V Conto Energia
Comitato IFI agli Stati Generali delle Rinnovabili
Premio Made in Europe, promozione della R&S in soluzioni innovative e semplificazione del registro: i punti che il Comitato IFI sostiene
E’ sintetizzato in tre punti il documento che raccoglie le proposte normative che il Comitato IFI, che raggruppa l’80% dei produttori nazionali di moduli fotovoltaici, ha presentato agli Stati Generali delle Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica lo scorso 18 aprile a Roma. Mozioni, che se accolte, consentiranno il proseguimento di uno sviluppo sostenibile da parte dell’industria manifatturiera del settore fotovoltaico nazionale che, a differenza delle altre aziende del settore, non ha possibilità di riconversione. Gli Stati Generali hanno rappresentato un’occasione importante e determinante di confronto con le altre associazioni di settore coinvolte e di dialogo con i rappresentanti del Governo che lo scorso 13 aprile hanno dato il via libera allo schema di Decreto Interministeriale, il cosiddetto V Conto Energia.
“La comunicazione a mezzo stampa dello schema di Decreto che andrà a regolare il V Conto Energia ci ha colti di sorpresa considerando che la prima convocazione degli Stati Generali si era conclusa con la promessa di un ulteriore confronto prima di licenziare il testo definitivo – annuncia Alessandro Cremonesi, Presidente del Comitato IFI – Un testo, tra l’altro, che contiene ancora numerosi punti di incertezza che, se irrisolti, potrebbero mettere a serio rischio la sopravvivenza dell’industria fotovoltaica italiana”.
Uno dei punti salienti, che il Comitato IFI da sempre sostiene, riguarda infatti lo sviluppo della filiera produttiva nazionale ed europea dell’energia solare, ad oggi minacciata da una competizione extra-europea che non opera secondo le regole della libera concorrenza. La soluzione che il Comitato IFI propone è quella di mantenere il premio Made in Europe che preveda 5 centesimi di euro/KWh per gli impianti fotovoltaici, almeno per l’80% realizzati con componenti nazionali ed europee.
“Basti pensare che i produttori italiani si sono dotati di una capacità produttiva di circa 1,5 GW e che dei ca 6 GW installati nel 2011, solamente 400 MW provengono da industrie Made in Italy. Un dato impressionante se pensiamo che le aziende extra-europee hanno beneficiato degli incentivi messi a disposizione dal Governo italiano”, prosegue Cremonesi. “Stiamo comunque parlando di un comparto produttivo, quello della produzione di celle e moduli fotovoltaici, che genera occupazione per oltre 2.000 addetti. Tutti messi a rischio se non si provvederà ad inserire nel Decreto V Conto Energia misure sostenibili per gli operatori e le imprese che, mi preme ricordare, hanno operato negli ultimi cinque anni circa 1 miliardo di investimenti in risorse capitali e occupazionali”.
Semplificazione dello strumento del registro per tutti gli impianti fotovoltaici è il secondo punto che il Comitato IFI chiede di rivedere, proponendo di limitare l’iscrizione al registro agli impianti fotovoltaici di potenza superiore ai 200 KWp, di evitare l’applicazione della norma per gli impianti fotovoltaici realizzati da Enti Pubblici e Pubblica Amministrazione e per quelli realizzati su edifici industriali o commerciali la cui produzione di energia da fonte fotovoltaica venga totalmente auto consumata dalla propria attività produttiva.
Infine, promozione e riconoscimento economico per impianti fotovoltaici con componenti di provenienza nazionale ed europea che presentino caratteristiche innovative rappresenta la soluzione che il Comitato IFI propone per favorire la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative: un premio di 10 centesimi di euro/KWh per gli impianti fotovoltaici con caratteristiche innovative il cui costo di investimento sia per almeno l’80% riconducibile ad una produzione realizzata unicamente all’interno dell’Unione europea.
“Ci auguriamo vivamente che i il Governo mostri apertura e disponibilità a rivedere alcune parti del testo del decreto V Conto Energia elaborato; senza una profonda riconsiderazione e ascolto delle posizioni delle associazioni di settore, il Governo metterebbe una seria ipoteca sulla continuità aziendale di decine di miglia di imprese”, conclude Cremonesi.
Fonte: Ufficio Stampa Comitato IFI
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