Fonti alternative
Il Comitato IFI sulle modifiche al V Conto Energia
Il Comitato IFI definisce inadeguate le ultime proposte di modifica al V Conto Energia: c’è il rischio che danneggino la filiera fotovoltaica italiana
In riferimento alle dichiarazioni rilasciate oggi dalla Camera dei Deputati e apprese a mezzo stampa riguardo alle proposte emendative del V Conto Energia, il Comitato IFI, associazione che raggruppa oltre l’80% dei produttori nazionali di celle e pannelli fotovoltaici, sottolinea l’inadeguatezza di alcuni degli emendamenti accettati dalle Regioni, al punto tale da rendere vani gli sforzi promossi dalle Regioni stesse per salvaguardare la filiera fotovoltaica italiana.
Uno di questi emendamenti, in particolare, evidenzia che il premio da riconoscere agli impianti realizzati con componentistica “Made in Europe” sarebbe da destinarsi solamente ad impianti superiori ai 100kW. Una misura che se dovesse trovare conferma nel testo definitivo del V Conto Energia, permetterebbe alle industrie cinesi produttrici di pannelli fotovoltaici di operare senza alcuna concorrenza al di sotto dei 100kW e quindi al di fuori del meccanismo di controllo del Registro dove entrerebbero in sostanza i soli impianti realizzati con componentistica “Made in EU”.
Secondo Alessandro Cremonesi, presidente di IFI, “si potrebbe addirittura giungere alla paradossale possibilità per gli impianti realizzati con moduli cinesi di beneficiare di un ulteriore premio, quello per l’amianto, che, sommato alle pratiche di dumping già messe in atto negli ultimi due anni, allargherebbe in modo ancor più marcato la forbice tra prezzi applicati da aziende cinesi ed europee, non permettendo la sopravvivenza di queste ultime”.
“Inoltre – continua Cremonesi – riconoscere un premio “Made in EU” ai soli impianti sopra ai 100kW creerebbe una discriminazione tra i fruitori degli stessi – gli utenti finali – ed escluderebbe ingiustificatamente i proprietari di impianti di potenza inferiore a 100kW dalla possibilità di ricevere tale premio.
In ultimo, nel caso remoto in cui non si dovesse prevedere la cumulabilità tra i due differenti premi, quello per il “Made in EU” e quello per lo smaltimento amianto, si potrebbe verificare la situazione paradossale per cui il mercato dei prossimi due anni risulterebbe costituito solamente da prodotti cinesi indirizzati nello smaltimento dell’amianto.
Noi continuiamo a dichiararci disponibili a tavoli di confronto con i Ministeri e gli organi competenti in materia della Conferenza Unificata, affinché si possa finalmente giungere a misure sostenibili e per questo ormai necessarie per la sopravvivenza dell’industria fotovoltaica italiana”, conclude il presidente di IFI.
Fonte: Ufficio Stampa Comitato IFI
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