Salvare le rinnovabili, per salvare l’ambiente e l’occupazione
Le fonti rinnovabili sono ancora una volta sotto attacco con le proposte del Governo all'interno del Quinto Conto Energia
Le fonti rinnovabili sono ancora una volta sotto attacco. Il Governo vorrebbe cambiare, con il V Conto Energia, di nuovo tutto il quadro legislativo legato alle nuovi fonti d’energia rinnovabili per l’ennesima volta di fatto azzerandolo, quando queste sono a un passo dalla maturità industriale e non a caso, mettendo a rischio le imprese, i lavoratori e gli investimenti. Lo sviluppo delle fonti d’energia rinnovabili lo scorso anno ha iniziato a calmierare il prezzo dell’energia elettrica, specialmente il fotovoltaico, e migliaia di famiglie hanno risparmiato circa 100 milioni di euro autoproducendo l’energia che consumano.
“In questi giorni” – dichiara Giuseppe Bratta, presidente della Sezione Energia Confapi Bari e Bat - ”stiamo assistendo ad un attacco mediatico alle rinnovabili che non valuta la possibilità di provocare una catastrofe occupazionale. Sono oltre 130mila, infatti, i posti di lavoro qualificati nelle rinnovabili messi a rischio dai decreti del Governo, di cui circa 15mila nella Regione Puglia. Dai Ministri competenti Passera e Clini vengono sbandierati gli incentivi solo come costi mentre il Governo dei “tecnici” non li considera come un investimento nella creazione di un’ infrastruttura di energie, prima che rinnovabili, pulite; un investimento in aria più pulita, in un minor costo per malattia per il sistema sanitario nazionale; un investimento verso il tanto sbandierato impegno del nostro Governo per la riduzione della CO2, impegno condiviso con tutto il mondo”.
“Si vuole tagliare sulle rinnovabili” – prosegue Bratta – ”perché l’assetto elettrico immaginato in assenza delle rinnovabili sta avendo dei problemi: non solo per la questione dei cicli combinati che funzionano a scartamento ridotto, ma anche per altre ragioni, come la necessità di adeguare la rete elettrica. Si sta imponendo un cambiamento di paradigma che sposta interessi e investimenti da un settore all’altro, come in ogni cambiamento di questa portata, poco o tanto, qualcuno vince e qualcuno perde. C’è evidentemente una grossa pressione per contenere questo rischio da parte di quelli che ne sarebbero penalizzati. Ci sono interessi economici precostituiti che vedono non solo il sistema elettrico, ma il sistema energetico nel suo complesso, investito da una trasformazione e, ovviamente, si oppongono”.
L’energia distribuita delle rinnovabili conclude Bratta sono molto di più di una tecnologia o un incentivo e’ una primavera di una nuova generazione di imprenditori, per lo più giovani scollegati dalle vecchie gerarchie.
Difendere le rinnovabili ora significa difendere il futuro. Un futuro fatto di lavoro, sviluppo, ambiente sano e democrazia energetica.
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