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Villa MEG | Scheda progetto

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Villa MEG

Geometrie semplici e razionali caratterizzano questo edificio unifamiliare sviluppato su due livelli certificato CasaClima

immagine in primo piano del progetto Villa MEG

Il progetto nasce sulle “ceneri” di un’abitazione unifamiliare a due falde degli anni ’60.  Insieme alla committenza si è optato per la demolizione dell’esistente per due motivi fondamentali:

  • le strutture della copertura e i muri del piano interrato versavano in condizioni difficilmente sanabili;
  • l’orientamento e la posizione dell’edificio erano completamente errati dal punto di vista bioclimatico e rispetto alla sagoma dell’inviluppo planimetrico consentito dal lotto.

La forma del terreno, oltre alla presenza dei preesistenti edifici a ridosso dei confini del lotto, è stata decisiva per la scelta di esposizione ed affacci. Altro vincolo determinante, anche dal punto di vista urbanistico, è stato quello delle preesistenze naturali ossia le dune di arena e le alberature autoctone.
Questi elementi inalterabili, anziché pregiudicarne la riuscita, hanno dato un valore aggiunto al progetto.

Dal punto di vista bioclimatico l’edificio si affaccia, con le due zone giorno e le finestre di tutte le stanze principali, ad un sud “imperfetto” (8°). A nord due strette e lunghe finestrature tagliano tutta la facciata portando illuminazione naturale e diffusa ai corridoi interni e fungendo da estrattori naturali di aria calda nel periodo estivo.
La zona giorno al piano primo si affaccia su una loggia a sbalzo sulla piscina che porta luce e raffrescamento naturale; data la notevole dimensione dello sporto esso protegge, a propria volta, la zona giorno del piano terra creando un ambito di ombra ideale per i pranzi in plein-air e un’adeguata protezione.

Una pensilina protegge le finestre delle camere dal sole diretto e dalle intemperie.
Il percorso che dalla scala esterna porta all’ingresso principale forma un “corridoio” a sbalzo che protegge ed ombreggia le finestre del piano terra.
La copertura dell’edificio è stata concepita piana per meglio ospitare un tetto giardino, i pannelli solari termici e la predisposizione per il fotovoltaico.
Dal punto di vista impiantistico si è puntato molto sul risparmio energetico utilizzando una caldaia a condensazione, un impianto radiante a pavimento e un accumulatore di pannelli solari che possa aiutare il generatore di calore sia per il riscaldamento che per l’acqua sanitaria.
L’edificio è stato realizzato interamente in calcestruzzo armato a vista, una tecnologia che ha consentito alcune scelte azzardate dal punto di vista strutturale e che più si addiceva allo stile architettonico dell’opera.
Nonostante ciò si è riusciti nell’intenzione di avere un edificio a basso consumo energetico (classe B di CasaClima) grazie all’opportuno isolamento perimetrale (8-12 cm di polistirene espanso) e in copertura (22 cm di fibra di legno), è utile ricordare che i muri più esposti del piano terra sono completamente “annegati”  e quindi protetti dalla duna di sabbia; un’accurata progettazione esecutiva ha evitato tutti i classici ponti termici e l’uso di serramenti a taglio termico con vetri basso-emissivi ha aumentato notevolmente l’efficienza termica dell’involucro. Internamente ha prevalso l’uso di materiali naturali: i pavimenti sono tutti in legno di noce e gli intonaci sono in gesso.
La committenza, soddisfatta del progetto architettonico, ha reclamato anche il progetto del giardino e degli interni. Il progetto del verde è stato più complesso del previsto perché si è cercato di conciliare l’uso di specie autoctone con i precetti del feng-shui. Il risultato finale lo si potrà apprezzare solo quando tutte le piante, i cespugli e le tappezzanti saranno completamente “a regime” ma già ora risulta pienamente integrato con le forme sinuose delle dune e quelle spigolose dell’edificio.
Per gli interni è stata fatta una ricerca particolare sulla luce artificiale optando per corpi luminosi efficienti ma poco invasivi se non addirittura invisibili. Gli arredi seguono lo stile minimal dell’architettonico e lo integrano armonicamente con forme e volumi puliti; apparentemente asettici e inespugnabili nascondono, attraverso piani ed ante scorrevoli, un cuore pulsante ed efficiente.

