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Stampa 3D, un supporto tecnologico e chip
Le ultime esperienze di modellazione e stampa 3d dimostrano la necessità di introdurre il nuovo strumento a supporto dei professionisti
Negli ultimi anni lo sviluppo di tecnologie 3d applicate nel campo dei Beni Culturali ha portato a risultati di grande impatto sia dal punto di vista della conservazione, che della valorizzazione, della trasmissione/ comunicazione e della fruizione del nostro patrimonio. In particolare abbiamo assistito a molteplici esperienze interdisciplinari dove, grazie alll’integrazione tra campi di ricerca diversi, si sono ottenuti risultati ottimali proprio grazie al trasferimento tecnologico, dalla computer graphics a quello della documentazione, dall’ingegneria industriale a quello della conservazione e fruizione dei Beni Culturali. Nello studio dell’Università Iuav di Venezia a cura di Caterina Balletti dal titolo “Stampa 3D: stato dell’arte e prospettive future” si vuole fare particolare attenzione alle attuali tecnologie per la stampa solida (digital fabrication) impiegate per la realizzazione di copie fisiche, quindi “tangibili”, di modelli digitali tridimensionali virtuali. Anche se presenta sicuramente possibilità di nuovi sviluppi, il processo di stampa 3d ha gradualmente raggiunto dei livelli di accuratezza che oggi possiamo definire assolutamente soddisfacenti. Questo è più evidente nel settore industriale (dall’industria manifatturiera a quella del design), ma anche in altri settori quali quello medicali, per la realizzazione, ad esempio, di protesi, e dei Beni Culturali, quale elemento centrale per nuove forme di musealizzazione che per il restauro e la conservazione del patrimonio culturale.
Gli oggetti fisici vengono realizzati, in tempi relativamente brevi e con costi spesso contenuti, a partire da modelli numerici, con geometrie anche complesse, convertiti in G-code, ovvero nel linguaggio di programmazione usato dalle macchine a controllo numerico (CNC). Questo linguaggio viene utilizzato non solo dalle macchine che costruiscono gli oggetti mediante fabbricazione sottrattiva (macchine laser, fresa a 3 o 4 assi, etc.) ma anche stampanti 3d che utilizzano la tecnica della fabbricazione additiva (layer by layer). In particolare assistiamo alla riduzione delle dimensioni e dei costi delle stampanti (Desktop 3D printer) che ha dato un nuovo impulso a questa tecnologia, favorendone la diffusione. L’apertura in questo periodo di FabLab in tutta Italia ne è la prova. Si aprono così, nel settore dei Beni Culturali, nuove possibilità di fruizione, catalogazione e studio, dove i modelli, sia virtuali che fisici, rappresentano la base sia per la visualizzazione che per l’analisi della forma (anche da un punto di vista metrico) di ogni manufatto di interesse artistico e storico. Le ultime esperienze di modellazione e stampa 3d hanno mostrato la necessità di introdurre una nuova professionalità a supporto di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori e conservatori che richiedono l’utilizzo delle tecnologie digitali legate al rilievo strumentale, alla modellazione 3d e alla stampa solida. Si tratta una nuova professionalità evidentemente trasversale ai consolidati ambiti disciplinari che tradizionalmente e separatamente si sono occupati di tali questioni. Bisognerà in conclusione ripensare e riconfigurare queste attività che hanno come riferimento l’universo digitale nel quale quotidianamente ci muoviamo.
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