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Progetto Retica | Scheda progetto

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Progetto Retica

Il recupero di un vecchio complesso rustico montano di fine '800. Grazie a nuove tecniche di ristrutturazione, è stato adibito a Polo formativo e di accoglienza turistica

immagine in primo piano del progetto Progetto Retica

Retica s.a.s. è una società di servizi, appartenente al cosiddetto “terziario avanzato”. E’ una società di recente costituzione (2006) e di ancor più recente avviamento (2008). Nasce tuttavia dall’esperienza professionale dei soci maturata da oltre 15 anni di esperienza nell’ambito della consulenza imprenditoriale, della gestione delle risorse umane, dell’applicazione della tecnologia alla qualità del lavoro e della vita.

Possiede, oltre al suo patrimonio intellettuale e commerciale derivante dal conferimento di clientela e contatti, un immobile di circa 1000 mc utilizzabili e 15 mila metri di terreno a bosco e prato.

La dimensione caratterizzante la società è indubbiamente la sua collocazione geografica, ambientale, culturale. E’ in un piccolo paradiso a 650 metri di quota nelle prealpi bellunesi, nel comune di Trichiana, né troppo freddo d’inverno (vivono le piante di fico e le erbe mediterranee) né eccessivamente caldo d’estate, sempre asciutto e ventilato.

Il progetto in questione è stato considerato dall’arch. Guidolin quale soluzione maggiormente idonea per rendere attuabileil recupero e riuso funzionale a fini turistico culturali delle proprietà immobiliari, appartenenti alla società, costituite dai fabbricati siti in località Confos-Cavaril. Tali opere hanno dato origine ad un progetto integrato di fattoria didattica-sociale polifunzionale con relativa attività di accoglienza, dotata di avanzati supporti tecnologici che sostanzialmente sia disponibile tutto l’anno per svariate attività del terziario avanzato, ad esempio

  • Formazione outdoor, legata all’ambiente circostante;
  • Formazione agroalimentare, gastronomica, ambientale;
  • Spazi di accoglienza e di lavoro per team aziendali, incontri professionali, sportivi etc.;

Disponibilità di postazioni autonome, attrezzate tecnologicamente e con ottima connettività adattabili a percorsi di vacanza/lavoro, vacanza/studio o semplicemente di ritiro manageriale in cui comunque il professionista necessiti di una postazione attrezzata per poter pensare, inventare, creare.

La qualità degli spazi è stata integrata dalla disponibilità di 15 mila metri di verde, parte di una più vasta ruralità circostante, in cui sono stati recuperati gli spazi tipici della campagna alpina, con percorsi nel verde, tra la frutta e gli ortaggi che, senza l’uso alcuno di pesticidi o fertilizzanti sintetici, sono disponibili per la raccolta, la degustazione, la trasformazione in laboratorio. La semplicità di questo ambiente montano premierà la curiosità dei visitatori più piccoli, e di coloro che amano la natura.

Analisi degli elementi tipologici – strutturali dei fabbricati esistenti

Importanti sono i punti di vista e le prospettive che caratterizzano l’area sia dal punto di vista paesaggistico che per quanto riguarda i fabbricati e le strade esistenti. Il complesso degli edifici esistenti rappresentava un insieme molto importante di valenze storico ambientali.

I rustici, per le loro caratteristiche tipologiche e per la loro posizione, sono meritevoli di particolare rispetto poiché costituiscono memoria storica delle tradizioni rurali locali.

Il complesso degli edifici esistenti è composto da n. 3 rustici, identificati come:

  • “Corpo di fabbrica principale” (11,50 ml x 9,02 ml, n. 2 livelli);
  • “Casera” (5,30 ml x 4,00 ml, n. 2 livelli);
  • “Edificio a Torre” C (3,10 ml x 3,10 ml, n. 2 livelli).

Il corpo principale presenta una muratura costituita da elementi strutturali esposti in pietra locale con fugatura raso sasso; sia all’interno che all’esterno vi erano puntuali rinzaffi di intonaco grezzo. Si riscontrava la presenza della struttura lignea primaria di un impalcato in legno, costituita da travi portanti longitudinali con rompitratte intermedie sommariamente squadrate.