Il cantiere, partito con i migliori pronostici, ha rispettato pienamente le tempistiche di realizzazione di circa un anno solare. Infatti le demolizioni dell’edificio esistente sono iniziate il 15 maggio 2006 e la fine lavori, ossia l’edificio completo di impianti e finiture, è stata data il 3 agosto 2007.
Si tenga in considerazione che da giugno a settembre, essendo il cantiere in zona turistica vi sono dei limiti ferrei per quanto riguarda il rispetto delle ore di “silenzio” e in agosto sono del tutto vietate le attività di cantiere.
Per quanto riguarda le fasi di cantiere si è arrivati alla copertura del primo piano, ossia secondo solaio, in poco più di sei mesi (novembre 2006) includendo anche i tempi di realizzazione delle partizioni interne e delle contropareti in laterizio.
In generale le condizioni riscontrate, da indagini geognostiche, dei terreni presenti sull’area sono risultate da buone  a ottime, essendo presente uno spesso strato di sabbia omogenea con sporadici livelli decimetrici di limo sabbioso (Rp = 55 – 90 kg/cmq). Le fondazioni superficiali pertanto risultano poggiate sullo strato superficiale dotato di buona resistenza. Con l’ingegnere strutturista si è optato quindi per una fondazione diretta  e continua realizzata in cls armato a travi rovesce, all’interno dei cordoli armati sono stati posati i cupolex della Pontarolo per creare, come prescrive l’art.4 della legge regionale Friuli Venezia Giulia 23/08/1985 N. 044, un solaio con una camera d’aria di 20 cm  portando da est ad ovest e anche verso nord dei tubi aeratori. Questa soluzione, collaudata da anni, consente in primis un buon isolamento termico dal terreno dovuto alla camera d’aria, un isolamento dall’umidità di risalita, il convogliamento all’esterno dell’edificio di eventuali gas dannosi alla salute (es. radon), un risparmio di inerti pari all’altezza delle cupole.
Per non parlare della velocità di posa data dalla facilità d’incastro e dalla leggerezza degli elementi componibili.
I muri portanti del piano terra sono in cls armato, realizzati in getto pieno, e hanno uno spessore di cm 25. Data la vicinanza al mare e i risaputi fenomeni di ritiro del materiale si è prestata particolare attenzione nello scegliere la miscela giusta per un cls Rck 400 con cemento tipo X-S1, dosaggio 340 kg/m³, consistenza S5, dimensione massima aggregato 25 mm, rapporto A/C<0,5.

