Tekneco #13 – Compost
Sfalci e potature dei giardini servono per il compostaggio
Il Consorzio Italiano compostatori sottolinea: l’utilizzo a fini energetici sarebbe contro le normative europee e gli interessi ambientali del paese
Il complesso mondo delle biomasse si presta a un’ampia varietà di possibili utilizzi, non soltanto quello energetico: il legname dei boschi può essere impiegato, ad esempio, nelle industrie del mobile o nell’edilizia, tanto che in passato i produttori di energia da biomasse agroforestali hanno più volte lamentato la scarsità di materia prima.
Un problema oggi parzialmente risolto, grazie a una maggiore acquisizione di scarti dalla manutenzione forestale, ma un altro fronte resta aperto, quello della destinazione d’uso dei resti degli sfalci e delle potature dei giardini pubblici e privati, che gli operatori del settore (tra cui Fiper) chiedono di poter impiegare a fini energetici.
Attualmente questa possibilità non esiste ancora: le normative in vigore prevedono che per gli scarti organici da manutenzione del verde pubblico e privato debba applicarsi la normativa sui rifiuti, come peraltro indicano le direttive europee. Il Governo, in realtà, nell’estate 2012, sembrava essere andato nella direzione indicata da Fiper, con il Dm del 6 luglio 2012, ma l’emanazione del decreto che dia il via libera definitivo alla valorizzazione energetica dei sottoprodotti a tutt’oggi (settembre 2013) non è ancora arrivato.
Favorevole al mantenimento dello status quo è invece il Cic, il Consorzio italiano compostatori, secondo cui un provvedimento di questo tipo rischia di nuocere profondamente al settore del compostaggio. Quest’ultimo è una tecnica attraverso la quale viene controllato, accelerato e migliorato il processo naturale a cui va incontro qualsiasi sostanza organica per effetto della flora microbica naturalmente presente nell’ambiente. Si ottiene così il compost, un prodotto biologicamente stabile ricco di humus, adatto ai più svariati impieghi agronomici, dal florovivaismo alle colture praticate in pieno campo.
Il rifiuto verde dei giardini privati e pubblici è considerato dal Cic come fondamentale per il compostaggio: dunque, il via libera al loro impiego a fini energetici, sottolinea il Cic, comporterebbe una “pesante compromissione di un consolidato sistema di gestione dei rifiuti urbani efficiente, sostenibile e virtuoso, oltre che la penalizzazione di un sistema di gestione esente da qualsiasi contributo pubblico, a vantaggio di un sistema di gestione che si regge sugli incentivi”.
Altri rischi sottolineati sono l’aumento dei costi ambientali dovuti al trasporto, poiché le centrali a biomasse sono considerate poche e disomogenee sul territorio, mentre gli impianti di compostaggio sono diffusi in modo capillare. Senza contare la diminuzione dei benefici nella lotta alla riduzione dell’effetto serra, poiché con il compost si porta carbonio al suolo.
Insomma, secondo il Cic le proposte di modifica del Codice Ambientale per autorizzare l’impiego energetico degli sfalci e delle potature sono da respingere, in quanto non sarebbero garantiti gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e delle risorse, oltre che gli interessi particolari del settore compostaggio. Senza dimenticare la direttiva comunitaria 2008/98/Ce: secondo il Consorzio, una normativa nazionale favorevole all’uso energetico sarebbe palesemente in contraddizione con la fonte europea e avvierebbe probabilmente una procedura d’infrazione, l’ennesima in materia ambientale per il nostro Paese.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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