Energie alternative
Benvenuti nel Comune 100% rinnovabile
Varna conta quattro diverse tecnologie per l’energia “pulita” e offre molti benefici ai cittadini. È un esempio delle centinaia di Comuni rinnovabili
Photo: valli_mark
Varna è un piccolo borgo nella Val d’Isarco, in provincia di Bolzano. Poco più di 4200 abitanti, tanto verde e un premio appena ritirato: quello di Comune 100% rinnovabile. Ovvero, copre tutti i fabbisogni energetici dei propri cittadini grazie a fonti “pulite”.
Conta infatti su 66 impianti fotovoltaici da 3,3 MW, un impianto mini-idro da 70 kW, uno a biogas da 1140 kW e soprattutto un impianto a biomassa da 6.500 kW, che viene alimentato con legno non trattato, come cippato, corteccia e segatura, proveniente da segherie o da lavorazioni forestali della zona.
A supporto di questa caldaia vi sono due caldaie ausiliari a gas metano, ciascuna con una potenza termica di 7.500 kW, che vengono utilizzate per coprire le punte di fabbisogno e come riserva in caso di guasto o mancato funzionamento della caldaia a biomassa. La produzione annua di calore della centrale è di 36 milioni di KWh. Non solo: nella centrale di Varna viene inoltre prodotta energia elettrica.
Questo paese non è né un caso isolato, per quanto speciale: in Italia di comuni 100% rinnovabili ce ne sono molti. Centinaia, a detta di Legambiente, che producono energie “pulite” e offrono molto ai propri cittadini: basti considerare che, dati alla mano tratti dal rapporto “Comuni Rinnovabili” in Italia ci sono 400mila impianti distribuiti tra 7986 Comuni (erano 3190 solo nel 2008) e che il 26,6 % dei consumi elettrici coperto da fonti alternative nel 2011.
Come spiega il vicesindaco della cittadina altoatesina, Josef Tauber, la scelta fatta dall’amministrazione comunale 5 anni fa è stata quella di puntare su rinnovabili e innovazione tecnologica, a partire dal fiore all’occhiello del paese, l’impianto a biomassa: “grazie a questa gli agricoltori della zona si sono convinti a tornare alla silvicoltura, al rinnovo dei propri appezzamenti boschivi e ora sono molti quelli che si sono proposti per la fornitura di legna per la biomassa”.
Oggi a Varna, spiega ancora Tauber, “sono 380 i contratti stipulati, ditte e nuclei familiari, collegati alla centrale di teleriscaldamento che pagano bollette a prezzi decisamente bassi”. In più a tutti coloro che sono collegati alla centrale è stata offerta la possibilità di collegarsi a cifre irrisorie con la fibra ottica, potendo contare, puntualizza il vicensindaco, su “internet a 20 megabyte che viene utilizzata innanzitutto per la tele lettura dei consumi”.
Certo gli impianti sono cospicui: “complessivamente 18 milioni di euro, dei quali otto solo per la centrale a biomassa per il teleriscaldamento” annota il vice primo cittadino, illustrando i prossimi passi sulla strada delle rinnovabili: si pensa di investire circa 300mila euro per installare impianti fotovoltaici sul tetto del municipio e della scuola di Novacella e della locale stazione dei pompieri, aumentando così la già cospicua capacità solare complessiva.
E i benefici della spesa si sentiranno presto, assicura il vicesindaco: “contiamo che si riesca a ripagare totalmente la luce con il fotovoltaico in 2 anni, risparmiando circa 120mila euro annui; e anche l’elettricità (55mila euro) nelle case sia ripagata grazie al teleriscaldamento. Lo stesso sarà con il teleriscaldamento che permetterà di poter pagare sempre bollette molto contenute”. Inoltre la previsione è di coprire anche gli investimenti complessivi fatti nelle rinnovabili “in 8-10 anni, come speriamo”, conclude Tauber.
Esempi virtuosi, vantaggi e benefici
Ma, come detto, non c’è solo Varna: sono centinaia i Comuni 100% rinnovabili, in grado di offrire comunque ulteriori benefici ai propri cittadini. Un esempio? Troia (Foggia) primo comune eolico con 171,9 MW di potenza istallata, può offrire il trasporto pubblico urbano gratuito. Oppure il buon esempio “socialmente utile” a Cingia de’Botti (Cremona), dove una cooperativa agricola ha realizzato un impianto a biogas alimentato da effluenti zootecnici che provvede al riscaldamento della vicina casa di riposo.
E poi ci sono tutte le buone, buonissime pratiche per sviluppare ancor di più le rinnovabili: l’esempio della Provincia di Roma, premiata da Legambiente, simboleggia la tendenza in corso degli enti pubblici che credono fortemente nella diffusione di fonti pulite. Sul suo territorio sono stati realizzati 228 impianti fotovoltaici su 183 edifici scolastici, più altri sette installati su altre strutture, per una potenza complessiva di 2.730 kW. L’obiettivo è di coprire tutte le scuole gestite dalla Provincia e nei prossimi mesi entreranno in funzione altri 60 impianti.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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