L’idea architettonica/strutturale estetica di due parallelepipedi monolitici in cls a vista e con forti aggetti a sud si sposava male con l’intenzione di realizzare un edificio eco-sostenibile per le note caratteristiche del cls rispetto alla conducibilità termica (λ di circa 0.6 W/mK).
Nonostante tutto il calcestruzzo è anche un elemento massivo con elevata inerzia termica e ciò contribuisce al benessere microclimatico interno riducendo fastidiosi picchi termici;  per ovviare al problema della conducibilità si è quindi optato per un sistema di isolamento termico interno: un pannello in polistirene espanso estruso dallo spessore totale di 8 cm (λ di 0.033 W/mK) ed una controparete interna in laterizio forato con spessore 8 cm il pacchetto funziona benissimo dal punto di vista termico perché le murature del piano terra sono a Nord completamente interrate, e in buona parte anche a est ed a Ovest lasciando completamente esposte solo le murature a sud.
Su quest’ultime è stata pensato un rivestimento isolante esterno in doghe di legno orizzontali (ipè tabacco)   che assolvono alla doppia funzione: esteticamente staccano e danno maggiore profondità al piano terra mettendo ancora più in evidenza il piano primo e i suoi aggetti; fisicamente assolvono a funzione di parete ventilata sia per il periodo estivo che per quello invernale essendo staccate dalla facciata in cls di circa 2 cm. Questa texture, particolarmente piacevole e calda la ritroviamo inoltre in continuità anche sul portone basculante del garage che risulta in questo modo completamente mimetizzato. La stessa essenza è stata poi utilizzata anche in orizzontale per le pavimentazioni del solarium e dei percorsi esterni del ballatoio e della terrazza a sbalzo.
Riprendendo la descrizione dell’attacco a terra, le murature hanno il piede di fondazione e tutta la parte successivamente ricoperta dalla duna opportunamente impermeabilizzate con una guaina/membrana plastomerica anatomica con tessuto di fili di vetro a sua volta protetta da pannelli di membrana bugnata in rotoli con rilievi semiconici in HD-PE vergine antiradice.
Data la forma e le quote particolari del terreno si è scelto con la committenza di non realizzare il classico marciapiedi attorno ai prospetti Nord, Est ed Ovest d’obbligo quindi un “cordolo” drenante creato da una lamiera zincata di contenimento, per bloccare la sabbia, e ciottoli bianchi di fiume per una profondità di circa 40 cm ed una larghezza di 30 cm. Questo “cordolo” garantisce una più facile asciugatura del terreno attorno alle murature perimetrali ed evita il fenomeno dello scavo per dilavamento che si ha in caso di assenza di marciapiede. Le pareti rivolte a sud quindi godono al massimo di questa esposizione con ampie finestrature realizzate con serramenti in alluminio, di colore bianco opaco, a taglio termico con vetro basso emissivo che garantiscono un Uw medio di 2 W/m2K. Per la zona giorno in particolare si è scelto un serramento alzante scorrevole a tutta luce (dim. 550 x250 cm) diviso in sole due ante che permettesse una complanarità fra la pavimentazione interna e quella esterna senza problemi di dislivelli ma anche senza preoccupazioni per acqua e umidità. Questo serramento porta una grande luminosità e la percezione di continuità interno-esterno fortemente desiderata dalla committenza e dal progettista. Il problema del surriscaldamento estivo delle vetrate è stato risolto in due modi distinti: per le zone giorno sono state inserite delle veneziane auto comandate all’interno del vetrocamera, per le zone notte invece si è optato per una efficace tenda oscurante esterna anch’essa elettrocomandata. E’ inutile dire che entrambe assolvono pienamente sia alla funzione che gli è propria di oscurare sia a quella estetica di ovviare alle classiche persiane avvolgibili o gli scomodi e pesanti oscuri in legno (più adatti ad altri tipi di architettura).
Ritornando alla muratura interna è utile ricordare anche qui una scelta controtendenza e non proprio economica ossia l’uso di intonaci a base di gesso. Si è preferito optare per questo tipo di materiale per due motivi: il primo è ecologico ossia l’intenzione di avere come “ultima pelle” interna un prodotto il meno possibile chimico (e quindi no a intonaci con base cementizia) il secondo è legato alla sensazione termica e tattile ossia gli intonaci a base di gesso sono “caldi” e molto più lisci dei premiscelati comunemente utilizzati. Se si aggiunge anche una maggiore plasticità del materiale e quindi una minore presenza di micro cavillature il risultato è quasi perfetto…. l’unico inconveniente sono stati i tempi di asciugatura, l’intonaco infatti, in molti punti ha assorbito tutta l’umidità delle pareti interne in laterizio e ha impiegato molto tempo ad asciugare completamente.
Una volta completato il getto(sp. medio 8 cm) del solaio del piano terra sopra i cupolex si è provveduto ad isolare ulteriormente il piano con una lastra di 3 cm di polistirene espanso estruso interclusa fra il getto armato e il superiore alleggerito (PB25) per impianti anch’esso di 8 cm di spessore con proprietà isolanti ((λ di 0.069 W/mK). Per completare la pavimentazione è stato realizzato un massetto autolivellante (AR97) di 4 cm e una volta asciugato posato un pavimento con doghe di noce americano (12 cm x 220 cm). I solai del piano primo sono stati realizzati con due tecniche: la prima, più tradizionale, con un latero-cemento da 26 cm, la seconda, riguardante tutti gli elementi a sbalzo, con getto pieno in cls.
Particolare attenzione è stata posta alla coerenza con la sostenibilità dichiarata e desiderata dell’intervento, sono state prese tutte le precauzioni ante e post getto per evitare qualsiasi ponte termico includendo (nel getto della scala interna, fra pilastro e pareti divisorie interne, fra travi e contropareti, tra solaio e solaio…) una lastra di 6 cm di polistirene espanso estruso monostrato (styrofoam “Dow” con una λ di 0.029 W/mK).
Il solaio del piano primo ospita quindi anche un impianto radiante, le cui caratteristiche in fatto di risparmio energetico, comfort termico ed igrometrico sono a tutti ormai note….bassa temperatura d’esercizio, grande superficie riscaldante, niente moti convettivi con movimento di polveri, niente antiestetici “baffi” sulle murature, niente aria troppo secca, una sensazione di benessere omogeneo in qualsiasi zona dell’abitazione.

Al piano superiore le pareti perimetrali, non subendo la spinta del terreno e un carico superiore così rilevante, sono state realizzate con 20 cm di calcestruzzo armato a vista con le stesse caratteristiche dichiarate in precedenza. Il vantaggio termico in questo caso è dato dalla possibilità di poter aumentare lo spessore dell’isolante, portando cioè ad uno spessore totale (grezzo)di 40 cm la parete, con doppia lastra di 6 cm di polistirene espanso estruso per un totale di 12 cm!
Il solaio di copertura, anche in questo caso di due tipologie, è stato isolato sia internamente che esternamente, per garantire un isolamento termico ottimale il pacchetto è stato studiato in questo modo partendo dall’interno: lastra in cartongesso da 8 mm, 10 cm d’intercapedine d’aria, 12 cm di polistirene espanso estruso, 26 cm di solaio in latero cemento con opportune pendenze per convogliare in due pluviali interni le acque meteoriche, guaina impermeabilizzante traspirante, 8 cm di pannelli in fibra di legno che consento uno sfasamento termico di circa 10 ore, tessuto impermeabilizzante traspirante e antiradice, supporti aerati in polistirene espanso ( Daku FSD30 sp 8 cm) che ospitano lo speciale terriccio del giardino estensivo seminato a sedum (Daku roof soil 2 sp 8 cm) appoggiato sul tessuto traspirante (Daku Stabilfilter 1.1 mm).

