Quote di energia
Rinnovabili, il “burden sharing” resta in sospeso
Ogni regione ha il suo bel da fare per contribuire alla causa energetica nazionale e i contrasti sono inevitabili
Photo: pixelchecker
L’ex ministro Paolo Romani ha lasciato in eredità la firma sul decreto burden sharing che stabilisce la quota regionale di energia da fonti rinnovabili per raggiungere l’obiettivo nazionale al 2020. Alcune regioni iniziano ad avere il mal di testa perché dovranno intensificare massicciamente la produzione.
Obblighi energetici al 2020
Probabilmente la profezia dei Maya non si avvererà e dunque l’Italia sarà costretta a rispettare la direttiva europea 2009/28/Ce che assegna al nostro Paese l’obbligo di utilizzare entro il 2020 il 17% di energia da rinnovabili sul consumo energetico complessivo (elettricità, fabbisogno termico, trasporti). La strada è lunga visto che il punto percentuale di partenza è pari a 5,3. La regione che in assoluto deve fare gli sforzi maggiori è la Basilicata in quanto si trova costretta a passare da una produzione attuale del 7,9 %, al 33,1% in 8 anni di tempo. La Valle d’Aosta invece ha davanti una discesa perché parte da un 51,6 %, per arrivare all’obiettivo stabilito del 52,1%.
Le posizioni in campo
Gli enti locali aspettano la Conferenza Stato-Regioni, prevista agli inizi di gennaio, per provare a trattare con il Governo e nel mentre esternano le loro posizioni. Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico della regione Lombardia, afferma che: “I target sono assai ambiziosi. Vogliamo che vi sia la possibilità di rivederli ridistribuendo i pesi in base alla capacità effettive delle singole regioni” di raggiungere il traguardo. E’ scettico, inoltre, sulla correttezza dei dati nazionali di partenza in base ai quali sono stati fissati degli obiettivi di copertura verde per tutta l’energia consumata. Di avviso simile Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della regione Puglia, secondo cui c’è certezza solo sul fronte elettrico perché i dati sono forniti dal Gse e vengono aggiornati in tempo reale.Del resto la Puglia nel 2010 ha prodotto il 10,35 % dell’energia da fonti rinnovabili, ma il totale che include anche quella termica e quella utilizzata per i trasporti, prevede un 14,2% da raggiungere al 2020.
L’assessore all’Ambiente della regione Lombardia Marcello Raimondi assicura che la sua regione si impegnerà per raggiungere i risultati sperati anche grazie alla prevista semplificazione burocratica per la costruzione degli impianti nelle aree non vietate. Sempre in Lombardia si punta, inoltre, allo sviluppo del mini-idro data la quantità di acquedotti di montagna con dislivelli che ne permettono l’utilizzo ai fini della produzione di energia. Mentre Giosuè Marino, assessore all’Energia della regione Sicilia sottolinea che affinché l’Italia raggiunga il 17 % nazionale è necessario sostituire il gas metano con il bio gas, investire nella geotermia, incentivare l’efficienza energetica, e soprattutto “serve un salto culturale vero”. Non sarebbe culturalmente significativo iniziare a rimboccarsi le maniche per raggiungere gli obiettivi che la comunità europea ha imposto?
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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