attività estrattive
Petrolio, l’iniziativa delle Regioni fa vacillare il Governo
Il fronte anti petrolio è sempre più largo e, per la prima volta, l'azione pro trivelle dell'Esecutivo sembra vacillare
Da mesi, un po’ sottotraccia e con scarsa attenzione dai media generalisti, l’Italia è alle prese con una questione più che mai dirimente per il suo futuro energetico e ambientale. Quella dell’estrazione di risorse fossili. Come noto l’Italia non è certo un paese ricchissimo di petrolio. Ma, in realtà, non ne è neppure completamente privo: in Basilicata l’Eni e le sue aziende collegate ne estraggono una discreta quantità da diversi anni, ma un potenziale non sfruttato esiste anche nei mari circostanti la nostra Penisola, in particolare nell’area orientale. Il punto è che il Governo Renzi, a partire dal varo dello Sblocca Italia, ha fatto una scelta precisa: quella di favorire lo sfruttamento di queste risorse, anche attraverso specifiche modifiche normative. Tanto che ora, secondo le associazioni ambientaliste, c’è un enorme area delle nostre coste minacciata dalla speculazione petrolifera, a discapito delle ricchezze naturali, della biodiversità e delle comunità locali.
Per l’esattezza, secondo Legambiente, nel basso e medio Adriatico, nel mar Ionio e nel Canale di Sicilia sono già stati rilasciati 15 permessi di ricerca (5.424 kmq), poi ci sono 44 richieste avanzate dalle compagnie per la ricerca (26.060 kmq) e 8 per la prospezione (97.275 kmq), oltre le 5 richieste di concessione per l’estrazione di petrolio (558,7 kmq). Il Governo per diversi mesi ha ignorato gli appelli delle associazioni ambientaliste ma, forse, ora qualcosa sta cambiando o perlomeno il clima sembra mutato, per effetto dell’opposizione ai progetti estrattivi da parte delle regioni interessate (tutte governate dal centrosinistra). Ribadita nel corso di un recente incontro tra i governatori delle Regioni Puglia, Michele Emiliano, e Basilicata, Marcello Pittella e l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria Antonella Rizzo con il ministero dello Sviluppo economico. Le attività di prospezione e ricerca offshore nello Ionio e nell’Adriatico sono infatti ritenute contraddittorie rispetto alle politiche avviate dalle stesse Regioni, dunque è stata ufficialmente chiesta al Governo una moratoria di questi programmi. Questa volta l’Esecutivo, invece di tirare dritto, “si è impegnato ad approfondire questi temi”.
Anche il Governatore pugliese si è detto soddisfatto dell’avvio del dialogo, che si dovrebbe concretizzare in un’ulteriore incontro nei prossimi giorni. Segno che forse un ripensamento, perlomeno parziale, potrebbe essere possibile. Ma occorrerà valutare questi timidi segnali nei fatti.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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