Fattibilità in relazione agli aspetti vincolistici

L’analisi in merito ai vincoli che interessano l’area oggetto dell’intervento e agli adempimenti conseguenti ha riguardato:

  • Aree Natura 2000
  • Vincolo paesaggistico
  • Vincolo idrogeologico
  • Vincolo idraulico
  • Sismicità dell’area

Il progetto

La strada seguita è quella dell’Architettura Bio-ecocompatibile e sostenibile che si propone come elemento fondamentale per il ripristino di un territorio sano, in cui inserire infrastrutture e servizi non inquinanti. Pertanto si è considerato l’edificio come un organismo vivo, inserito naturalmente nel suo contesto e tale da non costituire una barriera tra l’interno e l’esterno. L’edificio garantisce così una certa permeabilità per consentire uno scambio fisiologico tra interno ed esterno come la superficie cutanea della nostra pelle. Per agire bene sul clima interno dell’edificio e sull’uomo, sono stati impiegati per lo più materiali con caratteristiche di porosità, igroscopicità e traspirabilità.

Sono stati usati materiali naturali e non sofisticati per lo più reperiti in loco (pietra, legno, acciaio e calce come legante, fugatura per il sasso e come base per le rasature degli intonaci). Quest’ultimo entra nella logica di regolare naturalmente l’umidità dell’ambiente essendo la calce un materiale igroscopico assetato d’acqua. Particolare attenzione è stato riposto nell’equilibrio delle caratteristiche termiche (accumulazione, coibenza, smorzamento) attraverso uno studio degli involucri opaci che ha portato a ragionare in negativo ovvero con la coibentazione delle pareti interne per lasciare completamente intatte le splendide strutture murarie in pietra e preferendo un sistema di riscaldamento radiante a bassa temperatura con utilizzazione di energia rinnovabile da biomassa (cippato) fornita da fonti agroforestali e pannelli solari termici con produzione e relativo accumulo di acqua calda sanitaria. L’energia elettrica è fornita da un impianto fotovoltaico collocato in copertura all’edificio con potenza di picco pari a circa 5 Kw.

I colori, l’illuminazione e la luce sono più naturali possibili e si è cercato di evitare qualsiasi forma di inquinamento luminoso collocando all’esterno degli edifici lampade esterne a luce soffusa con lo scopo di mitigare e commisurare le nuove scelte insediative senza turbare gli habitat esistenti.

I fabbricati esistenti erano già inseriti in maniera armonica nell’ambiente e tali da sfruttare in appieno l’esposizione solare con le spalle coperte dal pendio a protezione dei venti di tramontana.

La costruzione principale è allungata secondo l’asse est-ovest che permette di esporre una maggior superficie esterna a sud-ovest minimizzando i fabbisogni di riscaldamento durante gli inverni freddi e rigidi. Le forme delle coperture sono commisurate ad una architettura bio-ecologica, ovvero forma a capanna per le unità edilizie minori e forma a padiglione con quattro falde per la ex stalla e fienile.

Il moto ritmico della luce del giorno avviene tramite le aperture esistenti posizionate sui fronti esposti al sole e riempiono le stanze con un gioco di luci, ombre e toni di colore che favoriscono l’ingresso dei più importanti fattori bioenergetici.

Un ottimo volano termo-idro isolante alla zona abitativa è costituito dal vespaio aerato posto al di sotto del piano terra di calpestio realizzato ed isolato con la cosiddetta tecnica degli “igloo”. Questa soluzione permette di evitare non solo la risalita dell’umidità, ma anche dell’eventuale gas radon, un gas che proviene dalle rocce di origine vulcanica presenti nel sottosuolo e raggiunge l’ambiente esterno in presenza di fratture negli strati superficiali del terreno o attraverso falde sotterranee e corsi d’acqua. Allo scopo nel vespaio aerato oltre che passare tutte le canalizzazioni di scarico e sfiato trova collocazione un sistema di ventilazione naturale con apposite prese d’aria e relative espulsioni.

I muri in pietra, decisamente affascinanti, sono uno dei modi più antichi con cui l’uomo ha realizzato le sue abitazioni, perlomeno a certe latitudini ma la loro capacità isolante non è considerevole. E’ per questo motivo e per lasciar inalterato lo splendore delle quinte murarie in pietra che si è optato per una controparete isolata interna in pannelli di cartongesso realizzati con gesso naturale e con materiali che non rilasciano radioattività.

