Statistiche
Dalle rinnovabili il 35% del fabbisogno elettrico nazionale
Il dato è relativo ai primi 9 mesi dell’anno. Il fotovoltaico da solo garantisce l’8,5% della domanda
Da anni l’Italia consuma meno energia elettrica: tutto merito dell’efficienza energetica? In realtà, in buona parte (anche se è difficile stabilire esattamente in che misura) il “merito” è della crisi economica. Da un punto di vista energetico, infatti, la recessione si traduce in meno consumi energetici, poiché macchine industriale e computer tendono a lavorare di meno, mentre magari le famiglie stanno un po’ più attente al controllo dei consumi.
Ormai è da un biennio che l’Italia vive una caduta ininterrotta della domanda di energia elettrica che, tra l’altro, nel lungo termine tutti – ambientalisti compresi – auspicano in ripresa, a scapito del fabbisogno termico e del consumo di combustibili. Il consueto rapporto mensile sul Sistema elettrico di Terna, che ha preso in esame lo scorso mese di settembre, evidenzia come forse l’arresto si sia interrotto: per la prima volta da ben due anni, la domanda di energia elettrica ha fatto registrare una variazione positiva: nel mese di settembre 2014, infatti, l’elettricità richiesta in Italia è stata pari a 26,2 TWh (terawattora), con un incremento dello 0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno passato.
Certo depurata dall’ “effetto calendario” (quest’anno si è avuto un giorno lavorativo in più), la variazione della domanda elettrica di settembre registra una riduzione, pari al -0,2%. Ma con quali fonti si produce? La principale fonte di produzione nazionale rimane quella termoelettrica con 15,2 TWh, pari al 58,4% del consumo italiano, ma che registra un calo del -7,4% rispetto allo scorso anno. Segue la fonte idrica (4 TWh, +18,6%), fotovoltaica (2,2 TWh, +5,4%), eolica (0,9 TWh, -5,1%) e geotermica (0,5 TWh, +5,3%). In buona sostanza le rinnovabili (e il dato non comprende neanche biomasse/biogas/bioliquidi che sono classificate alla voce termoelettrico) a settembre hanno prodotto ben il 29,2% della domanda di energia nazionale.
Ma il dato è ancora più consistente se si prendono in considerazione tutti i primi nove mesi dell’anno: la percentuale delle fonti pulite, infatti, sale al 35%. Da sottolineare, in particolare il ruolo del fotovoltaico, capace di generare da solo l’8,5% del fabbisogno totale italiano, un livello che pochissime nazioni al mondo oggi possono vantare. La principale fonte verde resta quella storica, ossia l’idroelettrico tradizionale, che copre ben il 20% del fabbisogno italiano. Resta più limitato l’apporto dell’eolico, che comunque in questi primi 9 mesi dell’anno sfiora il 5% e del geotermico, più o meno stazionario all’1,8%.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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