Energia pulita
L’eolico sostiene il Pil europeo
Secondo Anev ed Ewea, l’energia del vento non rappresenta un pericolo per l’avifauna e può assicurare un contributo importante al taglio delle emissioni di CO2, secondo i target UE
In Italia, probabilmente, l’energia rinnovabile che gode della maggiore attenzione a livello di opinione pubblica è il fotovoltaico. Se si allarga però lo sguardo a livello europeo le cose cambiano abbastanza radicalmente: l’energia del vento sarà senza dubbio quella chiamata ad assicurare il maggior contributo per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020 (230 GW stimati contro i 100 attuali, pari al 15-17% della generazione elettrica Ue), soprattutto grazie alle installazioni offshore previste nei mari del Nord.
Già in questi anni, però, come ricorda un recente documento diffuso dall’Anev (associazione nazionale energia del vento) e dall’Ewea (European wind association), l’eolico può vantare numeri abbastanza importanti: questa fonte ha assicurato con 32 miliardi di euro all’economia dell’Ue nel solo 2010, incrementando il suo apporto del 33% tra 2007 e 2010.
Sempre nel 2010 i costi dei combustibili evitati grazie alla produzione elettrica da fonte eolica sono stati pari a 5 miliardi e 710 mila euro, che cresceranno fino a raggiungere 25 miliardi e 300 mila euro nel 2020 e 58 miliardi nel 2030. Addirittura, tenendo conto dei prezzi delle fonti fossili e delle emissioni di CO2, l’energia eolica – sostiene l’Anev – costa già oggi meno dell’energia generata da carbone o gas, tanto che in alcuni mercati sta determinando un ribasso dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità.
Eppure, soprattutto nel nostro Paese, non mancano le voci critiche su questa fonte, accusata di impatti negativi per il paesaggio, il territorio e l’avifauna. Anev ed Ewea ricordano che diverse associazioni ambientaliste, tra cui Wwf e Greenpeace, supportano l’energia del vento, mentre, recentemente, Birdlife ha dichiarato che i cambiamenti climatici sono l’unica maggiore minaccia per gli uccelli e il vento e le rinnovabili sono una chiara soluzione a questo problema. Inoltre, i potenziali effetti sull’ambiente di un parco eolico sono valutati prima che l’autorizzazione alla costruzione venga concessa.
La resa energetica è elevata: ogni turbina produce un quantitativo di energia circa 80 volte maggiore di quello usato per costruirla, installarla, metterla in funzione, mantenerla e smantellarla. Considerato poi che le pale non emettono gas a effetto serra nella generazione energetica, per ogni kWh di energia eolica utilizzato, si evitano approssimativamente 696 grammi di CO2.
L’evoluzione tecnologica del futuro di questa tecnologia, che prevede impianti sempre più giganteschi e produttivi, sembra però remare contro un’installazione su larga scala dell’eolico nel sovrappopolato territorio della Penisola. Maggiore fortuna, probabilmente, è destinato ad avere il minieolico.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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