Fonti rinnovabili
L’Ewea rivede al ribasso le previsioni per l’eolico europeo
La crisi economica e le revisioni degli incentivi fanno abbassare le stime al 2020: ora si parla di 192 GW, si cui 12 in Italia
L’eolico europeo deve abbassare l’asticella: la principale associazione di categoria del settore, l’Ewea, l’European Wind Energy Association, nelle scorse settimane ha infatti rivisto al ribasso le sue stime di sviluppo di pale e turbine nel Vecchio Continente. Nel 2009 la previsione era stata di complessivi 230 GW installati al 2020, dei quali 40 sarebbero stati offshore, ossia in mare aperto. Ma negli ultimi cinque anni sono successe molte cose: innanzitutto la crisi economica si è rivelata nettamente più persistente del previsto. Di conseguenza i consumi elettrici continentali sono tuttora declinanti, un fattore che sicuramente non favorisce una corsa forsennata alla installazione di nuovi impianti, seppure rinnovabili. Inoltre la recessione non facilita la realizzazione dei grandi progetti eolici, che richiedono investimenti cospicui e altrettanti finanziamenti bancari. Tanto che forse solo la Gran Bretagna sta rispettando i tempi per i suoi grandi parchi marini, mentre quelli tedeschi ancora faticano a vedere la luce.
Come se non bastasse, molti Paesi, tra cui l’Italia, hanno rivisto prima di quanto si potesse immaginare i propri programmi di incentivazione a sostegno dello sviluppo di questa fonte. L’Ewea ha perciò dovuto rivedere le stime al ribasso, anche se probabilmente non c’è troppo da strapparsi i capelli. L’energia del vento, infatti, crescerà ancora: i Paesi dell’Unione Europea installeranno 75 nuovi GW di eolico tra l’inizio del 2014 e il 2020, portando la capacità complessiva totale a 192,4 GW ( di cui 23.5 GW offshore), il che significa un aumento del 64% rispetto a oggi.
Per quella data l’Ewea prevede che le turbine produrranno ben 442 TWh di energia, che garantiranno circa il 14,9% del consumo di elettricità europeo. Questo sviluppo avrà bisogno di investimenti record, per circa 124 miliardi di euro, creando oltre 100.000 posti di lavoro nel settore eolico. In realtà, però, l’associazione ha anche elaborato uno scenario pessimistico, che da’ l’eolico fermo a 165 GW, mentre un altro più ottimista si spinge a 217 GW. E l’Italia? La stima mediana è di 12 GW al 2020 (15 GW nello scenario “high”), rispetto agli 8,5 di fine 2012. Una crescita non disprezzabile, ma tutta addebitabile all’eolico terrestre: per il 2020, prevede l’Ewea, neppure nell’ipotesi più ottimista, non ci sarà nemmeno un parco marino funzionante lungo le coste della Penisola.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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