Questo pacchetto è sicuramente il più interessante ed importante di tutto l’involucro edilizio. Come è ben noto infatti il tetto è la parte maggiormente esposta per quota altimetrica, superficie e tempo alle situazioni termiche e climatiche più estreme. L’intercapedine d’aria e il pannello sintetico garantiscono in questo senso una elevata protezione termica per il periodo invernale, la fibra di legno è invece un buon isolante termico invernale ma soprattutto un ottimo coibente estivo con un elevato tempo di sfasamento e infine il giardino estensivo funziona da regolatore termico ed igrometrico accumulando umidità e acque meteoriche che con il calore evaporano evitando surriscaldamenti/dilatazioni e movimenti dell’impermeabilizzazione e della coibentazione.
In generale il tetto verde è da considerarsi una soluzione ideale in ambito ecologico ed urbanistico. Consente infatti un recupero delle aree sottratte all’ambiente naturale pari alla superficie dell’edificio stesso. Altri vantaggi sono: prolungamento della durata dell’intera struttura del tetto e riduzione dei rischi di danni, effetto attenuante  rispetto all’inquinamento acustico, miglioramento della qualità estetica di coperture visibili da altri edifici (in alternativa a guaine bituminose/granigliate a vista o più raramente protette con ghiaia), miglioramento del clima cittadino e dell’inquinamento atmosferico, riduzione  dell’acqua piovana al suo ciclo naturale.
Su un tetto spoglio, senza rivestimento verde, si registrano differenze di temperature tra inverno ed estate di circa 110 gradi. Un tetto inverdito riduce questi valori ad un massimo di 30 gradi. Su un tetto spoglio, le precipitazioni meteoriche scorrono velocemente negli impianti di canalizzazione, senza poter essere utilizzate e cio’ comporta un sovraccarico della rete di smaltimento idrico.
L’idea di progetto nasceva quindi con il tetto piano e sarebbe stata un’occasione mancata non fare un tetto giardino;  si aggiunga che per poter alloggiare impianti di aspirazione e pannelli solari, nonché la predisposizione per il fotovoltaico la situazione era ideale. Per tutte le parti in aggetto si è adottatto invece un rivestimento graffato di lamiera Zintek (zinco-titanio) utilizzata anche come bordo di coronamento per tutto l’edificio e per la pensilina a sbalzo che protegge il ballatoio d’ingresso.
Per motivi estetici e come protezione finale del calcestruzzo a vista si è scelto di applicare un prodotto aggrappante trasparente (primer) sul quale sono state applicate due/tre mani di pittura bianca, lo zoccolo invece ha un colore grigio più scuro per mettere in evidenza ancora di più lo stacco fra i due piani e soprattutto il disegno netto dei due solidi sovrapposti.
Gli spazi esterni hanno richiesto una particolare cura sia per motivi estetici sia per vincoli urbanistici imposti, ad esempio la superficie delle pavimentazioni  impermeabili poteva essere al massimo di 110 mq, parametro ampiamente rispettato ed ottenuto utilizzando un materiale naturale, la pietra di luserna grigia, con superficie a spacco. Il solarium che affianca la piscina (di 12.5 m per 4.5m) ha una superficie di circa 40 mq ed è realizzata con sottofondo drenante rivestito con un pavimento flottante in doghe di ipè tabacco (come per il rivestimento della facciata).

L’opera in conclusione appare come un involucro minimalista e vuole connotarsi come architettura mediterranea. L’apparente semplicità del risultato  è stata conquistata con un’attenta ricerca di mediazione fra l’estetica e l’esigenza tecnica di sostenibilità bio-climatica.
L’edificio è risultato vincitore nel 2009 al XVII Concorso Internazionale “Sistema d’Autore Matra”, sezione Nuove costruzioni e  premiato nel febbraio 2009 in occasione del Made Expo a Milano.

Ubicazione

 

Lignano Sabbiadoro (UD)

I dati del progetto

Committente:
Cassis GIovanna

Progettista:
Marco Marchesi

Consulente energetico:
Marco Marchesi

Tipologia d'intervento:
Nuova costruzione

Destinazione d'uso:
Edilizia privata - residenziale

Prestazioni energetiche:

Classe energetica:
classe energetica b

Indice termico invernale: 37 kWh/mqa
Indice di emissione di CO2: 18 kg/mqa

Protocollo di certificazione:
CasaClima

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