Analisi
Eolico, il quadro è meno nero del previsto
L’energia del vento ha subito il sorpasso da parte del fotovoltaico ma è sostanzialmente in linea per centrare gli obiettivi al 2020
L’eolico italiano è a metà del guado: i dati attuali di questa fonte rinnovabile non sono poi così negativi come spesso si è sentito dire nel recente passato, probabilmente a causa del sorpasso del solare, sia in termini di numeri che di immagine. Come ha invece recentemente messo in luce un’analisi di Simone Togni, presidente di Anev, associazione nazionale energia del vento, l’eolico italiano può contare ad oggi su un totale di 7.315 MW di capacità installata, con circa 300 impianti in funzione che producono 11,8 TWh di elettricità l’anno, pari al 3,5% del consumo elettrico italiano e al 5% della generazione elettrica nazionale.
I dati, se paragonati con quelli di fine 2011, testimoniano una buona vitalità di questa fonte, soprattutto dal lato della produzione energetica. «L’obiettivo del Governo – ha spiegato Togni – è di arrivare a 12.500 MW nel 2020, anche se il potenziale si aggira intorno a 16.500 MW». L’eolico, insomma, è attualmente più o meno a metà del suo percorso di crescita e anche la filiera industriale nazionale, spesso poco considerata, può vantare una leadership nella ricerca e sviluppo.
Restano, senza dubbio, le incognite legate al nuovo sistema di incentivazione che entrerà in vigore nel 2013: oltre al taglio delle tariffe incentivanti (intorno al -10%) è previsto un complicato sistema di Registri (per gli impianti tra i 60 kW e i 5 MW) e aste al ribasso(oltre 5 MW), che rischia di dilatare i tempi e escludere dall’incentivazione una fetta consistente di installazioni. Complessivamente, nel triennio 2013-2015, l’eolico italiano non dovrebbe infatti andare oltre gli 1,5 GW di nuova capacità installata, mantenendosi comunque al passo per centrare gli obiettivi al 2020.
Buone opportunità, invece, sembrano affacciarsi per gli impianti di piccola taglia, sotto i 60 kW, che godranno di tariffe interessanti. Lo testimonia l’annuncio di questi giorni di Eolys, costruttore francese di mini turbine eoliche di alta gamma, che aprirà filiale italiana a Roma, perché grazie ai nuovi incentivi” il mercato italiano rappresenta una vera attrattiva economica”. Molto più incerte, invece, le prospettive nella Penisola dell’offshore, sostanzialmente ancora al palo, il cui sviluppo potrebbe far compiere il vero salto di qualità all’eolico nazionale.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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giuseppe
scrive il 13 ottobre 2012 alle ore 18:42
E' la miopia dei politici? o un loro tornaconto che continuano ad abbassare gli incentivi alle energie rinnovabili? Una cosa è certa cosi decretano la fine di migliaia di posti di lavoro e la possibilità del futuro di una nazione ad essere GREEN. Favorendo le energie fossili che portano solo inquinamento,malattie e distruzioni atmosferiche. Io sono fermamente convinto che le energie rinnovabili siano sostenute e rafforzate.Prima per la nostra salute poi per i posti di lavoro e perchè no,un benessere diffuso(economico x quasi tutti quelli che hanno la possibilità di usare le energie rinnovabili e in ultima analisi vuoi mettere tutti quei soldi che si risparmiano non comprando energie fossili. Orsù cari politici cucitevi un po le tasche e pensate al bene dell'ITALIA e degli ITALIANI. CONTINUIAM0 A SOSTENERE LE ENERGIE PULITE.