Fonti pulite
La Iea vede un futuro roseo per il solare termico
In Italia il settore ha subito un rallentamento nell’ultimo anno, ma le prospettive al 2050 sono positive anche per effetto del boom del solar cooling
Il solare termico non vive un momento di grande fortuna in Italia, ma in futuro questa tecnologia sembra destinata a una grande espansione a livello globale. Anche per effetto della mancata emanazione di nuove misure di sostegno al settore, il mercato italiano del solare termico ha subito, nel 2011, un calo non trascurabile, che lo ha portato poco al di sotto di 400.000 m2 installati (per una capacità complessiva di circa 3 milioni di m2, pari a 2,1 GW termici).
Il rilancio del settore, a breve termine, dipende in buona misura dall’emanazione dell’auspicato Conto energia termico, in questi mesi ancora oggetto di trattative tra Governo e associazioni di categoria.
Nel lungo periodo, però, questa fonte è destinata a sostituire in modo significativo i combustibili fossili nel riscaldamento e raffrescamento degli edifici e nei processi industriali. Lo sostiene una roadmap stilata dalla Iea, l’agenzia internazionale dell’energia, che prende in considerazione un’ampia gamma di tecnologie, da quella consolidata per la produzione di acqua calda sanitaria al solar cooling, che invece è ancora in una fase di sperimentazione.
La roadmap stima un livello di sviluppo e diffusione del solare termico al 2050 tale da coprire più del 16% della domanda finale di energia per la produzione di calore alle basse temperature (16,5 EJ, pari 4583 TWh termici e 394 Mtep) e quasi il 17% (1,5 EJ) dei consumi finali di energia per il raffreddamento, grazie a uno straordinario sviluppo del solar cooling.
Naturalmente, per dispiegare il grande potenziale del solare termico, è necessaria l’adozione a livello internazionale di “un quadro legislativo stabile e di lungo periodo”, in particolare prossimo decennio. La Iea invita perciò i governi a creare un clima favorevole per gli investimenti nel settore con politiche stabili e di lungo periodo, e a incentivare lo sviluppo tecnologico del settore investendo maggiormente in attività di ricerca e sviluppo (in particolare nelle soluzioni per l’accumulo).
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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greta
scrive il 31 luglio 2012 alle ore 16:27
In Italia bisogna investire nel geotermico! non so come mai si sponsorizza poco questa fonte, eppure è l'unica che ha un impatto zero ed è veramente l'unica pulita (e soprattutto rinnovabile) io mi sono avvicinata a questa realtà dopo aver partecipato a diversi seminari organizzati dal Cosvig. Consiglio a tutti prima di esprimere giudizi in merito di fare un salto sul sito del Cosvig e informarsi in materia. Saluti