Energie alternative
Europa, fotovoltaico: viaggio a diverse velocità
Il report di PV Legal evidenzia che la strada per ridurre burocrazia e costi per gli impianti è ancora lunga. E l’Italia certamente non brilla
Photo: GoboNdc
L’Europa non è ancora un’unione. Almeno se si guarda ai risultati in tema di snellimento dei processi burocratici necessari per realizzare impianti fotovoltaici, come fa intendere il quadro che emerge dal report di PV Legal.
Il rapporto in sintesi
PV Legal è un programma creato da 12 Paesi europei per analizzare le barriere burocratico-amministrative e l’impegno degli Stati a superarle. Quest’organizzazione ha stilato un documento in cui vengono messi sotto la lente d’ingrandimento i risultati d’insieme e dei singoli Paesi a un anno di distanza dalla scadenza dei termini per il recepimento della Direttiva RES sulla promozione dell’uso dell’energia dalle rinnovabili per raggiungere il 20% di fonti “alternative” entro il 2020.
Bene, un anno dopo qualcosa è stato fatto, ma nell’insieme emerge un quadro a tinte molto disomogenee. Ci sono Paesi che hanno registrato sensibili miglioramenti quanto a snellimento dei tempi necessari per realizzare impianti fotovoltaici di diverso tipo (il report considera tre categorie: gli impianti su tetto residenziali e commerciali e quelli industriali montati a terra). Si scopre così che installare un impianto fotovoltaico residenziale è diventato molto più rapido in Francia, Grecia, Germania, Olanda e Portogallo grazie a sistemi di registrazione on-line, procedure di autorizzazione più snelle e sistemi a sportello unico che hanno aiutato a ridurre i tempi di attesa. Ma la situazione non è così promettente in tutta Europa. In Spagna, per esempio, si possono raggiungere 89 settimane per un impianto su tetto commerciale.
Inoltre c’è la questione dei costi di realizzazione di un progetto che pesa: basti considerare che il solo processo autorizzativo e quello per le procedure di connessione incidono per metà sul costo finale.
La situazione dell’Italia
Il report analizza poi lo stato dell’arte di ogni Paese appartenente al progetto PV Legal. Per quanto riguarda l’Italia il quadro che emerge è a tratti chiaroscurali, con una netta prevalenza di zone buie. Sui lati positivi vanno segnalati i tempi d’attesa relativamente bassi per il processo di sviluppo di impianti a tetto residenziali (17 settimane) e commerciali (15). Inoltre il sistema degli incentivi, si legge nel documento, ha portato a uno sviluppo importante negli ultimi anni.
Tuttavia il livello delle “Tariffe feed-in, spesso finanzia indirettamente il costo di complesse e lunghe procedure amministrative”. La soluzione prospettata è per un’autentica opera di semplificazione e razionalizzazione delle procedure che“permetterebbe agli incentivi di finanziare il costo effettivo del sistema”, si legge nel documento.
Le barriere che deve superare l’Italia sono costituite da procedimenti autorizzativi “non trasparenti, complicati e lunghi”. La stessa lungaggine è riscontrata anche nelle procedure di connessione alla rete in cui è evidenziata inoltre un’insufficiente standardizzazione delle procedure.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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