica anche per il riscaldamento, oltre che per l’impianto di condizionamento, la piscina a picco sul mare, le cucine e le singole utenze. Una situazione che comporta, come intuibile, l’utilizzo di potenze significative. Per tale ragione, all’interno di un vecchio deposito defilato dalla struttura frequentata dagli ospiti, sono stati installati i due armadi Mas 4000 HDX, ingegnerizzati per supportare correnti sino a 4.000 A. Da queste strutture si dirama l’enorme fascio di cavi che consente di distribuire l’energia elettrica all’intero complesso. Un’elevata quantità di cavi, come comprensibile, comporta anche un peso significativo, che deve essere sostenuto adeguatamente nel tempo. Questo anche in considerazione del fatto che, trovandosi in prossimità del mare, l’atmosfera è particolarmente corrosiva. Da qui la scelta di utilizzare passerelle a filo Cablofil nei controsoffitti e passerelle portacavi Gamma-P. Soluzioni di distribuzione in metallo di elevata qualità, in grado di resistere nel tempo e garantire livelli di affidabilità in linea con gli standard della struttura. Considerando di dover gestire potenze particolarmente elevate, Elettromeccanica Cuomo ha inoltre scelto di non allestire direttamente gli armadi. Al contrario, complice il rapporto di collaborazione instaurato con i tecnici BTicino di Napoli, ha delegato al fornitore stesso l’intero assemblaggio dei quadri di potenza. Con il supporto dello staff tecnico locale, con il quale l’azienda installatrice è rimasta sempre in stretto contattato, sono stati fornite a BTicino le specifiche necessarie alla realizzazione dei quadri, affidando al fornire tutte le operazioni di assemblaggio e certificazione. Una volta assemblate e testate, tutte le strutture sono state trasportate direttamente sul posto, dove l’impresa installatrice ha provveduto al loro posizionamento e al collegamento all’impianto elettrico.

Potenza senza compromessi

L’esigenza di rispettare i più elevati standard di sicurezza e affidabilità ha guidato anche la scelta della cabina di trasformazione. L’energia, infatti, arriva dal fornitore alla tensione di 20.000 V, per essere poi trasformata alla tensione adeguata ad alimentare le diverse utenze dell’albergo, sia a 220 che a 380 V. Anche in questo caso la scelta si è orientata su una soluzione BTicino, consegnata in cantiere già completa e certificata. La scelta si è così indirizzata verso i quadri QMT equipaggiati con interruttori e sezionatori per impianti di media tensione. Un altro degli aspetti qualificanti della cabina MT/BT è legato all’impiego del trasformatore EdM BTicino isolato in resina. Questa soluzione, già certificata a livello internazionale, tollera infatti l’ambiente marino e risponde quindi in maniera ideale ai requisiti di un’installazione a picco sul mare. Inoltre l’impiego di un trasformare in resina ha offerto significativi vantaggi in termini di sicurezza, grazie all’assenza di liquidi isolanti, e di assoluta silenziosità, per non disturbare la tranquillità degli ospiti. Quest’ultimi, nel corso del proprio soggiorno, voglio infatti sentire solo il rumore del mare che si infrange sugli scogli ai piedi del promontorio roccioso sui cui è costruito il Monastero Santa Rosa.

 

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