Il legno assieme alla pietra è stato uno dei materiali preferiti nell’architettura della casa. Questo prodotto naturale vivo che consente un ampio e adeguato impiego in varie occasioni, è stato utilizzato per la realizzazione della struttura portante dell’edificio assieme all’acciaio e con travi e tavolati costituisce l’ossatura dell’intero pacchetto di copertura come pure dei solai. E’ stato impiegato anche per la finitura delle pavimentazioni dove, con estrema saggezza e maestria, sono state recuperate dalle travi esistenti, che non potevano più assolvere funzioni strutturali dettate dalla ferrea normativa in zona sismica, tavole di pavimentazione in castagno, rovere, larice, abete dando origine a chiaroscuri d’effetto.

Le travi in legno del corpo principale sono il legno di abete spazzolato a vista e opportunamente spigolato mentre quelle delle unità edilizie minori sono in legno di larice e/o abete sempre spazzolate a vista.

Il pacchetto di copertura coibentato e ventilato permette di garantire il comfort necessario per i mesi invernali e per i mesi più caldi. Si è creato una lama d’aria tra il manto di copertura in tegole e l’isolamento sottostante tale da consentire che il surriscaldamento della superficie esterna della tegola possa innescare un moto ascendente dell’aria nell’intercapedine, che salirà verso il colmo, aspirando aria dalla gronda. Con questo classico accorgimento si è diminuito sensibilmente la quantità di calore trasmesso dalle tegole alla struttura sottostante. Il manto di finitura per il corpo principale è rimasto in tegole marsigliesi del tipo antigelivo come in origine, mentre il manto di finitura delle due unità edilizie minori è stato ricostruito come in origine con la tecnica delle lastre in pietra poste in terza e con il reperimento di materiale nelle cave in loco.

Il comfort e l’economia dell’intero impianto di riscaldamento con pannelli radianti a pavimento viene gestito dalla regolazione. Ad integrazione della tecnologia volta al risparmio energetico è stato installato anche un impianto solare per la produzione di acqua calda sanitaria.

L’uso di energia da fonti rinnovabili ha portato ad installare un impianto fotovoltaico monofase composto da 20 pannelli, con sistema di scambio dell’energia sul posto, potenza di picco 5.00 kW e costituito da pannelli fotovoltaici utilizzanti silicio di tipo policristallino o monocristallino ad alta efficienza.

Per i serramenti in legno di larice spazzolato nell’ambito della ristrutturazione sono stati considerati i profili odierni di maggior spessore a sostegno di vetrate isolanti conseguenti a perseguire un maggior risparmio energetico.

L’introduzione di materiali “nuovi” come l’acciaio ha apportato uno stile più contemporaneo all’insieme rustico dell’abitazione, senza rompere l’equilibrio delicato tra scelta del passato e quella attuale. L’ambiente interno dell’intero fabbricato ha conservato il gioco chiaroscurale della luce naturale che penetra attraverso le forature esistenti.

Il progetto ha conservato la tipologia strutturale ed architettonica nonché l’orditura del tetto come il preesistente ed ha previsto la parziale sostituzione degli elementi costitutivi (capriate comprese) che non garantivano la stabilità della struttura.

I lavori , dopo una lunga ed attenta fase preparatoria, sono iniziati sulla scorta delle autorizzazioni e delle richieste di finanziamento percepite in data 20 agosto 2010 per essere poi completati nel giro di 14 intensi mesi di lavorazioni, ivi compresi l’acquisizione dei Certificati di Rispondenza alle Norme Sismiche, gli Attestati di Qualificazione Energetica e non ultimo il rilascio del Certificato di Agibilità che ha permesso l’inizio dell’attività della struttura nell’ottobre 2011.

Un ringraziamento particolare va al promotore dell’intera operazione dott. Michele Dassiè con il quale ho condiviso momenti di intensa collaborazione.

Ubicazione

 

loc. Confos Trichiana (BL)

I dati del progetto

Committente:
Retica s.a.s.

Progettista:
Willi Guidolin

Consulente energetico:
n.d.

Tipologia d'intervento:
Recupero

Destinazione d'uso:
Edilizia privata, Polo formativo/turistico

Prestazioni energetiche:

Classe energetica:
classe energetica 2

Indice termico invernale: 59.995 kWh/mqa
Indice di emissione di CO2: 0.731 kg/mqa

Classe energetica (ante operam):
classe energetica 7

Indice termico invernale (ante operam): n.d. kWh/mqa
Indice di emissione di CO2 (ante operam): n.d. kg/mqa

Protocollo di certificazione:
D.lgs 192/2005

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